Ogni giorno, per motivi vari, mi trovo a percorrere diverse volte almeno una delle seguenti strade: San Gavino-Sardara; San Gavino-Villacidro; San Gavino-Guspini; San Gavino-Sanluri. Sono strade in qualche modo simili, non strette, per la maggior parte rettilinee, ma con qualche curva e con dei dossi anche significativi. Percorrendo queste strade, mi accorgo che il comportamento dell’utente medio, sia esso uomo o donna, alla guida di veicoli di diverso genere, è praticamente questo: accelerare oltre i limiti consentiti dalla segnaletica, guidare in modo frenetico e impaziente, sorpasso compulsivo e spesso avventato, immotivato e inutile. Cosa significa?
Significa che io posso andare a 90 (entro i limiti consentiti), a 70 o a 50, troverò sempre qualcuno che cercherà di superarmi e lo farà, molto spesso, 1) anche se c’è la linea continua; 2) anche se c’è un dosso; 3) anche se davanti a me c’è una fila di macchine fitta, che impedisce l’immediato ritorno in corsia; 4) anche se si vedono macchine in arrivo all’altra corsia; 5) anche se la visibilità di quanto avviene nell’altra corsia non è possibile (ad esempio in un dosso).
Ogni giorno, mentre percorro in auto le strade che escono da San Gavino o che conducono in paese, devo temere, per colpa degli altri, di essere vittima o testimone di qualche incidente. Mi chiedo cosa posso fare per evitarli, cosa posso fare quando un imbecille, passatemi il termine, mi sorpassa pur avendo la corsia impegnata dall’altra parte, rientrando velocissimo, per un gioco di fortuna. Tanta fretta di sorpassare, ma non c’è nessuna urgenza, nessun appuntamento che valga quei 30 secondi in meno. Ah sì, forse rispondere al più presto a quel vocale WhatsApp, o guardare l’ultimo video virale nella chat degli amici.
Post-scriptum: avevo appena finito di scrivere questa lettera, quando sono dovuta uscire per uno dei soliti spostamenti quotidiani, con mio figlio al seguito. Ebbene, mi sono ritrovata in questo scenario: sulla strada provinciale Sardara-San Gavino c’era un trattore, seguito da una mietitrebbia, seguita a sua volta da un autocarro che andavano presumibilmente tutti nella stessa direzione. Arriva un camion con un rimorchio enorme, con sopra una ruspa. Poi c’ero io e, dietro di me, pian piano, si formava, com’è ovvio, data l’andatura non spedita del trattore in testa, una coda di altre 5 auto. Cosa succede? L’autista del camion con rimorchio enorme si stufa di “aspettare” e con un colpo di testa inizia il sorpasso, insieme, del Daily, della mietitrebbia e del trattore, tutti e tre veicoli non poco ingombranti. Che non sarebbe stato un sorpasso veloce era facile immaginarlo. Eppure, cosa fanno le auto dietro di me? Tutte e cinque, insieme, si accodano al camion dal rimorchio enorme e occupano la corsia di sorpasso; ovvero: non sanno quanto tempo ci vorrà al camion per superare i tre veicoli che lo precedono, non sanno c’è nella corsia opposta, perché durante il sorpasso del camion non si può vedere nulla, ma iniziano ugualmente quel dannato sorpasso e lo fanno tutte insieme, senza remore. Sono rimasta a guardare, guidavo ma avrei voluto fare inversione. Ecco, oggi a me e al mio piccolo è andata bene, domani chissà.
Mamma Giovanna