Uno dei punti di forza della Sardegna è senza dubbio la sua capacità di restare ancorata alle tradizioni più antiche, che contribuiscono a donare all’isola il fascino che conserva tuttora. Tra queste, meritano un’attenzione particolare quelle legate al mondo dell’intrattenimento, ai giochi da tavolo e di carte, che rappresentano ancora oggi i passatempi principali per trascorrere piacevoli serate in famiglia o tra amici. La storia dei giochi tradizionali sardi conta più di un nome importante: la Mariglia, il Truco e anche qualche gioco da tavolo ideato più di recente. Per quanto legati alla tradizione, le loro regole sono più attuali di quanto si possa immaginare.
Il gioco della Mariglia
La Mariglia è, con molta probabilità, uno dei giochi di carte più antichi della Sardegna. Popolare in prevalenza al centro-sud dell’isola, il gioco è anche conosciuto con il nome di bridge sardo o di Maniglia, con cui è chiamato soprattutto in Campania e a Genova. Per giocare a Mariglia, si utilizza di solito un mazzo di carte sarde o genovesi, che vengono distribuite a due coppie di giocatori, tra i quali viene scelto anche un mazziere. Lo scopo del gioco è quello di raggiungere un determinato punteggio, che può variare da 45 a 71 punti, prima della squadra avversaria. Si tratta, quindi, di un gioco di comparazione basato sulla gestione della propria mano, che presenta molte similitudini con giochi come il poker e il blackjack. Giochi, anche questi, dalle origini molto antiche, ma la cui popolarità è divenuta notevole grazie alla loro presenza sulle principali piattaforme di gioco online. Di questi giochi, tra l’altro, ne esistono ormai anche delle versioni ancora più interattive disponibili sui migliori casinò live
e basate sulla possibilità di giocare direttamente con un croupier dal vivo grazie alle tecnologie streaming. Un ottimo modo per far coincidere tradizione e modernità.Il Truco
Il gioco del Truco, pur essendo in realtà nato in Sud America, è tuttora praticato solo in Sardegna, a Paulilatino, in provincia di Oristano. Si tratta di un gioco di carte giunto nell’isola negli anni Venti dello scorso secolo, grazie a Serafino e Cosimo Cossu e Serafino Trogu, emigrati in Argentina e rientrati successivamente in patria, contribuendo così alla diffusione del gioco. Quello del Truco è un vero e proprio gioco d’azzardo, basato anche sulla capacità di bluffare. Proprio per questo, il Truco sarebbe basato anche su una serie di messaggi non verbali con i quali comunicare ai compagni di squadra le proprie carte: l’occhiolino, ad esempio, equivale all’asso di bastoni, mentre sollevare le sopracciglia equivale all’asso di picche. Proprio come il gioco della Mariglia, anche a Truco si gioca in squadra, fino a un massimo di otto giocatori. Il suo scopo è quello di raggiungere 31 prima della squadra avversaria o, in caso di pareggio, di fare più punti possibile durante l’ultima mano di gioco.
Terra Lìbera
A differenza dei giochi del Truco e della Mariglia, Terra Lìbera è un gioco da tavolo piuttosto recente, ideato da Iroxi Iscanu (Giorgio Scanu) per raccontare la storia della Sardegna antica attraverso il divertimento. Il gioco, infatti, si presenta come uno strumento utile per viaggiare nel passato dell’isola, anche attraverso diverse epoche storiche: l’epoca degli Antichi Romani, ad esempio, ma anche il periodo nuragico, quello fenicio e l’età punica. Un gioco che presenta molti punti in comune con il Risiko, ma che vede come protagonista esclusiva la Sardegna e la sua storia. Il gioco, che prevede un massimo di quattro giocatori, ha una durata di circa due ore a partita: un vero e proprio full immersion nella storia e della trasformazione socioeconomica della Sardegna.
Giochi come questi sono la prova evidente di come la tradizione e la modernità vadano spesso a braccetto, fungendo molte volte anche da insegnanti o da fonti per ampliare le proprie conoscenze. Quando c’è il divertimento, poi, imparare diviene ancora più semplice.