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domenica, 22 Dicembre 2024

San Gavino Monreale, un progetto di bonifica per creare un parco nelle aree inquinate dall’industria

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Il 7 Luglio 2020 si è svolta la prima riunione, in videoconferenza, della Conferenza di Servizi per l’esame del Progetto di bonifica e messa in sicurezza di San Gavino Monreale, trasmesso dalla ditta Eni Rewind. Il sito industriale, che tutti conosciamo come “area della vecchia fonderia” nasce come area metallurgica per produzione di piombo e, come sottolinea l’assessore all’Ambiente Libero Lai, “solo dal 1984 i processi produttivi furono ridotti alla sola raffinazione e infine nel 99 l’attività venne dismessa. Attualmente sono in essere solo le attività di monitoraggio dei suoli, della falda e della bonifica del sito”.

Eni Rewind è il ramo societario ambientale di Eni, che lavora secondo i principi dell’economia circolare per valorizzare i terreni industriali e i rifiuti attraverso progetti di bonifica e di recupero efficiente e sostenibile. Mette a disposizione le competenze e la ricerca tecnologica per rigenerare i suoli, le acque e le risorse recuperabili, dialogando con le comunità del territorio.

Il progetto di bonifica, di cui si è parlato poco sinora, sta seguendo il suo iter burocratico, ha come obiettivo principale quello di valorizzare il patrimonio paesaggistico, rendendo accogliente e fruibile per cittadini e turisti un luogo attualmente inquinato.

“Ricordiamo – sottolinea l’ex Assessore all’Ambiente Nicola Ennas che il TAR con sentenza del 31/03/2017 ha annullato la determinazione 39 del 20-07-2016 del comune di San Gavino Monreale nel quale veniva dichiarata la non ammissibilità alla creazione di un cumulo accanto alla discarica esistente. Anche il Consiglio di Stato, al quale il comune di San Gavino Monreale si era appellato, nel Dicembre 2018 ha dichiarato infondato l’appello del Comune di San Gavino Monreale confermando la sentenza del TAR”.

“Il progetto – conferma l’attuale assessore all’Ambiente Lai – prevede la cinturazione dell’area ex impianti, la rimozione di scorie e materiale contaminato presenti nelle aree esterne e il loro abbancamento all’interno, la realizzazione del sistema di impermeabilizzazione superficiale dell’area, il cosiddetto capping, e il ripristino ambientale dell’area. Inoltre è prevista la sigillatura di pozzi e piezometri esistenti e la realizzazione di un sistema di emungimento e monitoraggio continuo delle acque di falda”.

“Al termine degli interventi di capping – prosegue l’assessore Lai – nell’area oggetto di messa in sicurezza permanente si prevedono interventi di ripristino vegetazionale. Il ripristino ambientale comprende la realizzazione del sistema di irrigazione del terreno vegetale che sarà di tipo a pioggia con impianto fisso interrato automatizzato”.

Il ripristino paesaggistico del sito industriale passa attraverso la creazione di un Parco Urbano, che si chiamerà “Parco Oro Rosso”: un’idea per la valorizzazione dell’area oggetto di bonifica.

“Sono state individuate tre grandi zone – sottolinea Lai – una dedicata all’accoglienza da cui si accede dalla porta del parco e dove sono presenti la casa del dirigente, l’info point, lo spazio eventi, l’area attrezzata e il campo di zafferano, un’altra dedicata alla didattica, all’arte e ai percorsi natura, l’ultima, dove trovano posto gli spazi gioco attrezzati e per il tempo libero”.

Un iter lungo, come spesso accade per i progetti di ampio respiro, che però recentemente ha compiuto passi decisivi verso il via libera ai lavori.

Il 29 luglio 2020 è arrivato il parere favorevole dall’Assessorato agli Enti Locali per la realizzazione dell’intervento, “in quanto volto alla bonifica e messa in sicurezza di un’ex area industriale degradata con opere di rimodellazione morfologica, piantumazioni e realizzazione di percorsi, generando nuovi valori paesaggistici e restituendo alla collettività uno spazio per il tempo libero, lo sport e l’aggregazione”.

Il 30 luglio 2020 è giunto anche il parere della Provincia del Sud Sardegna, e già durante la videoconferenza del 7 Luglio 2020 è stato ottenuto in via preliminare il parere favorevole dell’Assessorato all’Ambiente che chiede tuttavia, anche dietro richiesta dell’Amministrazione Comunale di San Gavino Monreale, un monitoraggio post operam superiore ai cinque anni successivi alla messa in sicurezza permanente.

“Ciò che auspichiamo – conclude l’assessore Libero Lai – è che l’intervento venga perfettamente realizzato nel rispetto e tutela del nostro territorio. I monitoraggi post operam dovranno essere puntuali e continui e su questo abbiamo il dovere di vigilare attentamente”.

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