Il Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia partecipa alla XIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum con il progetto “I cammini delle anime antiche. Suggestioni in Marmilla”
Il Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia è un ente pubblico fondato nel 1982, a cui oggi sono associati 18 Comuni della Marmilla. La valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale, archeologico e storico di questo territorio è la sua missione e la interpreta attraverso il coordinamento di eventi, l’organizzazione di grandi mostre tematiche presso il Museo del Territorio e promuovendo il proprio patrimonio archeologico. Insieme ai comuni di Ussaramanna, Siddi, Villanovafranca e Villanovaforru presenzierà alla XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum (Salerno) dal 25 al 28 novembre con l’iniziativa di promozione turistico-culturale I cammini delle anime antiche. Suggestioni in Marmilla.
Il progetto è un invito alla riscoperta dell’eredità che i nostri antenati ci hanno tramandato. Un viaggio lungo un percorso fatto di stupore ed emozioni che le testimonianze antiche di sepolture preistoriche e architetture monumentali formidabili sanno suscitare di fronte ai nostri occhi, facendo naufragare dolcemente la nostra memoria alla ricerca di un tempo ancestrale perduto, il cui mito scorre ancora tra i versi sublimi dei poemi omerici.
La sfida, attraverso la scelte innovative di promozione e comunicazione incentrate sulla digitalizzazione e il DMS – Destination Management System, è anche quella di creare e raccontare in modo originale itinerari turistici che permettano di vivere un’esperienza unica, a tratti inedita in siti archeologici meno conosciuti, ma altrettanto affascinanti.
«Presenteremo i siti archeologici della Marmilla – afferma Francesco Sanna, presidente del Consorzio – che per suggestioni e bellezza invitano al viaggio, non solo per appagarsi della meraviglia di scoprire, ma anche per ritrovare tracce della cultura ancestrale del Mediterraneo, di cui l’eco si avverte nei grandi poemi omerici e nel mito che hanno caratterizzato la letteratura e la cultura mondiale sino ai giorni nostri».
In un presente in cui la pandemia ci ha posto innanzi a limitazioni e timori che sembrano provenire da un passato remoto da cui la nostra cultura pensava di essersi affrancata, pensiamo che le architetture di antichi insediamenti nuragici e i monumenti legati al culto dei morti, possano essere avvicinati, visitati e compresi con una proiezione più intima e riflessiva. Noi oggi calchiamo la stessa terra in cui donne e uomini, millenni fa, tenevano teneramente per mano i propri figli, guardavano alle stelle per comprendere il proprio tempo, pietra su pietra realizzavano architetture ideali e resistevano allo sgomento della morte consegnando i corpi in maniera rituale a luoghi il cui ruolo di confine del mondo dei vivi era esaltato nelle monumentali porte del ritorno alla terra. I nostri itinerari avvicinano in maniera consapevole a questa esperienza e invitano l’uomo di oggi a far tesoro della cultura degli avi per ritrovare sintonia con madre Terra.