Il commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, a margine della Conferenza Stato-Regioni, lancia l’allarme sui ritardi dei vertici sanitari regionali, che a suo dire non starebbero facendo abbastanza per adeguare gli ospedali al livello di allerta attuale.
“In questi mesi – ha dichiarato Domenico Arcuri – alle Regioni abbiamo inviato 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive, 1.429 per le subintensive. Prima del Covid le terapie intensive erano 5.179 e ora ne risultano attive 6.628 ma, in base ai dispositivi forniti, dovevamo averne altre 1.600 che sono già nelle disponibilità delle singole regioni ma non sono ancora attive. Chiederei alle regioni di attivarle”.
Nel monitoraggio settimanale ministero della Salute-ISS, relativo al periodo che va dal 5 all’11 ottobre, si sottolinea che l’allerta per la tenuta delle terapie intensive riguarda in particolare 10 Regioni italiane, nelle quali il rischio viene definito alto: Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta.
In queste regioni ci sarebbe una probabilità – da alta a massima – di superare già a novembre la soglia del 30% delle terapie intensive destinate a pazienti Covid-19.
In Sardegna (fonte Sky TG24) i posti letto in terapia intensiva, prima del Covid, erano 134. Con il Decreto Rilancio sono stati programmati altri 101 posti letto. Alla data del 9 ottobre, contando quelli già stabilizzati del Piano Arcuri, il numero dei posti letto è arrivato però solo a 175. I posti per 100.000 abitanti in Sardegna sono dunque 10,6 (sotto la soglia di sicurezza del governo, fissata invece a 14). Secondo i dati del bollettino del ministero della Salute del 15 ottobre, le terapie intensive occupate in Sardegna sono 28, con un tasso di saturazione è del 16%
“Abbiamo altri 1.500 ventilatori disponibili – ha dichiarato il commissario Domenico Arcuri – ma prima di distribuirli vorremmo vedere attivati i 1.600 posti letto di terapia intensiva per cui abbiamo già inviato i ventilatori”.