Ieri in tarda serata, come ormai siamo stati abituati dal governatore Christian Solinas, è arrivata l’attesa ordinanza che dovrebbe definire le regole per la “Fase 2” in Sardegna. Subito è partito il tam tam mediatico, dove ognuno ha fatto la corsa (per arrivare primo) a dare la notizia, a fornire un’interpretazione, a dare risposte. Quelle risposte frettolose sono state prontamente messe in discussione, se non smentite, già stamattina.
Al netto dei numerosi errori contenuti nell’ordinanza (quelli più evidenti, l’errata numerazione dei vari punti), vescovi e sindaci si sono subito dichiarati contrari a scelte prese senza concertazione. Potere spirituale e potere temporale, dunque, unanimi per la tutela del popolo sardo.
Innanzitutto i vescovi, dopo aver letto la notizia della “riapertura delle chiese” hanno trovato necessario precisare la posizione della Chiesa, con un breve comunicato del Presidente della Conferenza Episcopale Sarda, mons. Antonello Mura: “I Vescovi sardi, pur apprezzando l’attenzione che il Presidente Solinas ha rimarcato nella conferenza stampa di oggi verso l’apertura delle chiese alle ‘celebrazioni eucaristiche’, si riservano di leggere e valutare il testo dell’ordinanza regionale che verrà firmata, tenendo conto che non sono stati consultati precedentemente e che decisioni di questo tipo competono unicamente all’Autorità ecclesiastica”.
L’ANCI Sardegna, per mezzo del presidente Emiliano Deiana, ha contestato aspramente la scelta della Regione di procedere senza consultare i sindaci, delegando responsabilità civili e penali a questi ultimi, oltre che sollevare dubbi interpretativi sull’effettiva possibilità dei sindaci sardi di emettere ordinanze in aperto contrasto con i DPCM.
Vi proponiamo integralmente il comunicato dell’ANCI sull’ordinanza Regionale del 2 maggio 2020, in modo che possiate farvi un’idea più precisa di quello che ci aspetta nei prossimi giorni, e sul perché le ordinanze dei sindaci tarderanno ad arrivare, in attesa dei necessari chiarimenti.
+++COMUNICATO STAMPA SU ORDINANZA PRESIDENTE SOLINAS+++
Anci Sardegna ringrazia il Presidente della Regione Solinas per la fiducia – nonostante il mancato confronto preliminare sul testo: consideriamo la questione una grave sgrammaticatura istituzionale poichè si agisce su competenze dirette dei comuni – che ripone nei sindaci sardi: la vera infrastruttura democratica di questa Regione.
Noi tutti, a partire dall’11 maggio, siamo pronti a far ripartire, in sicurezza, parrucchieri, barbieri, tatuatori ed estetisti e certamente (se consultati) avremmo proposto anche un piano sostenibile, nei modi e nei tempi, per la riapertura dei bar, dei ristoranti o delle attività del settore turistico con codici di comportamento e di sicurezza davvero innovativi.
Tuttavia da un’attenta lettura delle norme il potere ordinatorio sull’epidemia da Covid19 non è in capo ai sindaci almeno secondo quanto prevista dall’articolo 3 comma 2 del Decreto Legge 19 del 25 marzo 2020 che qui riportiamo: “I Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, ne’ eccedendo i limiti di oggetto cui al comma 1”.
Tale previsione normativa rischia di scontrarsi, tuttavia, con l’articolo 5 comma 2 dello stesso DL 19 che escluderebbe le Regioni a Statuto Speciale dall’applicazione di parte del Decreto Legge.
Anci Sardegna chiede se il potere di ordinanza limitato dalla norma si applichi anche ai comuni sardi, secondo l’orientamento interpretativo prevalente, in quanto di diretta derivazione dal D.lgs 267/2000 ex art. 50.
Si chiede pertanto un chiarimento netto sul punto da parte della Regione Sardegna e del Ministero degli Interni per il tramite dei Prefetti.
Da qui all’11 maggio c’è ancora tempo e la Regione Sardegna deve sciogliere, in maniera incontrovertibile, il nodo interpretativo.
Anci Sardegna è sempre disponibile alla leale collaborazione, ma anche rispettosamente ossequiosa delle norme e pertanto chiede al Presidente Solinas di sciogliere il nodo interpretativo fra la coesistenza fra l’articolo 3 comma 2 e l’articolo 5 comma 2 del Decreto Legge 19/2020 ovvero di valutare la modifica degli articoli 13, 21 e 22 dell’Ordianza n. 20 del 2 maggio 2020 assumendo su di sé l’onere della riapertura delle attività economiche anche per non generare decisioni a macchia di leopardo che ingegnerebbero problematiche non facilmente gestibili fa comune e comune.
Si specifica, a favore dei cittadini e degli operatori economici coinvolti, che i comuni sardi vogliono una rapida definizione della procedura che li vedrebbe ritornare al lavoro in sicurezza per produrre reddito e dare il giusto sostentamento alle loro famiglie e non hanno timore, rispettando le leggi, di assumersi le proprie responsabilità così come chiedono agli altri attori istituzionali di fare altrettanto.
Purtroppo, e non per responsabilità dei sindaci sardi, siamo costretti a fare le nostre annotazioni a posteriori non essendo stati consultati preliminarmente all’adozione dell’Ordinanza da parte della Regione.
Altre considerazioni più compiute saranno svolte già domani dopo un’ulteriore e attenta e meditata valutazione del testo.
Il Presidente
Emiliano Deiana