In arrivo il bonus per i birrifici artigiani: 10milioni di euro a disposizione per produrre “bionde e rosse”. 39 i birrifici artigiani sardi. Maria Amelia Lai e Daniele Serra (Confartigianato Sardegna): “Serve una legge sarda per tutelare la vera birra artigiana e i piccoli produttori locali”.
Anche i birrifici artigiani della Sardegna potranno sfruttare il bonus da 10milioni di euro che il Governo ha stanziato per sostenere i piccoli produttori di “bionda e rossa”.
La bella, buona e spumeggiante, notizia arriva dal beneficio previsto dal decreto Sostegni bis (decreto-legge n. 73 del 2021), appena convertito in Legge. Il sostegno, previsto per dare spinta e sostegno al settore fortemente colpito dalla conseguenze legate all’emergenza Covid-19, si concretizza in un contributo a fondo perduto, 0,23 centesimi di euro per litro, riconosciuto ai piccoli birrifici produttori di birra artigianale. Per fare un esempio, su 10mila litri di birra prodotti, il bonus sarà pari a 2.300 euro, un gruzzoletto che le microrealtà potranno utilizzare per l’acquisto di macchinari oppure in ricerca, formazione e comunicazione.
Il calcolo è da farsi sulla birra complessivamente presa in carico rispettivamente, nel registro della birra condizionata, ovvero nel registro annuale di magazzino nell’anno 2020, sulla base dei dati riportati nella dichiarazione riepilogativa che è annualmente presentata, dagli stessi micro birrifici, all’Ufficio dogane e monopoli territorialmente competente. La produzione della birra è regolata dalla L. 1354/1962 «Disciplina igienica della produzione e del commercio della birra», all’interno della quale, con legge del 2016 (28 luglio 2016, n. 154), per la prima volta in Italia veniva data una definizione legale di “birra artigianale”. Quindi, “Si definisce birra artigianale la birra prodotta da
piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantita’ di birra prodotte per conto di terzi))Nella nostra Isola sono 36 i birrifici artigiani che, spillando una spumeggiante “bionda o rossa”, potranno festeggiare l’incentivo.
I dati del settore in Sardegna, rielaborati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su fonte UnionCamere-Infocamere del 2020, parlano di un comparto che in pochi anni è passato dalle 13 attività del 2012 alle quasi 40 dell’anno appena concluso.
“Attendendo l’apposito provvedimento che disciplinerà le modalità attuative – commentano la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai, e il Segretario, Daniele Serra – indubbiamente quello della birra artigianale è un settore cresciuto costantemente negli ultimi anni ma che in questo momento risente pesantemente ancora delle limitazioni antiCovid. Sono moltissimi gli impianti totalmente, o parzialmente fermi, e le perdite registrate dai piccoli birrifici vanno dal 60 al 90 per cento”.
IPA, blanche, stout, trappista ma anche IGA (Italian Grape Ale).
Per ogni pasto, palato, umore ed esigenza c’è una birra diversa e, per appagare la propria sete, i sardi si sono messi all’opera. A dispetto del peso delle accise e della concorrenza dei grandi produttori internazionali, l’universo della birra anche nella nostra regione negli ultimi cinque anni si è espanso a velocità crescente e, con esso, il numero delle aziende produttrici e degli addetti.
“Al di la di questa condizione, che speriamo passi nel più breve tempo possibile – continuano la Lai e Serra – per il settore brassicolo sardo c’è fortemente bisogno di un provvedimento di legge che, lavorando in un’ottica di promozione coordinata e di incentivi allo sviluppo, tuteli e valorizzi i birrifici artigianali esistenti”. “Ancora troppi birrifici da milioni di ettolitri di produzione continuano a utilizzare il termine “artigianale – ricordano Presidente e Segretario – e questo è un problema: le microimprese birrarie, infatti, soffrono la concorrenza delle produzioni industriali che, con ingenti investimenti di marketing provano a dare un “tocco” di artigianalità a prodotti che artigianali non sono
”.Come certificano i dati, il settore in Sardegna cresce di giorno in giorno. Un mondo, quello dei piccoli birrifici, che arricchisce il territorio sardo, dove qualità e artigianato sono le coordinate fondamentali in cui s’inseriscono metodo di lavorazione, materie prime impiegate nonché professionalità, passione ed eccezionale competenza dei maestri birrai artigiani, pluripremiati in giro per l’Europa. Quindi, un vero e proprio fenomeno culturale e un settore in espansione, ricco di opportunità e buone prospettive, che Confartigianato Imprese Sardegna ritiene sia il volano di una crescita di filiera, evoluta e dinamica, con impatti e ricadute benefiche trasversali che vanno dal mondo dei coltivatori sino all’indotto del turismo enogastronomico ed esperienziale.
Secondo l’Associazione Artigiana, sarà possibile vincere la sfida del mercato se l’intero sistema locale (birrifici, altri produttori dell’alimentare, ristoratori, commercianti ma anche consumatori), riusciranno insieme a valorizzare le birre artigianali abbinandole alla grande varietà e qualità dei prodotti alimentari sardi e alla Sardegna in generale, anche con un intervento regionale che dia ulteriore slancio al comparto.
Nel luglio 2016, Confartigianato Sardegna lavorò sulla proposta di legge regionale «Norme in materia di birra artigianale della Sardegna», mai diventata legge. La PDL intendeva disciplinare e tutelare la produzione della birra artigianale prodotta in Sardegna: definendo la “birra artigianale sarda” e il “birrificio artigianale sardo”; istituendo l’albo dei birrifici artigianali sardi e la figura del “mastro birraio”; istituendo il marchio di birra artigianale; prevendendo aiuti per investimenti aziendali.
Per Confartigianato Sardegna, per questo, sarebbe utile ripartire dalla PDL depositata in Consiglio (primo firmatario Crisponi) per la tutela, promozione e valorizzazione della produzione birricola artigianale, sviluppando sinergie e collaborazioni con la RAS che possano vederci protagonisti di progetti a finanziamento regionale per la qualità del prodotto, la formazione degli operatori del settore e nella definizione dei disciplinari e delle direttive regionali di istituzione e disciplina del marchio regionale.
Per l’Associazione, in conclusione, c’è fortemente bisogno di un provvedimento che tuteli e valorizzi i birrifici artigianali esistenti quindi di “un intervento normativo regionale che punti allo sviluppo della birra artigianale e tenga in considerazione lo status quo per valorizzare tutte le imprese che oggi già producono birra artigianale nell’Isola”.