Puntuali come gli F24 dell’Agenzia delle Entrate a Novembre, dopo ogni bollettino e notizia sul coronavirus, sulla nostra pagina Facebook arrivano i commenti polemici di chi vorrebbe “censurare” ogni informazione sul tema.
I messaggi sono ricorrenti, le obiezioni sempre le stesse da parte delle solite persone. “Ma non guarisce mai nessuno?”, “Date sono i positivi, mai le guarigioni!”, “Dovreste smettere di pubblicare i bollettini che incutono paura”, “I tamponi non servono, sono dati fasulli”, “Fate gossip per riempire le pagine web” o il più classico e sempreverde “Questo è terrorismo mediatico!”.
Molti ci chiedono “Perché rispondete?”. Ammesso che abbiamo sempre promosso la libertà di pensiero e di opinione
(finché non si scade nella volgarità o nell’insulto), bisogna specificare che in alcuni casi le opinioni sono completamente sbagliate e potenzialmente pericolose per una comunità intera. Dire ad esempio che il Covid non esiste, che è tutta un’invenzione giornalistica (ma che vantaggio avremmo a inventarci o sostenere una pandemia che ci rinchiude in casa al pari degli altri?) e comportarsi come se fosse tutto un complotto, non solo è inesatto, ma mette a repentaglio la salute di tutti gli altri.Rispondere, dunque, ai negazionisti, ai complottisti, a chi mette in dubbio la nostra capacità cognitiva e rispondere persino alle illazioni sulla nostra “connivenza” con chissà qualche lobby, non è una “perdita di tempo”. Ci piace pensare che i commenti agli articoli vengano letti anche dagli “indecisi”, persone che stanno cercando di farsi un’idea sulla situazione. Leggere 10, 100, 1000 volte “il covid non esiste” potrebbe essere pericoloso. “Ripeti una bugia all’infinito e diventerà una verità”, diceva qualcuno. Rispondere, con educazione e rispetto, favorendo un sano confronto e portando sempre argomentazioni solide, è il nostro piccolo contributo per cercare di “fare la differenza” nel territorio.
La medicina non è infallibile, certo, e questo alimenta le paure di chi non ha il bagaglio di informazioni necessario per interpretare correttamente le notizie mediche. A parte i laureati in medicina e gli addetti ai lavori, siamo un po’ tutti ignoranti in materia. Ma un tempo, chi non padroneggiava un argomento, ascoltava i medici e i canali di informazione certificati.
Ora ognuno si sente abbastanza preparato per lanciarsi in diagnosi e teorie “fai da te”, magari attingendo a siti o canali YouTube gestiti da ciarlatani che – loro sì – inventano teorie complottistiche per fare due soldi dai click dei creduloni.Il nostro sito non pubblica quei dati per cercare click facili. Nei bollettini Covid-19 quotidiani, che pubblichiamo per via della convenzione con il Comune di San Gavino Monreale (ente che ha il preciso dovere di informare la popolazione, e ha deciso di farlo anche attraverso le pagine del nostro sito), si trovano sia i positivi che le guarigioni. Sostenere il contrario e commentare “Date sono i positivi, mai le guarigioni!” dimostra che qualcuno non legge l’articolo e commenta solo il titolo o la didascalia. Questa poca propensione alla lettura oltre le prime due righe, consentitecelo, è il male dell’era digitale.
Per concludere, noi non alimentiamo alcuna paura (né abbiamo interesse a farlo): il nostro dovere è informare i cittadini, rendendo pubblici e trasparenti i numeri diffusi da ATS e Comune. I numeri non sono buoni né cattivi, sono solo numeri. La differenza la fa lo spirito e l’interpretazione di chi li legge, non chi li diffonde.