I produttori di pomodoro da industria sardi quest’anno guadagneranno 120mila euro in più rispetto a quelli contrattati. È l’effetto dell’aumento unilaterale deciso dalla Casar che pagherà il pomodoro all’agricoltore 30 centesimi in più rispetto a quello contrattato: 12,50 anziché 12,20 euro/quintale.
Lo comunica Coldiretti Cagliari che esprime soddisfazione attraverso il suo presidente provinciale Giorgio Demurtas: “gli imprenditori lungimiranti costruiscono e investono e non speculano sul mercato sulle spalle del produttore come purtroppo avviene quotidianamente. L’esempio eclatante lo stiamo vivendo proprio in questi giorni con il grano, con il prezzo schizzato in alto di oltre il 60 per cento con conseguente aumento anche della pasta e dei prodotti finiti per i consumatori, e neppure un centesimo in più che vada invece ai cerealicoltori che pure hanno ceduto il proprio prodotto all’interno di un accordo di filiera. Insomma i maggiori margini si sono fermati in mezzo tra i due poli deboli: produttore e consumatore”
.Per il pomodoro invece è avvenuto l’esatto contrario. “Avevano già chiuso e sottoscritto il prezzo a 12,20 euro a quintale con la Casar – spiega il presidente di Coldiretti Samassi, nonché produttore di pomodoro da industria Giuseppe Onnis – che vista l’annata, in cui le rese a ettaro sono state inferiori rispetto alla media a causa del caldo, hanno deciso di aumentare il prezzo di 30 centesimi che per noi produttori rappresentano una importante boccata di ossigeno”.
In Sardegna si coltivano circa 330 ettari a pomodoro da industria (quello allungato per le conserve) tra Oristano (maggior produttore con 100 ettari), San Vero Milis, Solarussa, Cabras, Zeddiani, Serramanna, Samassi, Serrenti e Nuraminis, per un produzione di circa 400.000 quintali.
Quest’anno la resa ad ettaro è stata penalizzata dal troppo caldo, senza tuttavia intaccare la qualità che si conferma ottima.
L’Italia – secondo le elaborazioni Coldiretti Sardegna
su dati Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) – è il terzo produttore mondiale di pomodoro dopo gli Stati Uniti e la Cina e rappresenta il 13% della produzione mondiale e il 53% di quella europea ed è il primo paese esportatore di prodotti a base di pomodoro. Nel 2020, in Italia sono stati coltivati quasi 66mila ettari, trasformate in 5,16 milioni di tonnellate di pomodoro, di cui il 53% nel bacino Nord e il 47 % nel Centro-Sud.“È una filiera sulla quale la Sardegna ha ampi margini di crescita grazie al clima e ai terreni – afferma il direttore di Coldiretti Cagliari Luca Saba -. Negli ultimi 30 anni abbiamo perso oltre il 40 per cento della produzione a causa del crollo del prezzo dovuto alla concorrenza sleale delle impostazioni, ma proseguendo su questa strada e arrivando a siglare degli accordi di filiera si può crescere insieme, in un mercato, in cui grazie alle battaglie della Coldiretti, i derivati del pomodoro hanno l’obbligo di indicare l’origine del pomodoro in etichetta”.