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Una mamma sbraita: San Gavino è un paese allo sbando?

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una mamma sangavinese, decisamente contrariata (per usare un eufemismo) dalle condizioni del paese in cui risiede.

Siamo certi che le sue parole (e le testimonianze fotografiche) faranno discutere, ma speriamo che servano a smuovere le acque e portino in dote “nuovi” provvedimenti (non una tantum, ma sistematici e programmati con la dovuta frequenza), visto che quelli “vecchi” sembrano non funzionare.


Una mamma sbraita: San Gavino è un paese allo sbando! Dico davvero e non per offendere: che impressione potrebbe avere un visitatore che viene da fuori, passeggiando per le strade del paese o in qualche area pubblica, tra parchi, piazzette e parcheggi? Tristissima.

La spazzatura è ovunque. Per terra, innanzitutto. Come ci finisce laggiù? Abbandonata lì “dai maleducati”. Sì, certo, maleducati. Ma non solo. Ogni volta che il suolo pubblico viene calpestato da esseri umani rimangono sempre tracce, che si tratti o meno di maleducati. Quando si fa il mercato, si crea immondizia, non soltanto perché siamo sporchi, ma perché, volenti o nolenti, ne produciamo perché consumiamo. I contenitori si vuotano, le verdure troppo mature vanno buttate, il nuovo sostituisce il vecchio e il vecchio si butta via. C’è poco da fare: bisogna pulire, smaltire, differenziare.

Se mangio un gelato, ho bisogno di un cestino per buttar via la carta. Cerco il cestino, lo trovo, ma è pieno, perché non viene vuotato regolarmente come si conviene.

Alle volte, dai cestini stracolmi la spazzatura viene fuori, per il vento o perché proprio non ci sta. Hai voglia a raccogliere: quei cestini bisogna vuotarli. Accade così nelle piazzette del paese o persino al parco, dove gli stessi cestini, colmi da mesi, sono svuotati soltanto dal vento, che sparge cartacce, plastiche e mascherine. Accanto a quei cestini colmi, poi, ci sono regolarmente schiere di bottiglie di vetro. I cestini per la differenziata, a San Gavino, non li hanno ancora inventati.

La mamma sgrana gli occhi: ho visto una mascherina che affiorava dalla sabbia, ai piedi dello scivolo in cui giocavano i miei bimbi. Poco più in là tappi di bottiglie, le “classiche” cicche, fazzoletti usati… e vetro ovunque. La mamma prende il figlio in braccio, scappa via a gambe levate. Ci saranno altri parchi più puliti, nei paesi del circondario?

E poi l’erba, tagliata di rado e non dappertutto. Viene tagliata soltanto su richiesta, se c’è qualcuno che insiste davvero, si lamenta, protesta. Altrimenti no, dimenticatoio, niente programmazione, foreste secche. E ad innaffiare nessuno pensa mai: i campi erbosi sono ingialliti, le aiuole aride, le aree verdi desertificate e gli alberi…meglio tagliarli appena si può, non sia mai che un ramo ci possa dare ombra o refrigerio!

Di maleducati a San Gavino, è vero, ce ne sono tantissimi, ma si moltiplicano per la verità, se le strade non sono pulite regolarmente. Solo se non lascia tregua allo sporco si può porre un freno anche alla maleducazione. Ma se il paese è abbandonato, cartaccia in più, cartaccia in meno, chi lo noterà?

Poi c’è chi si offende: “questo è un brutto biglietto da visita”, “bisogna evidenziare del paese solo le cose belle”. Tranquilli: i visitatori che vengono in paese “per le cose belle”, non hanno bisogno di ascoltare le solite lamentele di una mamma per notare che lo sporco e l’incuria sono ovunque, ai piedi di uno qualunque dei nostri murales, nel centro storico, o nelle nostre belle campagne!

Mamma Giovanna


A corredo della lettera, alcune foto scattate negli ultimi mesi da “Mamma Giovanna” che – a onor di cronaca – sono solo un piccolo sottoinsieme delle tantissime foto di denuncia di altri cittadini sangavinesi sui social e inviati alla nostra redazione.

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