Situazione ai limiti dell’incredibile in Sardegna. Mercoledì 30 dicembre sono arrivati i vaccini anti-Covid, l’arma che dovrebbe farci uscire definitivamente dalla guerra contro il virus, ma la campagna di vaccinazione è sostanzialmente ferma.
Questo è quanto emerge dal report sui vaccini anti-Covid, che offre uno spaccato delle regioni italiane, mostrando quante dosi siano state consegnate alle ATS e come procede la somministrazione ai cittadini.
La Sardegna è penultima per efficienza: peggio di noi soltanto il Molise. Su 12.855 dosi consegnate, solo 302 inoculazioni, pari al 2,3%. Numeri bassissimi rispetto ad altre regioni, come Lazio, Piemonte e Veneto o la piccola provincia di Trento, dove la copertura arriva addirittura al 45% con ben 2.242 iniezioni in pochi giorni.
A partire da lunedì le somministrazioni in Sardegna, secondo quanto annunciato, dovrebbero salire a circa 200 giornaliere. Si parte dal personale sanitario dei vari presidi ospedalieri, per poi andare a coprire tutte le fasce più a rischio, secondo scaglionamenti progressivi.
Ma la gestione dei vaccini non è l’unica criticità della gestione della sanità pubblica in Sardegna: l’Istituto Superiore di Sanità ha infatti inserito la Sardegna tra le regioni a “rischio alto” (quindi a rischio “zona rossa”) perché l’incompletezza dei dati sui contagi, forniti dalla Regione, rende il quadro dell’isola addirittura “non valutabile”.