Il calderone dei no-vax. L’opposizione tra pro-vax e no-vax in questi giorni, quelli della distribuzione dei primi vaccini anti-covid, si fa sempre più radicalizzata, andando ben oltre i limiti dell’espressione di una libera opinione e che non è esente, da entrambe le parti, da pregiudizi e manifestazioni di odio. Ma i no vax, sono davvero tutti no vax? Sono no vax allo stesso modo? Il termine si applica a qualunque tipo di idee, movimenti e posizioni genericamente definiti come “no-vax”, cioè anti-vacciniste. Vi rientrano, spesso senza alcuna distinzione, sia coloro che esprimono dubbi o perplessità sui vaccini, sia coloro che attivamente e nella pratica si oppongono alla vaccinazione; sia chi non sa niente sui vaccini perché non ha studiato e chi invece non ne vuole sapere niente, chi ne ha “paura” perché “non si sa cosa c’è dentro” e chi pensa che siano, a prescindere, una “diavoleria” creata dall’umanità per autodistruggersi; ci sono coloro che non si fidano della scienza a priori, o chi a priori pensa solo che sia un trucco per far guadagnare le case farmaceutiche; c’è chi difende un’improbabile concetto di natura (come se virus e malattie non ne facessero parte) e chi vuole essere libero da ogni costrizione politica, salvo però vivere immerso nella società tra costrizioni e contraddizioni di mille tipi; c’è chi è consapevole del modo insostenibile in cui viviamo, chi sente il bisogno di frenare la corsa dell’uomo; chi fa dei minestroni tra ecologismo e sanità pubblica, chi semplicemente sbaglia perché considera un solo lato della faccenda. Visto che la categoria no vax comprende un po’ di tutto ha senso utilizzarla per scagliarsi a priori contro chi manifesta dei dubbi?
Quando le notizie non informano. In questa folla di persone ci sono anche coloro che manifestano legittimamente dei dubbi, a volte, vogliono soltanto comprendere qualcosa di più, per poter decidere liberamente, senza obblighi. Siamo bombardati di informazioni sui vaccini, da tutte le parti, attraverso molteplici canali, ma non basta, anzi è proprio questo il danno. Abbiamo l’illusione di sapere e poter sapere tutto (con un clic), perché le informazioni ci sembrano alla portata di tutti. Ma lo sono davvero? Di che tipo di informazioni si tratta? Da quali fonti provengono? Siamo in grado di capire con i mezzi che abbiamo a disposizione? Si finisce per dare retta sempre più a chi lancia slogan, facili, veloci, spiegati bene e in fretta, mentre l’informazione approfondita e corretta passa in secondo piano, troppo lunga, troppo difficile, inaccessibile, forse “nasconde qualcosa”. Un bel paradosso. Mentre, tra i cosiddetti no vax circolano video e slogan ripetitivi come mantra, ecco che, dall’altra parte della staccionata, intellettuali, persone di cultura, persone “che hanno studiato” o che si reputano “ben informate” non fanno che alimentare questa folle presunta “lotta tra bene e male”. Invitano allo scontro, accusando i no vax di ignoranza, ottusità, stupidità, dando origine soltanto a fanatismi, da entrambe le parti, esattamente come accade nelle tifoserie da stadio, in un fenomeno che dilaga sempre più. Le file dei cosiddetti no vax si ingrossano anche a causa del fatto che chiunque manifesti un dubbio viene letteralmente aggredito. La strada della conciliazione, della spiegazione, del chiarimento, del sapere è sempre la più difficile e anche i più “istruiti” fanno fatica a seguirla. Perché?
La difficile strada del dialogo.Ci sono tanti libri che spiegano cosa sono i vaccini, ma la maggior parte delle persone che protestano perché “dei vaccini non si sa nulla”… non vuole leggere libri, anzi, è diffidente nei confronti della scienza. A essere onesti, però, nemmeno tutti i sostenitori dei vaccini leggono libri sui vaccini. Può darsi che tra i no vax ci siano persone che non hanno voglia di leggere, ma forse avrebbero voglia di ascoltare una bella spiegazione, un racconto, una descrizione che mostri come funziona il nostro organismo, cosa sono i virus, come sono creati i vaccini, e così via. Avrebbero voglia di ascoltare, se l’interlocutore “che ne sa in materia” fosse davvero disponibile allo scambio che, questo vi sembrerà sorprendente, sarà istruttivo per entrambi. Degno di lode non è chi deride i no vax, chi li insulta, chi li emargina, chi se ne fa beffa. Prendetevi piuttosto il tempo e la pazienza di spiegare loro ciò che capite, se capite davvero, di mostrare cosa c’è di errato in quegli slogan e video che convincono in tanti a non vaccinarsi o che fanno sorgere sempre più dubbi, creando disordini. Questa strada, la più difficile e la meno immediata, si chiama “sensibilizzazione” e produce frutti assai migliori della semplice “guerra ai no vax”, che invece non porta a nulla.
La paziente costruzione del sapere. Né i vaccinisti né gli anti-vaccinisti potranno mai affermare di conoscere la “verità”, perché quando si tratta di scienza non si ha a che fare con la verità ma con una ricerca continua, fatta di confronto, di analisi, di esperimenti, di dati, di verifiche, di errori, di correzioni, di fallibilità, di metodo, di misurazioni, di lavoro, di collaborazione, di revisione, di numeri e di molto altro. Il sapere non piove dal cielo, non è stato infuso né ai no-vax né ai sì-vax. La “scienza” non è scritta dall’era dei tempi, non deriva da leggi immutabili, non è immutabile. Il sapere si costruisce e si modifica giorno dopo giorno, con pazienza. La stessa pazienza che hanno i ricercatori quando stanno chini sui loro libri, su fogli pieni di calcoli e sui loro esperimenti, quando i conti non tornano, quando le verifiche non portano ai risultati sperati, quando i dati sono smentiti da altri esperimenti. Il vaccino è frutto di un intenso lavoro di ricerca, faticosissimo e difficilmente ciò viene riconosciuto da chi è pronto a sputarci sopra. Occorrono anni di studio, preparazione, pazienza, tanto lavoro, collaborazione, intelligenza, forte motivazione per far parte di un gruppo di ricerca in cui si preparano i vaccini. Frustrante è dover sentire tutti i giorni come questo lavoro venga demolito con un clic, con un video, con una frase ad effetto che convince più di mille articoli scientifici ben fondati. Eppure, nonostante la frustrazione, la rabbia e l’odio non sono la soluzione.
Partire dal rispetto. Ma anche chi non è uno scienziato può contribuire in qualche modo a far sì che il lavoro dei ricercatori sia rispettato. E il rispetto si ottiene proprio…rispettando gli altri. Chi non vi starà a sentire oggi, perché non ne ha voglia, magari lo farà domani, incuriosito dai vostri argomenti, dai dati che gli fornite, dal modo in cui ne parlate, dall’onestà con cui spiegate le cose. Magari verrà a cercarvi lui stesso, perché quei video “no vax” non lo soddisfano più, perché comprende quanto siano ingannevoli e quante persone in malafede spesso portino avanti la causa no-vax. Ma il vostro interlocutore vi ascolterà soltanto se non l’avrete aggredito per il semplice fatto di aver espresso “idee no vax”, se non gli avrete sputato in faccia la vostra sapienza, o presunta tale, e arroganza, se non l’avrete trattato da idiota, se non gli avete riso in faccia, se avete riconosciuto anche a lui la capacità di ragionare e se avrete fatto il possibile per dargli delle buone basi per farlo.
La.F.