“Test rapidi in tutti i punti di arrivo della Sardegna, porti e aeroporti”. Lo chiede Faita Sardegna per garantire una reale vacanza sicura.
“Nei nostri campeggi garantiamo oltre 100 metri quadri di spazio a persona ma è necessario a monte, come dicemmo già a fine maggio anche il test perché, vista l’emergenza, oltre al buon senso e alla buona fede (che abbiamo riscontrato essere diffusa ma soggetta all’errore) è necessario anche il rigore dei dati scientifici che garantiscono la giusta serenità a tutti per poter convivere con il Covid e poter usufruire delle vacanze spensierate di cui abbiamo bisogno quest’anno più che mai” spiega Nicola Napolitano, presidente regionale di Faita, l’associazione dei campeggi.
A causa dell’emergenza sanitaria, oggi anche economica, l’industria del turismo sardo quest’anno è in profondo rosso: nel 2019 le presenze nei campeggi furono 2,6 milioni con un fatturato di circa 230milioni di euro. L’obiettivo di questa stagione disastrosa è riuscire a salvare al meno il 20% fermando le perdite all’80%.
“Come abbiamo detto da fine maggio – ricorda il presidente di Faita Nicola Napolitano – la tutela della salute è un diritto individuale irrinunciabile, sancito dalla costituzione e non può essere contrapposto all’interesse economico. Questi mesi confusi ci hanno comunque insegnato che le persone sono il veicolo del virus, e sono loro che lo portano in giro per il mondo. Per questo non c’è ragione per non sottoporsi ad un tampone, un test o come lo vogliamo chiamare per mapparne la diffusione e accertarsi di essere sano. Questo è l’affermazione del principio di giustizia della salute, ed è il modo migliore anche per dare una chance alla tenuta del turismo. Un modello che dovrebbe adottarsi in tutto il mondo a garanzia delle persone e dei contesti economici e sociali coinvolti”.
Per Faita Sardegna è fondamentale lavorare in sicurezza e dare sicurezza: “è la richiesta che arriva dagli stessi turisti. Noi offriamo vacanze, e queste devono potersi realizzare senza tensione, sospetto o diffidenza del prossimo. La sicurezza dei turisti – e speriamo che questo messaggio sia stato recepito finalmente da tutti i livelli istituzionali – è la più forte arma di marketing e promozione di un territorio. Non possiamo giocare alla roulette russa, con la probabilità che uno autocertifichi in buona fede l’essere sano (ma non lo è), mettendo a repentaglio la salute e l’economia di una azienda”.
Adesso, visto il poco tempo a disposizione che rimane per la chiusura della stagione estiva, occorre agire immediatamente mettendo in campo un sistema sicuro quanto agevole che garantisca vacanze per i turisti e lavoro per le attività turistiche.
La Sardegna era ed è una metà sicura grazie anche al comportamento esemplare e alla grande responsabilità che “abbiamo avuto modo di testare in questo mese e mezzo di apertura delle nostre strutture, dove le misure di sicurezza sono state rispettate. E’ chiaro, come dicemmo a fine maggio che senza i test scientifici e basandoci solo sull’autocertificazione incorriamo facilmente in errori seppur in buona fede che rischiano di pregiudicare anche gli ultimi scampoli di questa stagione”.
Pr questo Faita Sardegna lancia l’hashtag #responsabilidellanostrasicurezza, “a favore appunto di tutti quei comportamenti che permetteranno di vivere d’ora in poi la nostra isola in maniera rispettosa e responsabile”.