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mercoledì, 17 Luglio 2024

Gli scacchi: tradizione e strategia

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Ciò che conta è fare scacco al re avversario. Tutte le altre pedine, dai pedoni alle torri, i cavalli e la regina, fanno da sfondo e danzano intorno al protagonista del gioco.
Il gioco degli scacchi fonda le sue radici nell’India del sesto secolo dopo Cristo e in regioni asiatiche circostanti, per poi diffondersi verso l’occidente: dapprima presso i persiani, poi nei territori arabi e per finire in Europa nel Medioevo. Venne definito “il gioco dei re” a partire dal XV secolo, in quanto era già simbolo di intelligenza e soprattutto potere. Ciò che sostanzialmente è cambiato con il passare del tempo sono i nomi e le raffigurazioni delle pedine: ad esempio l’alfiere anticamente era un elefante (tipicamente un animale asiatico e orientale).

Oggigiorno ci sono ancora tantissime persone che praticano questo gioco, anche a livello agonistico: vengono continuamente e periodicamente indetti nuovi tornei, gare e anche competizioni a squadre frequentate da moltissimi giocatori, di ogni etnia e provenienza. Gli scacchi sono un gioco accessibile a tutti coloro che sono pronti a mettersi in gioco e si interessano di strategia e matematica: per diventare campioni serve solo una scacchiera ed il proprio cervello. Nell’era della digitalizzazione e sviluppo tecnologico, esistono molteplici piattaforme di gioco online, e tra queste esistono ovviamente quelle dedicate al gioco degli scacchi: trovarsi a gareggiare contro un giocatore dall’altra parte del mondo è ormai normalità.

Quali sono le caratteristiche che rendono gli scacchi un’attività così famosa e interessante? Intanto il lato competitivo da una forte spinta psicologica a coloro che amano mettersi alla prova e reinventarsi. In più, per diventare buoni giocatori, è richiesto l’apprendimento di molte tecniche strategiche, che stimolano la mente e allenano il cervello a trovare una via d’uscita nelle situazioni complesse, come lo svantaggio numerico (in questo caso relativo al numero di pedine) o la pressione da prestazione.
Questo gioco, inoltre, aiuta ad esercitare e mettere alla prova la nostra pazienza e soprattutto ci obbliga ad essere in grado di mantenere la concentrazione anche per lungo tempo.

Negli anni, diversi sceneggiatori, scrittori e spettacoli televisivi hanno mostrato e parlato degli scacchi in diverse occasioni; quest’anno Netflix ha fatto uscire una miniserie completamente dedicata a questa attività. Il titolo è “La Regina degli Scacchi” e si propone di raccontare la storia di una ragazza, genio del gioco, durante la sua crescita e le difficoltà che le si sono presentate dinanzi nella sua vita; è basata su un romanzo scritto nel 1983. La storia è ambientata negli anni ‘50 e la protagonista, una ragazzina prodigio confinata in un orfanotrofio, viene seguita nel suo tentativo di trovare la propria strada in un periodo ancora fortemente dominato dal maschilismo. Secondo molti, questa serie rispecchia bene lo spirito intrinseco degli scacchi: anche in un tempo in cui alla donna non era concesso che stare a casa, non si è potuto fare a meno di prenderla in considerazione in quanto questo gioco non discrimina nessuno e non conosce ceto, genere o età.

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