Presentato dal Rettore e dalle protagoniste il percorso espositivo “Una stanza tutta per sé”, esito del laboratorio didattico “Storia delle esposizioni e pratiche curatoriali”, che ha coinvolto gli studenti del corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte.
Un percorso espositivo riuscitissimo che coniuga la didattica alla passione per l’arte, che diventa un preziosissimo filo sottile che mette in connessione vari spazi dell’Ateneo in punti diversi della città.
“L’arte e la creatività sono le uniche realtà che permettono alla società di continuare a crescere. Se non ci fosse, l’arte bisognerebbe inventarla. Ed è bello che i nostri studenti vogliano impegnarsi su questo, per lo studio e per il lavoro, guidati dalle loro docenti”. Parole e musica di Maria Del Zompo, Rettore di UniCa, alla presentazione del percorso espositivo “Una stanza tutta per sé”, esito del laboratorio didattico “Storia delle esposizioni e pratiche curatoriali”, che ha coinvolto gli studenti del corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte al Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali e alla Facoltà di Studi Umanistici, con il coordinamento delle docenti Simona Campus e Rita Ladogana e l’intervento delle artiste, tra cui la sangavinese Daniela Frongia, insieme a Egle Picozzi e Francesca Sanna (sono loro le opere esposte alla Collezione Piloni, alla Facoltà di Studi umanistici e all’Orto Botanico).
Al plauso del Rettore si sono aggiunti i complimenti di Rossana Martorelli, presidente della Facoltà di Studi umanistici, mentre il direttore dell’Orto Botanico Gianluigi Bacchetta ha evidenziato che si tratta di “un’iniziativa che fa vivere sempre di più gli spazi verdi del nostro Ateneo, dona loro nuova vita e per questo grazie alle artiste e agli studenti che con loro hanno impreziosito i nostri giardini”.
“L’opera d’arte realizzata consente di apprezzare ancora di più la Collezione Sarda Luigi Piloni”, ha aggiunto Rita Ladogana, responsabile scientifico della Collezione, mentre il Magnifico ha annunciato che “Palazzo Nieddu diventerà museo artistico di UniCa, con uno spazio specifico riservato ai laboratori per gli studenti. L’Ateneo è sempre più avanti nella convinzione dell’importanza delle materie artistiche anche nel mondo del lavoro. Ragazzi, non mollate!”.
“Volevamo spiegare che le mostre sono l’occasione per indagare il presente in modo non convenzionale – ha spiegato Simona Campus – E poi volevamo trovare gli strumenti per far capire quanto è complesso il lavoro di curatela e di organizzazione delle mostre: spesso si pensa sia un’operazione semplice, mentre lavorare in questo settore è davvero molto complesso. Durante il laboratorio abbiamo esaminato gli strumenti a disposizione e capito che si tratta soprattutto di un lavoro di gruppo, che comprende anche ricadute economiche che devono essere gestite. Ci siamo orientati sulle politiche di genere perché abbiamo capito che era una tematica importante: l’esito è un modo di parlarne da parte di ragazzi di vent’anni che hanno la loro opinione in merito, che hanno liberamente scelto le artiste e i luoghi dove realizzare dei veri e propri cortocircuiti di creatività”.
La parola è quindi passata alle studentesse: Chiara Atzori ha raccontato com’è nato il percorso espositivo e come sono state scelte le tre artiste, valorizzando la ricerca che hanno compiuto in merito alle nuove libertà e alle nuove liberazioni. La sangavinese Irene Corsi ha aggiunto che per arrivare al tema scelto, è stato necessario un processo di costruzione di consapevolezza, realizzato attraverso lo studio delle pratiche curatoriali: “La ricerca scientifica è stata la base indispensabile del nostro lavoro”, ha detto.
I commenti delle studentesse impegnate nella realizzazione dell’iniziativa hanno sottolineato il grande valore di palestra del laboratorio seguito, in vista di un’occupazione nel settore e di una maggiore consapevolezza degli strumenti da utilizzare
Valentina Lixi ha spiegato che la preparazione della mostra ha permesso di capire le problematiche organizzative e le soluzioni possibili, grazie a colleghi molto determinati e docenti che si sono generosamente donate al lavoro proposto, mentre Ilaria Nieddu ha rimarcato il valore della comunicazione per il successo del progetto, attraverso una campagna mirata su Instagram e l’interazione realizzata con l’ufficio stampa dell’Università di Cagliari. “È stata così raggiunta una platea importante anche attraverso le pagine dei siti web di informazione e de L’Unione Sarda – ha specificato – La nostra università ci ha permesso un confronto reale che ci prepara ad un lavoro intellettuale di questo tipo. È stato per noi molto importante”.
La giornata di presentazione è proseguita con la visita alle opere nei tre spazi espositivi, e si è conclusa con la Live performance Dancefactory di Maurizio Montis, performers Effort: ancora un modo originalissimo di coniugare l’arte con la cultura e la fruizione intelligente di spazi pubblici.