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Gli agricoltori sardi scrivono alla Regione: “Urge riforma e semplificazione del sistema agricolo”

Agricoltura

“Gli eventi contingenti richiedono un immediato e non più rinviabile cambiamento strutturale del sistema agricolo istituzionale sardo oggi in affanno soffocato dalla burocrazia, dalla frammentazione delle competenze tra diversi enti a comparti stagni con un assessorato sempre più scarno di personale ormai esautorato dal ruolo guida”.

È quanto sostiene Coldiretti Sardegna che oggi ha incontrato i Capigruppo del Consiglio regionale insieme ad una delegazione di allevatori di suini, ai quali ha consegnato un documento articolato in cui si richiede un intervento immediato e non più rinviabile sulla semplificazione del sistema agricolo.

LE CONTINGENZE. Il mondo agricolo sta vivendo una delle peggiori annate. I prezzi delle materie prime hanno subìto negli ultimi mesi un aumento incontrollato che sta colpendo in modo indistinto tutti i settori agricoli ed ha messo spalle al muro anche una realtà strutturata come la Cooperativa di Arborea che nei giorni scorsi ha lanciato un grido di dolore. I costi dell’energia elettrica sono cresciuti dell’80%, del 50% quello del gasolio; di oltre il 40% in media i mangimi; l’urea del 200%; il biammonico del 79%.

Come se non bastasse il clima impazzito, non più un problema saltuario ma divenuto strutturale, ha accresciuto i costi di produzione costringendo gli allevatori ad integrare l’alimentazione degli animali con mangimi e foraggio (cari) e l’agricoltura a perdite importanti: -70% nella produzione dei carciofi e 55% nel fatturato; i cerealicoltori oltre a spendere +400 euro a ettaro per coltivare il grano con aumento prezzi, hanno molti ettari ancora non coltivati a causa dei terreni allagati, con rischio beffa di non rispettare impegni e di perdere la misura Psr della difesa del suolo; ma le perdite sono diffuse in diversi settori agricoli soprattutto nelle colture da campo. 

SISTEMA DA RIFORMARE. “Difficoltà che evidenziano in tutte le sue contraddizioni un sistema istituzionale non in grado di assecondare i ritmi del mercato e neppure di sostenere e rendere competitive le aziende agricole” spiega il presidente di Coldiretti Battista Cualbu, presente questa pomeriggio all’incontro insieme al direttore regionale Luca Saba, al direttore provinciale di Nuoro Ogliastra Alessandro Serra ed al dirigente Stefano Arzu.

“Lo spaccato – secondo il presidente – è rappresentato dalla siccità del 2017, un’onta che ha investito e screditato agli occhi degli imprenditori la Regione che a distanza di cinque anni non è stata capace di liquidare i ristori per le perdite subite e certificate a causa della famigerata calamità”. Non solo. È stata capace di far scadere i termini di pagamento ed è dovuta ricorrere allo strumento straordinario del de minimis per poter liquidare tutte le domande (delle quali non sappiamo ancora quando e quante). “È giunto il momento – è l’invito rivolto alla Regione di chiudere questa brutta e vergognosa pagina liquidando immediatamente tutte le domande, dando, anche se a babbo morto, quanto spetta alle aziende agricole che hanno subìto ingenti perdite ormai cinque anni fa”.

Secondo Coldiretti Sardegna la siccità del 2017 ha messo a nudo un sistema fragile a causa di decenni di mancate decisioni e della mancanza di un’organica programmazione. L’assessorato all’Agricoltura in poco più di 10 anni ha quasi dimezzato il numero dei propri dipendenti con un conseguente innalzamento della età media. Stessa situazione nelle tre agenzie agricole Agris, Laore e Argea. Non solo, l’assessorato all’Agricoltura ha perso anche il ruolo di guida politica e di indirizzo del sistema oggi polverizzato nei diversi Enti incapaci di comunicare e condividere oltre che le notizie anche le professionalità. 

“Un sistema – sostiene il direttore Luca Saba – che va riformato senza perdere ulteriore tempo, seguendo tre parole chiave: struttura, organizzazione e competenza, che ridiano credibilità ad un sistema che deve innanzitutto innestare sistemi di semplificazione che facciano camminare e funzionare una macchina finalmente a misura di impresa”.

CANTIERE BUROCRAZIA ZERO. La sfida per poter cambiare – secondo Coldiretti Sardegna – si chiama semplificazione. Non è più tollerabile nel 2022, con il livello d’informatizzazione attualmente presente in diverse branche della pubblica amministrazione (SPID, app IO, Sportello Unico della Sardegna, per fare qualche esempio) che le imprese agricole che inoltrano progetti o richieste amministrative, non possano avere contezza e chiarezza dello stato della pratica.

Allo stesso tempo la chiave per la semplificazione delle procedure sono i CAA che, come già consentito dalla normativa nazionale e regionale, possono garantire e certificare l’ammissibilità amministrativa dei procedimenti, trasferendo e garantendo la fase istruttoria e liquidatoria alle diverse agenzie. Si garantirebbero insomma ai produttori gli auspicati tempi certi e uno snellimento procedurale sostanziale. In questo modo i CAA si assumono tutte le responsabilità patrimoniali e penali degli eventuali errori effettuati, e libererebbero carta e impegni burocratici ad ARGEA e agli altri Enti agricoli che potrebbero dedicarsi ad altri importanti compiti istruttori. Si tratta in sostanza di implementare un sistema similare a quello costruito nel 2007 ed ampiamente testato sul carburante agevolato per le imprese agricole.

Coldiretti Sardegna è anche pronta a prendersi le proprie responsabilità per l’attuazione del processo di sburocratizzazione. Ha già presentato in Regione tre proposte concrete che permetterebbero un impatto immediato nel cantiere burocrazia zero con un importante semplificazione in termini di tempo e di carta: stiamo parlando delle due proposte per azzerare l’iter di presentazione e indennizzo delle aziende agricole colpite dagli incendi e dalla blue tongue e di quella per mitigare i danni dalle calamità naturali praticamente a costo zero.

“L’ultima ed ennesima brutta figura fatta con l’allevatore Stefano Arzu – concludono il presidente ed il direttore di Coldiretti Sardegna – dimostra, oltre che poca accortezza politica e istituzionale, anche la mancanza di trasparenza e coordinamento che creano e trasmettono confusione e approssimazione oltre palesare fondamentalmente, un sistema che non funziona e che non è capace di liquidare i denari dovuti ma solo di esacerbare inutilmente gli animi delle aziende agricole già provate da altre emergenze difficili da governare come cambiamenti climatici, pandemie e aumenti generalizzati delle materie prime”.

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