Sulla base del cosiddetto “piano in quattro fasi” previsto dalla Regione Sardegna, l’Ospedale “N.S. di Bonaria” di San Gavino Monreale non rientrerebbe tra le strutture ospedaliere previste ad accogliere i ricoveri con sintomi legati al coronavirus ma sarà destinato alla cura di altre patologie (rimandiamo per dettagli all’articolo sull’Unione Sarda, che riporta nel dettaglio le “quattro fasi” e la suddivisione delle strutture ospedaliere in base a compiti specifici e numero di posti).
In altre parole, tutti coloro che accusano i sintomi del Covid-19 e che richiedono ospedalizzazione nell’area del Medio Campidano verranno sistematicamente trasportati altrove, con ogni probabilità al SS. Trinità di Cagliari che ha attualmente un reparto dedicato ai casi di coronavirus
.È stata predisposta, ma al momento non ancora attiva, al di fuori del Pronto Soccorso di San Gavino, la tenda pre-triage per accogliere e analizzare i casi sospetti. Ci auguriamo che sia operativa al più presto, per evitare ulteriori spiacevoli situazioni che comporterebbero, come è appena successo, la chiusura temporanea del Pronto Soccorso al fine di sanare i locali e renderli nuovamente fruibili in seguito al contatto avvenuto con un paziente sospettato di essere affetto dal contagio.
La popolazione non soltanto sangavinese, ma di tutto il bacino del Medio Campidano, è invitata a tenere a mente i seguenti punti, essenziali per prevenire la diffusione fuori controllo del contagio:
– Si tratta di un virus NUOVO, per cui nessuno di noi possiede gli anticorpi e tutti sono ugualmente soggetti al contagio.
– Si tratta di un virus simile a quelli influenzali che conosciamo, che presenta un ampio spettro di sintomi, da quelli lievi e trascurabili fino a quelli più gravi che richiedono il ricovero e possono condurre, in alcuni casi, anche al decesso.
– Proprio per la possibilità che un gran numero di persone sia contagiata e, in quanto tale, CONTAGIOSA senza tuttavia mostrare i sintomi, si invita la popolazione a INDOSSARE LA MASCHERINA per tutelare non tanto se stessi, quanto gli altri, nel momento in cui si esce – per motivi strettamente necessari – e ci si reca in luoghi frequentati da altri.
– Restare in casa non significa soltanto proteggere se stessi dal contagio, ma collaborare con tutti coloro che sono e che saranno impegnati nelle prossime settimane a combattere questa epidemia (medici, infermieri, personale oss in primis), rendersi cioè tutti partecipi di una comune azione di contenimento alla diffusione del virus.
Qualora abbiate i sintomi influenzali e nutriate sospetto di contagio, ribadiamo la raccomandazione di non recarvi al pronto soccorso, ma contattate prima il personale medico telefonicamente.
Ultimo punto: state tranquilli, godetevi la vostra famiglia, curate il giardino, assecondate i vostri hobby (in casa!!!) e cercate di apprezzare con serenità i piccoli lati positivi che questo forzato isolamento può comportare, lasciando da parte, per quanto possibile, ansie e preoccupazioni che non fanno certo bene al sistema immunitario! Ne avremo per molto, ma questa è un’ottima occasione per imparare a vivere in modo diverso, forse migliore…
La.F.