Quest’anno a causa delle restrizioni dovute al Coronavirus non potrà svolgersi il tradizionale rito de “Su Scravamentu” che a San Gavino Monreale non si era mai interrotto neanche in tempi di peste o guerra. Il “nemico” questa volta è subdolo e terribile e non è il caso di sfidarlo. Dato che tanti avvenimenti ormai li possiamo vivere solo virtualmente, cercherò, con immagini d’archivio datate 2005 di farvi “vivere” o rivivere questa cerimonia.
Comincio con la cappella dell’Adorazione del Santissimo a cui sono particolarmente legato, dato che fin da bambino accompagnavo mio padre, che con zio Gianni Casu e sig. Pino Canargiu allestivano la cappella, nella notte del mercoledì, affinché fosse pronta per i riti del giovedì Santo.
Senza dimenticare le donne di Azione Cattolica, tra le quali zia Maria Casu, che con cura e amore custodivano e stiravano gli arredi e si occupavano dell’allestimento floreale.
VENERDI MATTINA
Il venerdì mattina i confratelli “preparavano” il Cristo morto e lo accompagnavano dalla chiesetta di Santa Croce alla chiesa parrocchiale di Santa Chiara Vergine dove poi veniva issata la croce, con manovre rituali, guidate dalla “memoria storica” sig. Antonio Pani coadiuvato dai confratelli e da aiutanti occasionali.
VENERDI POMERIGGIO
Dopo la celebrazione dell’Adorazione della Croce, fervono i preparativi per l’allestimento del “palco” sul quale si terrà il rito de Su Scravamentu.
Una sorta di dietro le quinte, questo che vi propongo, rituali che non tutti hanno potuto vedere e vivere. Io stesso ho potuto seguire tutte queste fasi al completo una sola volta nella mia ormai trentacinquennale carriera di fotografo e sono quindi felicissimo di poterle mostrare e condividere con voi.
Cavalletti e tavoloni vengono sistemati, con disposizioni “storiche”, dai confratelli guidati da Sig. Antonio Pani, che ci ha lasciato qualche anno fa, così come alcuni altri che avrete riconosciuto tra i quali il carissimo Pinuccio Matzeu.
Contemporaneamente si provvedeva a smantellare la cappella dell’Adorazione del Santissimo e qui sono particolarmente “toccato” vista la presenza di mio padre allora ottantenne, con zio Gianni Casu e Pino Canargiu.
Sistemata la figura del Cristo sulla croce tutto è pronto per la celebrazione del rito de Su Scravamentu.
SU SCRAVAMENTU
Il commento in questo caso potrebbe essere superfluo.
E’ questo un periodo in cui ci sentiamo un po tutti in croce.
Tempo per riflettere, per capire chi siamo, cosa siamo, cosa e chi abbiamo e non apprezziamo, cosa e chi abbiamo avuto e ormai è troppo tardi per capirlo.
Cosa d’ora in poi potremo fare.
Tempo da non sprecare…
Foto e testi gentilmente concessi da Toto Casu