“La Sardegna ha una grande progettualità” e il Recovery Fund è un’opportunità di sviluppo irrinunciabile, ma c’è bisogno “di un pieno coinvolgimento delle Regioni nella definizione delle priorità e di una normativa semplificata e speciale per la spendita dei fondi”. Lo ha affermato il presidente della Regione, Christian Solinas, intervenendo questa mattina in videoconferenza ai lavori della prima giornata di “Sud-Progetti per ripartire” – un’iniziativa promossa dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, in vista dell’elaborazione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ai quali ha partecipato anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi.
“La situazione del Mezzogiorno è assolutamente drammatica rispetto al resto del Paese – ha detto il presidente Solinas – e in Sardegna viviamo anche l’insularità più pronunciata che il Paese conosca, con svantaggi strutturali permanenti in termini di trasporti e di costi per chi vive nell’Isola e per chi qui vuole fare impresa”.
“Vediamo nei fondi del Next Generation Eu – ha aggiunto Solinas – una grande opportunità per il Meridione e per la Sardegna, ma abbiamo bisogno di una restituzione della certezza del diritto per poter dare speditezza all’azione amministrativa. Non è paradossale che si affronti il tema del commissariamento delle grandi opere commissariandole con gli stessi responsabili delle lentezze di queste opere? Se le strade in Sardegna come nel Meridione sono indietro non è certo per volontà nostra ma è perché i soggetti gestori non sono stati in grado in tutto questo tempo di realizzarle”.
Inoltre, ha sottolineato Solinas, in questo periodo ha prevalso un neocentralismo che ha affossato specialità e autonomie: “Se esistono anche nel Meridione delle Regioni che hanno avuto riconosciuta una condizione di specialità è perché evidentemente in quelle realtà non si possono utilizzare le stesse formule che si utilizzano nel territorio nazionale. Invece tutta l’attività della burocrazia governativa e della Corte costituzionale degli ultimi anni è orientata a omologare sia le disposizioni normative sia le procedure al resto delle normative nazionali, con un’attività di impugnazione delle norme autonomistiche spaventosa”.
Ecco perché – ha proseguito il presidente della Regione rivolgendosi al ministro Carfagna – “è fondamentale che ci sia una normativa semplificata e speciale. Perché se noi pensiamo con gli strumenti assolutamente poco acuminati e arrugginiti che conosce il quadro normativo nazionale di andare a fare tagli di precisione chirurgica nel tessuto molle della burocrazia e delle lentezze che hanno contraddistinto la realizzazione delle grandi opere, non riusciremo né a spendere le risorse in maniera efficiente ed efficace né tantomeno a dare una nuova speranza al Meridione”.
“Parlo di cosa potrebbe fare la Sardegna”, ha evidenziato Solinas. “Abbiamo sicuramente una vocazione per una grande progettualità che veda il ruolo della produzione energetica come hub sperimentale per il resto del Paese e per l’Europa. Crediamo di poter distillare l’idrogeno in maniera green, e cioè attraverso fonti rinnovabili, con un investimento in tecnologia e in innovazione che siamo pronti a fare con le eccellenze che abbiamo, come il Crs4 e Sardegna Ricerche, mettendo a disposizione un know-how importante”.
“Siamo anche in prima linea – ha ricordato il presidente Solinas – con il progetto dell’Einstein Telescope, cioè una serie di gallerie che consentono di esplorare le onde gravitazionali a Lula, creando un secondo Cern in terra italiana. Siamo alla fase finale dopo aver superato le prime selezioni a livello comunitario vincendo la concorrenza di numerosi stati europei. Vista la poca sismicità del territorio sardo, e il suo essere isola, possiamo poi candidarci al più grande ‘data disaster recovery center’ del Mediterraneo per ospitare i grandi depositi di big data, in questo momento un problema per tutti i Paesi. Insomma, vogliamo allinearci al presente e al futuro, e investire in maniera importante integrando anche con risorse della programmazione regionale”.
Ma c’è bisogno di alcuni presupposti, ha sottolineato Solinas: “Il primo è un coinvolgimento delle Regioni anche nella definizione delle priorità e dei progetti. Sicuramente la fase di ascolto di tutti è una cosa sacrosanta ma nessuno meglio delle Regioni conosce quali possano essere i progetti in grado di dare una spinta complessiva a tutto il territorio. Diversamente rischiamo di frazionare le risorse e di non avere grandi progetti da presentare all’Europa”. Altro punto, ha ribadito il presidente Solinas, una normativa semplificata e speciale per la spendita dei fondi. “Credo che se adottassimo direttamente la normativa degli appalti europei senza la mediazione del codice nazionale probabilmente ne trarremmo tutti dei benefici in termini di speditezza, efficienza, efficacia e di economicità”.