Mercoledì notte è stata pubblicata l’ordinanza di chiusura delle scuole il 7 e l’8 gennaio. Contestualmente si affidava alle Aziende Socio-Sanitarie Locali il compito di allestire una campagna di screening mirato alla popolazione studentesca, mediante adeguati test ad alta specificità e sensibilità, da realizzarsi nei giorni precedenti la regolare ripresa delle attività di didattiche.
Quindi questa campagna dovrebbe essere messa in piedi prima di lunedì 10 gennaio, giorno del rientro a scuola del 100% degli studenti (o almeno, di quelli non positivi o in quarantena).
Difficile pensare che da qui a lunedì si possa realizzare uno screening su tutti gli studenti sardi, una popolazione di oltre 190.000 persone. I problemi organizzativi ricadono su ASL e Sindaci locali, come rimarca anche Enrico Pusceddu, sindaco di Samassi, che parlando dello screening spiega: “L’Ordinanza n. 1 del Presidente della Regione Sardegna dispone la somministrazione dei tamponi a tutta la popolazione scolastica (studenti, docenti, personale ATA) da effettuarsi prima del rientro in classe previsto per lunedì 10 gennaio.
Si avvisano le famiglie che al momento siamo ancora in attesa di sapere dove, come e quando. Appena giungeranno notizie vi aggiorneremo”.Una situazione a metà tra il rebus e la farsa. Ancora una volta, a farne le spese, gli studenti (senza certezze sul futuro) e i genitori, in particolare i lavoratori che dovranno riorganizzare la vita familiare all’ultimo momento, senza alcun ammortizzatore o aiuto da parte delle istituzioni.