Una terra destinata allo spopolamento. La Sardegna, da anni, subisce una lenta ma inesorabile diminuzione della popolazione, soprattutto nei paesi dell’interno. A incidere sul dato è il tasso di crescita naturale, cioè la differenza tra nascite e morti, che ha un saldo negativo. Si ipotizza che tra 50 anni, nell’Isola ci saranno all’incirca un milione di persone, contro gli 1,6 milioni attuali.
Anche il nostro territorio subisce questo fenomeno. A Samassi
, ad esempio, la popolazione è scesa sotto la soglia dei 5.000 abitanti. A darne notizia il sindaco Enrico Pusceddu, che ha espresso preoccupazione per il futuro in una lunga riflessione.“Ora abbiamo la conferma sui dati reali che la popolazione di Samassi in questo 2021 è passata sotto la soglia dei 5.000 abitanti, ad oggi 4.989 – certifica il primo cittadino di Samassi, che continua – abbiamo resistito a lungo allo spopolamento anche grazie ai tanti cittadini stranieri che ci hanno scelto come luogo di residenza (con nostro grande piacere). Al cospetto di tanti altri Comuni sardi la curva di decrescita è stata più lenta ma, dal 2012, ugualmente inesorabile tanto che in meno di dieci anni siamo scesi sotto la soglia (anche psicologica) dei 5.000 abitanti. Era da mezzo secolo che non accadeva, dal boom di nascite degli anni ’70 passando per i picchi di residenti dei primi anni ’90 del secolo scorso”.
“È una sensazione strana – conclude Enrico Pusceddu – che segna la cifra dei tempi che viviamo. Crisi economica, crollo delle nascite, invecchiamento della popolazione, processi migratori in ripresa determinano nuovi scenari socio-economici con cui fare i conti nel presente e da cui trarre insegnamenti per il futuro. Al momento (per i più pragmatici) l’unico vantaggio di tale dato si coglie nella possibilità di potersi spostare entro un raggio di 30 km dal proprio Comune nel caso in cui finissimo nuovamente in zona arancione. Magra consolazione”.