Le preoccupanti notizie che giungono in questi giorni circa l’individuazione da parte del Governo Italiano di aree di stoccaggio di residui nucleari nel territorio dei comuni di Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Las Plassas, ricadenti nelle diocesi di Oristano e Ales-Terralba (oltre che Nurri, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Gergei, Guasila e Ortacesus in diocesi di Cagliari) ci spingono a prendere una ferma posizione come Chiesa diocesana di Oristano e Ales- Terralba.
Nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace appena celebrata Papa Francesco ci ha ricordato che “i nostri piani e sforzi devono sempre tenere conto degli effetti sull’intera famiglia umana, ponderando le conseguenze per il momento presente e per le generazioni future.” E ancora: “la cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione a interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace”.
Non possiamo non notare che sono ben altri gli investimenti che dovrebbero essere messi in atto nei nostri territori, largamente spopolati anche a causa dell’assenza di incisive politiche di valorizzazione del territorio e di risorse turistiche e agro-alimentari che, invece, dovrebbero essere incentivate.
Il referendum regionale del 2011 ha già espresso in modo inequivocabile la volontà dei Sardi: la quasi totalità dei votanti si espresse per un no all’utilizzo della Sardegna come zona di stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Pertanto, anche in questa fase iniziale di valutazione, è necessario che si tenga conto della volontà popolare.
Siamo solidali e vicini a tutte le amministrazioni locali interessate e agli uomini e donne della Sardegna che chiedono dignità, giustizia, lavoro nel rispetto della vocazione della propria isola a terra di accoglienza, famosa per la sua natura incontaminata.
Roberto Carboni
Arcivescovo di Oristano
Amministratore Apostolico di Ales-Terralba