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lunedì, 23 Dicembre 2024

Gli operatori del Cicloturismo della Sardegna: “La burocrazia blocca le occasioni di sviluppo”

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La voce degli operatori del Cicloturismo della Sardegna sui recenti intoppi burocratici. A rischio le occasioni di rilanciare il turismo Attivo e Sostenibile in un’area a forte vocazione per il settore.

L’Associazione Sardegna Cicloturismo, raggruppa e rappresenta i professionisti del settore regionale del Cicloturismo, quali accompagnatori, Tour Operator specializzati, e fornitori di servizi. Professionisti che già operano nell’isola, in un settore ritenuto strategico per quanto ancora di nicchia: dai pionieri con esperienza più che ventennale ai coraggiosi imprenditori e guide entrati nel settore in tempi più recenti. Professionisti che si trovano ad operare con mille difficoltà legate all’assenza di supporto istituzionale, mancanza di infrastrutture adeguate, limiti nei trasporti e nel sistema di ospitalità e assenza di pianificazione e marketing mirati all’emersione della nostra Regione come destinazione di eccellenza nel panorama internazionale.

“Come operatori del settore – scrivono gli operatori del Cicloturismo della Sardegna – abbiamo guardato con estremo interesse, fin dal suo nascere, al progetto della rete ciclabile della Sardegna. E continuiamo a seguire l’attuazione concreta del progetto, come parte in causa e con interessi diretti, che coincidono, peraltro, con gli interessi di quanti offrono servizi e ospitalità diffusa sul territorio”.

Nelle intenzioni delle istituzioni, in particolare dell’Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio, responsabile del progetto Sardegna Ciclabile, si tratta di un piano strategico ed esemplare: “È il più importante progetto di infrastrutturazione turistica che la regione abbia mai visto, un esempio di come si può lavorare insieme ai territori ottenendo risultati significativi funzionali allo Sviluppo. (…) possiamo costruire un prodotto legato a Sostenibilità, crescita economica delle zone interne e a destagionalizzazione, realmente complementare al ‘marino balneare’. La domanda esiste e risponde alle esigenze di un mercato sempre più competitivo (…) nell’ottica di costruzione di un’offerta concreta e fruibile per dodici mesi all’anno”

Ora, all’atto delle prime realizzazioni concrete, gli operatori del Cicloturismo della Sardegna esprimono perplessità rispetto agli ostacoli e ai freni burocratici che si stanno manifestando.

La notizia più recente è la bocciatura da parte degli uffici della Tutela del paesaggio di Oristano e della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari-Oristano, degli interventi di realizzazione di percorsi ciclabili e riqualificazione viaria nel comune di Cabras. Ovvero in un’area che si trova proprio lungo un itinerario costiero utilizzato da sempre da numerosi operatori locali, nazionali ed internazionali, pur con mille difficoltà dovute all’inadeguatezza infrastrutturale. Progetti che sono già approvati e finanziati dalla Ras, come denunciato negli scorsi giorni dagli amministratori del comune oristanese.

“Riteniamo senz’altro utile una discussione che entri nel merito del difficile obiettivo di valorizzare patrimonio naturalistico e paesaggistico della nostra isola conciliando questo con l’opera di tutela e recupero, per noi fondamentali. Ma non possiamo accettare ribadiscono gli operatori del Cicloturismo della Sardegna che siano la rete ciclabile, e le occasioni di Sviluppo Sostenibile ad essa connesse, a pagare le conseguenze di una diatriba burocratica tra i diversi organi amministrativi. Come professionisti del settore siamo pronti a mettere le nostre esperienze e competenze a disposizione delle istituzioni, ma siamo anche pronti a fare rete con tutte quelle realtà che, come noi, siano convinte delle potenzialità che il turismo attivo potrebbe avere, se liberato dalle pastoie burocratiche e se trovasse interlocutori istituzionali che veramente credano in questo settore”. 

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