Dopo il primo caso ufficiale di peste suina in Germania notificato il 9 settembre scorso, la diffusione del virus in terra tedesca si è allargato estendendosi dal Brandeburgo alla Sassonia.
Per questo secondo il presidente delle Coldiretti Ettore Prandini “è necessario fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate per tutelare gli allevamenti nazionali”.
Richiesta rilanciata dall’omologo sardo Battista Cualbu: “è fondamentale estendere nelle regioni tedesche in cui è diffusa la peste suina le stesse restrizioni adottate in Sardegna. E’ necessario da una parte per tutelare il patrimonio suinicolo italiano e dall’altra per non vanificare gli ingenti sforzi fatti in questi anni in Sardegna”.
“Non sono ammissibili rinvii che potrebbero indurre a pensare all’adozione di due pesi e due misure tra Sardegna e Germania, che sarebbero deleteri e punirebbero il grande senso di responsabilità, gli sforzi e le perdite subite dagli allevatori sardi – continua il presidente di Coldiretti Sardegna -. I nostri allevatori per anni hanno subito pesanti limitazioni che hanno inciso pesantemente sulla sostenibilità economica della filiera suinicola sarda. Si è avuta la forza di reagire e nel rispetto di queste norme si è addirittura riusciti non solo a superare la peste suina (da 26 mesi non si verificano focolai e da 19 mesi casi positivi) ma a dar vita ad allevamenti in biosicurezza e virtuosi che possono competere a tutti i livelli. Per questo sollecitiamo ancora una volta lo sblocco alla commercializzazione dei nostri suini oltre i confini sardi che ci vede bloccati da ormai 9 anni consecutivi oltre al blocco delle regioni tedesche interessate che oggi rappresentano un rischio anche per i nostri allevamenti”.