Oggi sui social è rimbalzata la notizia di un controllo anticovid a San Gavino Monreale, ripresa da diverse testate che hanno riportato più o meno la stessa versione.
In questi articoli si parla di un controllo dei Carabinieri in un locale (il cui nome non viene specificato, ma ve lo diremo noi) dove alcune persone sarebbero state “a cena come se nulla fosse” con tanto di foto (ovviamente non del locale in questione, ma d’archivio per attirare qualche click) con una presunta tavola imbandita.
Per capire meglio cosa sia successo realmente, abbiamo chiesto chiarimenti a Valentina Oliveri, titolare di “Peccati di Gola”, l’attività commerciale in questione. La notizia in mattinata era già corsa di bocca in bocca, tutti conoscevano il nome del ristorante, ma qualcuno ha condito la notizia con dettagli completamente campati in aria. Dal numero di avventori al tipo di servizio, dal numero di sanzioni elevate a ipotesi sulla situazione finanziaria del locale.
“Ormai la storia la sanno tutti, ma voglio dare la mia versione – ci dice Valentina Oliveri – io sto aprendo perché sono stanca di queste restrizioni. Sto aderendo all’iniziativa #ioApro, è assurdo farci aprire di mattina e chiudere di sera, come se il virus si basasse su un orario!”.
La campagna #ioApro è stata lanciata dei ristoratori “ribelli” che hanno annunciato nei giorni scorsi l’apertura serale dei loro locali per protestare contro i divieti imposti dai decreti governativi per limitare la diffusione del coronavirus. La titolare del ristorante “Peccati di Gola”
si prende le proprie responsabilità, però non ci sta a leggere ricostruzioni fantasiose sui giornali.“Il nostro locale – chiarisce Valentina – non è stato chiuso e tantomeno sono stati sanzionati i clienti! Solo io sono stata multata: sanzione che ovviamente contesterò: ha già tutto in mano l’avvocato! Sono consapevole di quello che sto facendo come ho affermato ai Carabinieri. Le forze dell’ordine non sono passate per caso, sono state chiamate”.
Laddove non arriva la giustizia italiana, comunque, arrivano le malelingue del paese (ma il covid non doveva renderci tutti migliori?), malignità di cui avremmo fatto tutti volentieri a meno.
“Ci tengo a precisare soprattutto una cosa – conclude Valentina – io non sto aprendo perché sono sul lastrico come molti stanno vociferando, sto abbastanza bene, sto aprendo solo per protesta”.