La Commissione di Giustizia approva il disegno di legge per legalizzare la cannabis a uso personale
La Commissione di Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato un nuovo ddl che potrebbe permettere a tutti i maggiorenni di coltivare piantine di marijuana in casa propria. Questa notizia ha suscitato reazioni contrastanti nei cittadini: dal sollievo, all’incredulità fino alla rabbia dei conservatori più irriducibili.
In qualunque modo si veda la questione, è innegabile che la normativa italiana sulla cannabis è ben poco chiara e avrebbe bisogno di un riordino generale. Diversi nodi critici rimangono ancora irrisolti, in particolare lo status giuridico dei semi di cannabis: sono stupefacenti o no? Possono essere acquistati liberamente?
Non è un bene che i cittadini siano tormentati dai dubbi nel momento in cui decidono di acquistare prodotti del genere, come i semi autofiorenti acquistabili online. La legge non ammette ignoranza, è vero. Ma la stessa legge deve farsi capire dalle persone che devono rispettarla. In molti casi, purtroppo, non lo fa.
In questo articolo illustreremo il contenuto del nuovo ddl e ci soffermeremo in particolare sul tema dell’acquisto dei semi di cannabis, chiarendo ai lettori se sia legale o no.
Le novità introdotte dal rivoluzionario disegno di legge
Il nuovo disegno di legge è stato presentato allo scopo di modificare il DPR 309/90, noto anche come Testo Unico sugli Stupefacenti, ovvero la principale norma che disciplina le sostanze con effetti droganti.
L’articolo uno del ddl è quello che ha avuto l’effetto più dirompente in quanto porterebbe l’Italia a essere il primo Paese dell’UE a legalizzare la produzione domestica di marijuana. In particolare, il dettato depenalizza la coltivazione e la detenzione della cannabis fino a un massimo di quattro piante femmine, a condizione che sia effettuata per uso personale da una persona maggiorenne.
Gli articoli due e tre, invece, mirano a modificare le sanzioni legate allo spaccio della marijuana nel modo seguente:
- articolo due: prevede l’inasprimento delle pene legate al traffico e allo spaccio di grandi quantità di cannabis. Attualmente le sanzioni comminate a coloro che commettono questi reati consistono nella reclusione da 3 a 12 anni e nel pagamento di una multa da 20.000 a 250.000 euro. Il disegno di legge propone il carcere da 8 a 20 anni e il pagamento di una sanzione pecuniaria da 30.000 a 300.000 euro;
- articolo tre: prevede la riduzione delle pene per i cosiddetti “reati di piccolo spaccio”, ovvero relativi alla detenzione e alla cessione a terzi di quantità di stupefacenti trascurabili. Chi commette questi illeciti verrebbe punito con la reclusione per un massimo di un anno se il reato riguarda la cannabis, e di due anni se riguarda le altre sostanze droganti.
Acquisto di semi di cannabis: è legale o no?
I semi di cannabis non possiedono THC, e dunque non hanno effetti stupefacenti. Tuttavia, permettono a chi li acquista di coltivare piante con potere drogante. Per questo l’acquisto e il possesso sono consentiti solo a scopo collezionistico o di preservazione delle genetiche.
Il reato si configura solo in presenza di particolari che costituiscono un indizio della volontà di far germogliare i semi, come l’acquisto di tali prodotti assieme a materiali che istruiscono alla coltivazione della cannabis.
Nella realtà dei fatti, questo modo di interpretare la legge facendo quasi una sorta di ‘processo alle intenzioni’ di chi compra questi prodotti non fa altro che creare infiniti malintesi e situazioni border line che non dovrebbero mai verificarsi in ambito giuridico, soprattutto quando si ha a che fare con reati penali.
Naturalmente, qualora il nuovo ddl dovesse diventare legge, il dilemma legato allo scopo dell’acquisto dei semi di cannabis verrebbe finalmente risolto una volta per tutte.
Semi di cannabis: ecco le tipologie che si trovano in commercio
Come accade in ogni altro settore, anche in ambito di semi di cannabis il mercato ha assistito all’introduzione di numerosi prodotti con diverse caratteristiche adatte a tutti i tipi di acquirente.
Innanzitutto, si distinguono i semi regolari da quelli a basso contenuto di THC. I primi permettono la coltivazione della marijuana mentre dai secondi germogliano le piante di canapa light.
Attenzione: la specifica ‘a basso contenuto di THC’ non è riferita ai semi! Con questa dicitura si intende la possibilità di coltivare piante con una bassa concentrazione di tetraidrocannabinolo. Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, i semi non contengono alcuna sostanza stupefacente!
Esistono, poi, altre varietà geneticamente modificate in modo da rendere più facile e rapida la crescita della pianta:
- semi autofiorenti che garantiscono la rapida fioritura della cannabis entro un periodo che varia dalle due alle quattro settimane. Il loro ritmo di crescita non è influenzato dal ciclo ‘giorno-notte’, dunque non sono fotoperiodici;
- semi fast flowering. Di solito sono fotoperiodici e femminizzati. Questi semi sono caratterizzati da tempi di germogliamento leggermente maggiori rispetto ai precedenti (dalle sei alle sette settimane).
In conclusione
Il nuovo ddl non è ancora legge. Per diventarlo a tutti gli effetti dovrà essere sottoposto al giudizio dei parlamentari e superare l’esame della Camera e del Senato. Fino a quel momento vige la normativa attuale che vieta in ogni caso la produzione della marijuana e l’acquisto di semi di cannabis destinati alla coltivazione.
I principali rivenditori del settore, come il noto Sensoryseeds, assistono con interesse a questa ventata di novità che potrebbe stimolare la domanda nei confronti dei semi di cannabis.
Qualunque sarà l’esito della proposta di legge, ci auguriamo che il farraginoso quadro normativo italiano in materia di cannabis venga semplificato una volta per tutte.