La domanda è lecita e rimbalza nelle piazze sarde da qualche settimana. Stiamo rischiando la zona gialla? E stiamo facendo abbastanza per prevenire le ulteriori restrizioni?
A tal proposito si è espresso – non senza una punta di polemica verso la Giunta Regionale e le manifestazioni dei no-pass” – Pier Franco Devias, laureato in filosofia ed esponente di Liberu, sempre molto attento alle tematiche legate alla Sardegna.
“Chiedo aiuto a chi ha competenze per chiarirmi le idee – questa la provocazione di Pier Franco Devias – Allora, da quanto ho capito – ma potrei sbagliarmi – con i nuovi parametri si passa in zona gialla se si arriva all’occupazione del 10% dei posti letto nelle terapie intensive e il 15% delle ospedalizzazioni”.
Il riferimento è alle nuove disposizioni che modificano i parametri di ingresso nelle varie zone “a colori”. Con le vecchie, la Sardegna sarebbe entrata in zona gialla da settimane, per via dell’alta incidenza dei nuovi contagi.
“Detto questo – prosegue Devias – sempre se non mi sbaglio, sono andato a controllare nel portale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e mi risulta che attualmente la Sardegna abbia a disposizione un totale di 196 posti letto di terapia intensiva. Credo che il 10% di 196 sia 19,6. Bene. Detto questo, faccio notare che i giornali dicono che sono attualmente occupati 17 posti di terapia intensiva, con malati gravi di Covid”.
I numeri dell’ultimo report del resto parlano chiaro. I ricoveri sono in aumento e a Cagliari i posti del Binaghi sarebbero già esauriti, con il Santissima Trinità in preallarme come presidio Covid-19.
“Da ciò che mi sembra di intuire – ma sempre col beneficio del dubbio – con l’arrivo di sole tre ulteriori persone in terapia intensiva tutta la Sardegna entrerà in zona gialla. Chiedo solo per capire se tra qualche giorno mi godrò, io come centinaia di migliaia di miei compatrioti, l’ottimo risultato ottenuto dal lavoro di squadra tra una giunta […] che spalanca tutto ma invoca “prudenza” e qualche centinaio di deficienti che crede che la prudenza voglia dire essere “pecore”. Salvo poi belare più forte di tutte quando la lingua blu è la loro. Ma forse mi sbaglio. Perciò chiedo” – conclude Devias.
Chissà se e quando arriveranno le risposte a queste domande.