Site icon San Gavino Monreale . Net

Acadèmia de su Sardu contro la Regione: LSC norma linguistica vecchia, fallita in ogni luogo e respinta dai sardi

Un durissimo comunicato di Acadèmia de su Sardu che attacca i criteri del “Bando Imprentas” della Regione Sardegna. Ancora una volta, infatti, viene riproposto l’utilizzo generalizzato della Limba Sarda Comuna per quanto attiene il sardo, “una politica linguistica vecchia e superata”.

Ecco le ragioni degli esperti di lingua di Acadèmia de su Sardu, che vi riproponiamo integralmente anche sulle nostre pagine.


COMUNICATO DI ACADÈMIA DE SU SARDU SUL BANDO IMPRENTAS PER L’EDITORIA IN LINGUA SARDA DELL’ANNO 2021 2022

In riferimento all’ultimo bando “Avviso Pubblico Imprentas 2021 – 2022 – Utilizzo della lingua sarda, del catalano di Alghero e del sassarese, gallurese e tabarchino nel settore dei mass media, dell’editoria, dell’informatica e del web” pubblicato dalla Regione Autonoma della Sardegna con DGR 25/52 del 30/06/2021 e DGR 34/21 dell’11/08/2021, con questo comunicato l’associazione culturale «Acadèmia de su Sardu» vuole esprimere la propria critica alla politica linguistica della RAS.

La Acadèmia de su Sardu è infatti molto preoccupata per la politica linguistica che la RAS dimostra di voler portare avanti con questo bando, dal momento che, riproponendo l’utilizzo generalizzato della Limba Sarda Comuna per quanto attiene il sardo, ripropone una politica linguistica vecchia e superata. L’approvazione infatti della L.R. nr 22/2018 disciplina in maniera diversa l’utilizzo dello standard linguistico.

Così come si legge nello stesso bando, per le Linee A e B, la RAS afferma con chiarezza che potranno essere finanziati i progetti che utilizzano la Limba Sarda Comuna (si raccomanda infatti a coloro che riceveranno i finanziamenti di mantenersi coerenti con le indicazioni dei punti 3 e 4 dell’Allegato alla DGR 16/14 del 14/04/2006). Dal momento che questa DGR afferma che la Limba Sarda Comuna è una proposta sperimentale solo ed esclusivamente per i documenti in uscita dalla RAS e non è lo standard ufficiale della lingua sarda, non si capisce per quale motivo la RAS stia ri-proponendo una norma ortografica e linguistica vecchia, fallita in ogni luogo, superata dalla nuova legge regionale (così come appunto afferma l’art. 8 della L.R. nr 22/2018) e respinta dai sardi. Tutti infatti sono a conoscenza, fin da quando fu pubblicata, che la Limba Sarda Comuna è uno standard artificiale che calpesta le macrovarietà della Lingua sarda, cioè il sardo logudorese/nuorese ed il sardo campidanese, e in maniera più forte, tutte le parlate che sono riconducibili a quest’ultima macrovarietà del sardo.

Acadèmia de su Sardu pensa dunque che questo bando sia molto discriminatorio in quanto va contro tutti quegli editori, operatori e giornalisti che non utilizzano la LSC e sono la maggioranza. Inoltre, in riferimento alla produzione di strumenti didattici per la scuola, si rischia di imporre libri scritti in uno standard che è così lontano dalla maggior parte delle parlate locali che saranno in pochi coloro che lo potranno utilizzare in modo vantaggioso, e con il pericolo sempre in agguato di essere rifiutato in tronco dai più. Non è dunque chiaro per quale motivo la RAS abbia deciso di finanziare l’Editoria e l’Insegnamento di una lingua che non esiste, voluta solo dal legislatore regionale del 2006, ma soprattutto non è chiaro per quale motivo i finanziamenti vengano negati alla promozione ed alla tutela della lingua sarda viva, parlata e scritta, oggetto della storia poetica, letteraria e musicale della Sardegna. In questa maniera, il pericolo è di porre ostacoli a tutta la produzione letteraria in lingua sarda, di porre ostacoli alla stessa Tradizione sarda.

In assenza di uno standard ufficiale, noi pensiamo che la RAS non possa e non debba obbligare alcuno ad utilizzare la Limba Sarda Comuna, ma debba lasciare la libertà di poter utilizzare tutte le norme ortografiche che fino a questo momento sono state proposte ed utilizzate già da diversi anni dagli operatori del movimento linguistico e dalle case editrici che con le proprie produzioni sostengono la lingua sarda. Inoltre aggiungiamo il fatto che nel bando poc’anzi citato viene più volte menzionata la ”Obreria pro s’imparu de su sardu” (prevista dall’art. nr 16 della L.R. nr 22/2018) ma vogliamo chiarire e sottolineare che la Obreria non ha alcuna competenza in materia di norma ortografica che si dovrebbe utilizzare. Al contrario è la “Consulta de su sardu” (vedi il c.4 dell’art. nr 8 della L.R. nr 22/2018) che è competente in tema di norma linguistica. Vogliamo ricordare che non esiste solo la proposta sperimentale LSC, che sappiamo essere molto avversata dai sardofoni campidanesi in quanto la LSC è prevaricatrice ed offende i loro diritti linguistici. Esistono altre proposte valide che possono essere prese in considerazione, ad esempio la proposta “Su Sardu Standard” pubblicata dalla Alfa Editrice che, almeno per quanto attiene la norma del sardo campidanese, ha avuto un riconoscimento ufficiale nel 2010 dalla Provincia di Cagliari, e che per la prima volta propone una norma completa anche per quanto riguarda il sardo logudorese-nuorese.

Per questi motivi dunque Acadèmia de su Sardu chiede che nei prossimi bandi della RAS non vi sia più obbligo di utilizzo della norma LSC.

Acadèmia de su Sardu

Exit mobile version