“Ad aprile dicevi di aver fame, ma ad agosto in vacanza. A settembre chiedi di nuovo il bonus di 600 euro per dare da mangiare ai tuoi figli?”
Questa è una delle tante frasi che imperversa sui social negli ultimi tempi. Una situazione che sta mandando su tutte le furie le Partite IVA, e non solo. Implicitamente si sta infatti affermando che le vacanze le debbano fare solo i ricchi. Nell’era dei social network ognuno può dire la sua, spesso però si scrive senza fermarsi a riflettere il tempo necessario.
A sentire questi ragionamenti pare infatti che il mondo debba suddividersi sempre di più in classi sociali: i benestanti da una parte, con tutti i diritti garantiti; i poveracci in fondo all’aula, così da non disturbare i primi della classe.
Da dove nasce questa (tragicomica) riflessione?
Tutto ha avuto inizio durante il lockdown, con la serrata per negozi e studi professionali. La preoccupazione espressa pubblicamente, qualche sfogo nelle chat o sui forum, la richiesta dei 600 € all’INPS (diventati 1.200 € e poi 2.200 €, per chi rientrava nei parametri) e il tirare a campare fino alla riapertura.
“Cosa c’è di strano?” si chiederebbe chiunque. Fin qui tutto bene, se non fosse che già ad aprile e maggio, qualcuno aspettava l’estate al varco, per potersi rivalere su chi ha ricevuto aiuti statali. “Vorrò proprio vedere se chi chiede i soldi all’INPS poi andrà in vacanza ad agosto”, era il leitmotiv di chi non vedeva l’ora di prendersi una rivincita (verso di chi? Mistero) e poter spargere veleno sui social network (come se ne sentissimo il bisogno).
L’estate 2020 è infine arrivata e qualche famiglia di quelle Partite IVA (tartassate dallo Stato, dimenticate dai politici, prive di qualsiasi forma di tutela come maternità, malattia o ferie retribuite), ha avuto l’ardire di andare qualche giorno in vacanza. Apriti cielo! La gogna mediatica è arrivata puntuale come le cartelle esattoriali di Equitalia. Subito è partita la caccia al finto povero, all’evasore fiscale, all’esercente che piange miseria e poi chiude per ferie e Ferragosto.
Inaudito che una persona in difficoltà sogni comunque qualche giorno di vacanza, dopo un anno di lavoro, vero? Sì, perché è difficile sforzarsi di immaginare che dietro un lavoratore ci sia una famiglia
. È complicato capire che ci sono bambini e adolescenti che, dopo 4 mesi di reclusione in casa, hanno bisogno di evadere, magari in mare o in montagna, di ritrovare un pizzico di normalità. Risulta accettabile solo se lo fanno i “rich boys”, quei ragazzini viziati che dopo una vacanza in Croazia o a Ibiza, se ne sono concessa una seconda in Costa Smeralda, portandoci i loro soldi e il Covid-19. Loro sono i benvenuti, anzi, corriamo a guardare le loro storie su Instagram.A qualcuno, evidentemente, il mondo va bene così. O siete ricchi, o niente. Non importa se avete fatto una vacanza low cost, se abbiate una casa al mare di famiglia, se foste ospiti di amici, se avete fatto un prestito con grandi sacrifici. No, se siete in difficoltà finanziarie non avete diritti, nemmeno quello di portare i figli al mare. Senza un conto in banca a 5 zeri, non avete diritto alla felicità.
Ma quindi la “sindrome Briatore” colpisce anche i sardi? Sembrerebbe impossibile, eppure è proprio quello che succede. Se si è poveri bisogna tenersi anche i figli a casa. Non si sa mai, in spiaggia potrebbero disturbare i bambini ricchi.