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Le barriere che non esistono spiegate da un virus

Foto tratta dal sito Dagospia

Foto tratta dal sito Dagospia

Sebbene non troppo tempestivamente, l’OMS ha pubblicato un comunicato relativo alla necessità di estendere le misure atte a contrastare il Covid-19 anche verso rifugiati e migranti (30/03/2020). L’importanza di rafforzare gli aiuti umanitari nei campi profughi e negli accampamenti dei migranti e di fornire adeguate risposte nella lotta al Covid-19 risiede non soltanto nella salvaguardia – fondamentale – delle vite umane che vivono in condizioni precarie (senza un tetto, in condizioni igieniche e sanitarie scarse e inadeguate, in luoghi sovraffollati, spesso con carenza di cibo e acqua, senza medicine, soggetti a stress fisico e psicologico, ma la lista è anche più lunga…), ma negli effetti che questa pandemia ha per tutta la comunità.

“Se durante la pandemia lasciamo indietro le persone più vulnerabili – spiega Santino Severoni (coordinatore della Salute pubblica e migrazione e direttore di programma della Divisione di politica e governance per la salute e il benessere presso l’Ufficio regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa) – falliamo non soltanto nei loro confronti, ma nei confronti di noi stessi. Il Covid-19 rappresenta una sfida a noi come comunità e dobbiamo rispondere in quanto tali”. Per questo, il sistema sanitario di ogni nazione deve diventare “inclusivo” ed assicurare anche a migranti e rifugiati – a tutti, anche a coloro che non hanno diritto d’asilo, che non sono stati regolarizzati – “lo stesso accesso ai servizi a cui ha diritto la popolazione residente”. Deve essere fatto chiaro che i migranti costuiscono non una minaccia, ma una categoria a rischio, tra le più vulnerabili della nostra società.

Per questo motivo è stata lanciato in Italia l’appello per una immediata “sanatoria” dei migranti irregolari presenti nel territorio italiano. È necessario – leggiamo nell’appello – dare una “risposta urgente“per quei “seicentomila, o più, migranti” che “per effetto della legislazione italiana (dalla Bossi-Fini alla legge Salvini)” sono attualmente “sprovvisti del permesso di soggiorno” e che per tale motivo “non possono accedere al servizio sanitario nazionale, non hanno un medico di base cui rivolgersi in caso di malattia, ma come tutti rischiano di essere contagiati dal coronavirus o di diventare, loro malgrado, veicolo di contagio”. È prevista per domani, 4 aprile 2020 alle ore 15, l’assemblea nazionale telematica cui si potrà assistere attraverso la diretta video sulla pagina facebook “Siamo qui – Sanatoria subito” e su www.meltingpot.org, oppure attraverso la diretta radio sulle frequenze di Radio Onda D’Urto o in streaming www.radiondadurto.org.

Ma soprattutto vi invitiamo a riflettere empaticamente sulla questione, a partire dalle fortune e sfortune che stiamo vivendo in questi giorni di quarantena: alla fortuna di avere un tetto, acqua potabile, corrente, pulita, calda, cibo, in grandi quantità e a vostra scelta e un riparo dal freddo; pensate a cosa significa poter stare in casa con i vostri familiari ma anche non potersi spostare, non poter rivedere per molto tempo i vostri parenti, figli, genitori, amici, non poterli assistere se stanno male; a quanto vi aiuta avere un telefono, andare su internet, per sentire chi vi manca, per comunicare con chi è bloccato altrove; pensate ai viaggi che potevate fare e ora non più, perché un decreto ora vieta ogni tipo di spostamento; pensate a come, in brevissimo tempo, la vostra vita è sconvolta e non sembra più la stessa; pensate a come un virus abbia viaggiato velocemente superando ogni barriera, ogni distanza e limite artificiale creato dall’uomo.

Pensate a questo, alle barriere che non esistono, perché son solo invenzioni; perché in fondo è questa la pandemia ed è questo il futuro, già da domani, già da oggi: se non ci son muri, né confini, né distanze per un virus, non ci devono essere, tantomeno, per le persone.

La.F.

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