Quasi 100.000 italiani contagiati dal coronavirus a fine aprile e oltre 360.000 in quarantena, con il picco dei contagi atteso intorno al 18 marzo.
È poco incoraggiante la previsione ufficiale fatta dal Governo Italiano sulla diffusione del Covid-19, pubblicata nella relazione tecnica del terzo Decreto sull’emergenza. Una previsione che tiene conto delle ultime misure più stringenti adottate dopo l’11 marzo che hanno trasformato tutta l’Italia in una unica, grande, zona rossa.
Secondo gli esperti, il blocco pressoché totale delle attività, produrrà un effetto tangibile dopo circa 7-10 giorni. Ci si aspettano 92.000 contagi e 3.000 decessi.
L’infettivologo Massimo Galli ha voluto smorzare le speranze di chi pensava a una riapertura totale in tempi brevi: “Meglio prepararsi a una condizione di resistenza nel tempo piuttosto che illudere le persone che la questione possa essere risolta in quattro e quattr’otto. Bisogna trovare il modo di avere una maggiore vicinanza nei confronti delle persone che devono stare in quarantena”.
“Uno studio” continua Massimo Galli “dice che se non controlli o metti in quarantena il 70% delle persone risultate positive, non hai alcuna chance di fermare il virus”.
Insomma, si prospettano tempi più lunghi di quanto previsto. Un primo esame per capire l’evoluzione dell’emergenza sanitaria sarà questo weekend. Gli esperti si attendono un boom di contagi nelle regioni del centrosud dovuto all’esodo di massa dello scorso fine settimana, prima che entrassero in vigore le misure restrittive per tutto il paese.
“È verosimile aspettarci casi in questo weekend, in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. L’incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. Speriamo di essere smentiti dai fatti” ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.