Venerdì 9 ottobre, presso il Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu”, aprirà al pubblico la mostra “L’anima rubata. L’evoluzione della fotografia”, frutto della proficua collaborazione tra il Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia e l’Associazione Culturale ArcheoFoto Sardegna, e verrà presentata in esclusiva attraverso la pagina social dedicata. Per ragioni precauzionali legate alle misure di contrasto al virus COVID-19, infatti, non si svolgerà la cerimonia inaugurale.
La mostra, curata da Nicola Castangia e Luca Puddu, nasce dal desiderio di accompagnare il pubblico attraverso l’affascinante storia della fotografia che, con la sua invenzione nel 1826 ad opera di Joseph Nicéphore Niépce (poi perfezionata e resa pubblica da Louis Daguerre nel 1839 e da William Fox Talbot nel 1840), ha reso definitivamente possibile un sogno antico come l’Uomo, ossia fermare il tempo e catturare la vita, imprigionandola dentro l’immagine, quasi a volerne rubare l’anima.
Dalla pratica alchemica degli esordi, quando i fotografi erano maghi alle prese con sali d’argento e fosforo, la tecnologia fotografica ha conquistato l’attenzione di filosofi e artisti, prima subordinata alla pittura, poi alternativa e in competizione con essa, fino a raggiungere il suo indipendente status di “arte”.
Per oltre un secolo essa ha rivelato il mondo e lo ha documentato attraverso molteplici punti di vista, testimoniando e mostrando momenti cruciali e quotidiani, isterie, bellezze, orrori e sogni di un’epoca folgorante.
È con il XXI secolo e con gli eccessi della società tecnologica contemporanea, che vediamo moltiplicarsi le fotocamere, presenti ormai nei satelliti, nei sistemi di sorveglianza, nei droni e, soprattutto, negli innumerevoli smartphone, divenuti il prolungamento meccanico e virtuale dei nostri arti e delle nostre menti.
Oggi, paradossalmente, in una società dominata dalle immagini, la fotografia, intesa nel suo corpo fisico oltre che estetico, sembra essere divenuta quasi invisibile, inghiottita e perduta nell’incessante e vorticosa condivisione digitale, in cui “tutti siamo fotografi”.
È inevitabile, dunque, domandarsi quale futuro avrà, in questa modernità fulminea che essa stessa ha contribuito a creare.
L’anima rubata è il racconto dell’evoluzione che ha avuto la tecnica fotografica in quasi due secoli di storia, illustrato con le fasi più significative, certamente non esaustive, insieme ad alcuni dei principali autori che hanno segnato le varie “correnti fotografiche”.
La narrazione, suddivisa in quattro ambienti, è arricchita dall’ esposizione di oltre cinquanta macchine fotografiche che hanno caratterizzato il mondo della fotografia nell’ultimo secolo (tra le quali si segnalano la celebre Rolleiflex 2,8 Planar, autentico gioiello adoperato durante gli anni della “Dolce Vita”, e l’Hasselblad 500, in dotazione all’equipaggio della missione Apollo 11), fino alle riprese fotografiche con i droni e alle moderne tecnologie di manipolazione delle immagini, che oggi ci proiettano nelle realtà virtuali e nelle modellazioni tridimensionali.
Francesco Sanna, presidente del Consorzio Sa Corona Arrùbia, ha dichiarato: “Siamo lieti di presentare in Marmilla un prodotto culturale e divulgativo raffinato, ricco di spunti dialettici e nozioni tecniche, nonché di meravigliosi pezzi d’epoca. Siamo orgogliosi di poter rivendicare il nostro ruolo di ente di promozione turistica e divulgazione scientifica ponendo al centro del nostro agire, in un’area economicamente depressa, la Conoscenza come strumento di emancipazione e crescita economica”.