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Il mondo delle pizzerie in tempi di pandemia: intervista a Paolo Indeo

Il mondo è cambiato radicalmente nell’ultimo anno: sono tanti i settori che hanno dovuto rivoluzionare organizzazione, routine e rapporto con i clienti. Il settore della ristorazione è stato tra i più colpiti dalle restrizioni e forse è uno di quelli che più colpisce l’immaginario collettivo. Una pizza, una cena fuori, un caffè o una birra con gli amici: sono tra le piccole abitudini che più ci mancano e a cui abbiamo dovuto rinunciare (o quanto meno rimodulare) nell’ultimo anno.

Per dare voce a un comparto che muove un indotto importante e rappresenta una componente fondamentale del nostro tessuto sociale, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Paolo Indeo, classe 1983, titolare di Wonderfood pizzeria paninoteca a San Gavino Monreale.

Ciao Paolo, ormai conviviamo con il virus da un anno. Come è cambiato il tuo lavoro negli ultimi mesi, tra DPCM, sanificazione e chiusure?

Nell’ultimo anno il lavoro ha avuto un cambio radicale, soprattutto a livello di gestione della clientela e di preoccupazioni, perché a ogni DPCM non si sapeva mai se potevamo lavorare o meno. Il rapporto coi clienti per fortuna è rimasto intatto e solido: all’inizio è stato strano, ma bellissimo rivedere i clienti dopo mesi di lockdown. La sanificazione gioca un ruolo importantissimo per la lotta contro il virus, ma già da prima che accadesse il tutto, l’igiene veniva sempre e comunque al primo posto: un locale pulito è un locale sano.

La pandemia ha messo in ginocchio svariati settori. Il tuo lavoro ne ha risentito? Oppure i clienti non rinunciano alla pizza?

Il lavoro ne ha risentito ma per fortuna i clienti non rinunciano a una buona pizza o panino. Posso quindi affermare di essere stato fortunato rispetto ad alcuni colleghi o ad amici che svolgono lavori in settori più danneggiati.

A parte le restrizioni e le difficoltà di questo periodo, vivi altre criticità, magari meno pubblicizzate ma ugualmente importanti per la tua attività?

Purtroppo sì, ultimamente ho notato molta più sporcizia a terra. Speravo che questa pandemia potesse cambiare le cattive abitudini, ma nulla. Non ne stiamo uscendo migliori, anzi. Un’altra criticità che purtroppo devo far presente sono le condizioni pessime della via Santa Croce, dove ormai si sono formati dei veri e propri crateri. I dislivelli sono pericolosissimi soprattutto per le signore anziane che percorrono ogni giorno la nostra strada. Spero che il Comune intervenga in fretta!

Alcuni dei tuoi colleghi protestano contro le restrizioni in maniera eclatante. Qual è il tuo consiglio?

Capisco le ragioni della protesta. Viviamo una situazione brutta e difficile sia a livello sanitario che a livello economico. Se si riescono ad avere le stesse condizioni di rispetto delle regole, e a regolamentarle in sicurezza, non vedo perché non poter far lavorare anche la sera, come già fanno a pranzo. D’altronde i miei colleghi chiedono solo quello… poter lavorare.

Guardiamo al futuro: hai progetti per il 2021?

I progetti per il futuro si ci sono, ma per ora sono in stand-by. Attendiamo con fiducia il ritorno alla normalità, sperando che accada presto!

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