Negli ultimi mesi in tutto il Campidano si è fatto un gran parlare di Coxinendi, un nuovo ristorante a Sanluri, aperto dallo scorso Luglio, gestito da giovani sangavinesi.
Il locale si trova a pochi passi dal Castello, offrendo una vista suggestiva e un altrettanto interessante filo conduttore con la storia enogastronomica del territorio: la filosofia di Davide Atzeni, chef classe 1986 di San Gavino, è quella di riscoprire la semplicità della cucina dei nostri antenati, utilizzando prodotti del territorio (il cosiddetto “km zero”) e riscoprendo tecniche di conservazione e preparazione dei cibi ormai dimenticate.
Incuriositi dalle ottime recensioni su Facebook e Instagram e volendo conoscere la cucina dei nostri compaesani, anche la nostra redazione qualche giorno fa ha avuto il piacere di fermarsi per un pranzo di lavoro – quello che gli anglofoni definirebbero “business lunch”, ma noi preferiamo di gran lunga l’italiano – proprio da Coxinendi.
La location è intrigante: un locale non grandissimo, da 25-30 coperti massimo, che quindi mette al riparo i clienti dalla confusione e dal chiasso, rendendo piacevole conversare con i commensali senza sollevare troppo la voce (sconveniente durante un incontro professionale ma anche durante una cenetta romantica). Le luci e l’arredamento – semplice ma non scontato, curato nei dettagli – rendono gli ambienti molto accoglienti. Graditissimo un tocco d’arte, con i dipinti dell’artista sangavinese Giorgia Onnis a impreziosire le pareti rustiche del ristorante.
Ci sediamo e veniamo accolti da Sara Serpi, che da gentilissima padrona di casa ci porta da bere e ci racconta i menu di Coxinendi. Sì, abbiamo usato il verbo “raccontare”, non a caso. Le portate del locale sono una vera e propria narrazione del territorio in un dato momento. Veniamo a sapere che tutte le materie prime (niente semilavorati, in cucina si fa tutto “a mano”, dal pane alla pasta, dalle salse ai dolci) provengono tutte dai produttori locali e che non esiste una vera e propria “carta” fissa. Il menu varia di settimana in settimana, in base a ciò che la Natura del Campidano e le coste della Sardegna offrono in quel momento.
Abbiamo quindi deciso di lasciarci condurre in due “percorsi” differenti, di mare e di terra, lasciandoci sorprendere da tante portate differenti e originalissime.
Si inizia con gli antipasti, serviti dentro una particolare campana di vetro, dei piccoli “ecosistemi” saporitissimi e belli da vedere (anche l’occhio, in cucina, vuole la sua parte).
Si continua con una delle specialità della casa: i “prosciuttini” di cui tanto avevamo sentito parlare (bene) prima della nostra visita. E infatti non siamo rimasti delusi. Nel percorso di terra, abbiamo assaggiato i saporitissimi prosciuttini d’anatra serviti su una crosta di pane e accompagnati da una confettura. Nel percorso mare, invece, prosciuttini di muggine, dal sapore delicato, accompagnati da rape rosse e una crema allo yogurt bianco.
Tutti accostamenti inusuali per noi, mix di sapori che non contrastano, anzi, si esaltano a vicenda! Il tutto innaffiato da un buon calice di vino bianco della cantina Agricola Soi.
Come terzo antipasto arrivano due piccoli capolavori artistici. Ceci in crema, senape e guanciale in un piatto bianco che ne esalta i colori. Il sapore leggermente affumicato è frutto di un processo interamente realizzato nelle cucine di Coxinendi, attingendo dalla saggezza popolare e dalle tradizioni sarde più autentiche.
Anguilla in umido, tenera e saporitissima, su un crostino leggermente piccante. Un piccolo orgasmo per le papille gustative di chi ama i sapori del mare.
Menzione speciale, bisogna dirlo, per i piatti e i bicchieri artigianali, realizzati dal noto ceramista di Pabillonis Ugo Serpi, che ha creato dei pezzi unici per il ristorante di Sanluri. Ogni piatto e ogni bicchiere è diverso dagli altri, infinite sfumature e trame che diventano un ottimo passatempo tra una portata e l’altra.
Sì, perché da Coxinendi si abbraccia la filosofia dello slow food. Se uno degli hashtag ricorrenti sul profilo Instagram del ristorante è #nonsicucinaconorologioalpolso, è altrettanto vero che anche la degustazione è scandita dai tempi che meritano piatti così particolari, figli di una preparazione lunga e attenta. Tecniche di affumicatura, stagionatura e cottura lenta possono richiedere ore, se non giorni o settimane. Parlando con Davide e Sara si scopre un mondo completamente nuovo di interpretare il cibo e la sua preparazione.
Finiti gli antipasti, la curiosità di scoprire cosa ci aspetta come “primo” è tanta. E le aspettative non sono state deluse. Il percorso di mare è proseguito infatti con un raviolo di zucca, cernia e cozze.
Il percorso di terra invece una zuppa di tagliolini in brodo di galletto ruspante e cardi.
Sia i ravioli che i tagliolini sono di pasta fresca: la differenza si nota eccome! Dopo la dose quotidiana di carboidrati arrivano i secondi. E nonostante le nostre papille gustative siano già state abbondantemente stimolate, c’è spazio per nuovi sapori in grado di stupire ancora una volta. La quaglia e la lissa arrustida (servita con un rametto fumante) sono due delizie mai assaggiate prima.
Infine, spazio ai dessert e al caffé. La verità? I dessert erano talmente belli e invitanti che ci siamo dimenticati di fotografarli per il nostro reportage! Per i più curiosi, alleghiamo la foto (rubata ad un altro tavolo) di un torrone morbido guarnito con confettura alle mele e biscotti.
In definitiva, ci siamo alzati dal tavolo davvero soddisfatti e contenti della nostra scelta. I due percorsi – entrambi ricchi e particolari – ci hanno offerto pietanze che non si trovano spesso in un ristorante “classico”. Ogni portata ha una storia che vale la pena ascoltare: dal produttore, passando attraverso tutte le fasi della lavorazione e della preparazione… fino al nostro piatto.
Non possiamo quindi che consigliarvi di fare una visita a Coxinendi (aperto sia a pranzo che a cena), un giorno qualsiasi oppure in occasione di uno dei tanti eventi che lo staff ama organizzare. Il prossimo, intitolato “A cena con il Produttore – Agricola Soi”, offrirà ai partecipanti un percorso tra cucina e cantina. Una carta composta da cinque portate accompagnata dai vini di Agricola Soi.
Ecco la locandina con il menù della serata.
E voi ci siete mai stati? Fateci sapere la vostra esperienza!