“Un sistema sanitario che ha retto nonostante la pandemia, offrendo ai cittadini un servizio di alto livello nonostante le gravi carenze di organico”.
Lo ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas, che ieri ha tenuto una conferenza stampa insieme all’assessore della sanità Mario Nieddu, al direttore generale Marcello Tidore e al commissario Ats Massimo Temussi.
Il percorso attuativo, secondo il Presidente, è in fase avanzata con il complesso progetto di scorporo dell’ATS che porterà alla nascita e piena operatività delle 8 Asl. Con il nuovo assetto organizzativo della governance, i centri decisionali ritorneranno sul territorio, riavvicinando i servizi al cittadino. Viene ripristinato il legame diretto “sanità-territorio”, andato perduto con l’adozione del sistema centralistico fondato sull’azienda unica, inadeguata a rispondere in modo efficace alle esigenze e ai problemi nelle specifiche realtà.
Non sembrano essere d’accordo con questa visione ottimistica i vari comitati sardi per il diritto alla salute.
“Siamo esasperati dalla chiusura dei reparti ospedalieri, dalla carenza di medici di base e guardie mediche – ha dichiarato all’ANSA Pina Cui, di Sos sanità Barbagia Mandrolisai – Abbiamo paesi dove manca persino la guardia medica con il primo ospedale vicino che dista a volte anche 90 Km da percorrere nelle strade di montagna. Sono mesi che la Regione non risolve i problemi, per questo il 24 settembre marceremo su Cagliari assieme a delegazioni di altri territori. Chiederemo una seduta straordinaria del Consiglio regionale alla presenza del ministro alla Salute Roberto Speranza: a lui solleciteremo il Commissariamento dell’assessorato della Sanità in Sardegna che ci nega il diritto alla salute”.
Alla manifestazione di Cagliari del 24 settembre si uniranno altri comitati locali del centro Sardegna “dove non sono garantiti i livelli minimi di assistenza”. Tra questi anche il Comitato per il diritto alla salute della provincia di Oristano e il Comitato Sanità Bene Comune di Isili.
“Vogliamo unire i territori in questa battaglia – ha dichiarato all’ANSA Piero Manca – Al San Camillo di Sorgono la situazione è critica: manca il diabetologo nonostante i 1200 diabetici costretti ai viaggiare a Nuoro o Oristano, il fisiatra e l’oculista che vengono a giorni alterni. A settembre chiuderà la Radiologia che impedirà fino a novembre il funzionamento al Pronto Soccorso: i pazienti saranno spediti su altri ospedali. Così non si va avanti la Regione deve essere commissariata”.
Un altro fronte aperto nel centro Sardegna è quello dei sindaci del Sarcidano, che qualche settimana fa hanno restituito le loro fasce per la chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Isili.