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E.T. l’extraterrestre – 40 anni dall’uscita del film di Spielberg

Ci siamo sempre chiesti se siamo davvero l’unica forma di esseri viventi pensanti in questo universo. Sapremo mai se davvero esistono altre forme di vita intelligente? Chissà se prima o poi piattaforme come Betflag ci permetteranno di scommettere sulla scoperta o meno di forme di vita diverse da noi.

Il cinema e la letteratura hanno più volte cercato di rispondere a questo quesito mostrandoci, attraverso opere di fantascienza, diverse forme di vita aliene delle più strane fisionomie e dimensioni.

La maggior parte delle opere, però, hanno dato a queste forme una connotazione negativa mostrandoci queste forme di vita come il nemico pronto a volerci studiare o eliminare (si pensi ad esempio a film come Alien, La guerra dei mondi o Predator), senza provare a dimostrare che queste creature possano in realtà risultare innocue.

Uno dei primi film che ha tentato di spezzare una lancia a favore di questa causa è il celebre E.T. l’extraterrestre, che grazie al sublime lavoro di regia di Steven Spielberg ha incantato nel 1982 le famiglie di tutto il mondo e specialmente il pubblico più giovane, con una storia di amicizia diversa da tutte le altre.

Il protagonista è il piccolo Elliott, un bambino spesso da solo che vive con la mamma da poco separatasi dal marito e i suoi due fratelli nella loro casa di Los Angeles; Elliot è un bambino spesso solo e incompreso e una sera, dovendo ritirare una pizza ordinata dagli amici del fratello, si imbatte in un alieno nascostosi nel capannone degli attrezzi della casa dopo essere stato abbandonato dalla sua astronave mentre stava raccogliendo campioni di piante terrestri da studiare ed analizzare.

Inizialmente entrambi si spaventano, ma Elliot tenta attraverso delle caramelle di avvicinarlo, facendolo così entrare nella casa all’insaputa della sua famiglia.

Il film prosegue con la scoperta dell’alieno da parte dei due fratello di Elliott Michael e la piccola Gertie, che decidono di mantenere il segreto non svelando tutto alla mamma. I bambini si prenderanno cura di lui insegnandogli a parlare ed aiutandolo nel suo intento di comunicare con i suoi simili per poter tornare sul suo pianeta (è celebre la frase “E.T. telefono casa”).

Alla fine, dopo essere stati inseguiti dal governo al fine di catturare e.t. che ha oltretutto rischiato di morire, tutti riescono a fuggire grazie anche ai poteri dell’alieno che riesce a far volare le biciclette per poi infine dirigersi verso la foresta dove l’astronave è in arrivo per recuperarlo e tornare a casa. Alla fine e.t. saluterà tutti ed in particolar modo il suo nuovo amico Elliott abbracciandolo e assicurandogli che lui sarà sempre al suo fianco.

Il film ha riscosso molto successo ed è diventato un vero e proprio classico della cultura cinematografica, anche dopo quasi 40 anni dalla sua uscita.

Ma perchè E.T. è rimasto così impresso nella mente degli spettatori?

Come detto in precedenza la regia di Spielberg ha dato alla storia molto cuore riuscendo a farla sembrare molto credibile e per nulla fittizia, anche basandosi sul suo passato; Spielberg racconta infatti che da ragazzino era solito giocare con un amico immaginario che era appunto un alieno a seguito della sofferenza causatagli dalla separazione dei genitori.

Inoltre Spielberg racconta che inizialmente aveva in mente la creazione di un film più a sfondo horror con il titolo di “Night Skies”, ma che successivamente preferì rimanere su un genere più soft adatto a tutta la famiglia.

E.T. è e rimarrà una pietra miliare della storia del cinema, anche se con il suo aspetto il piccolo alieno ha inizialmente spaventato i piccoli spettatori, si è fatto apprezzare per il suo cuore d’oro, dimostrando che ciò che più importa è come si è dentro.

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