Le proposte di Confartigianato Edilizia Sardegna per il rilancio del settore edile isolano. Meloni (Confartigianato Edilizia Sardegna): “Ridare valore alla Sardegna e alle sue imprese partendo del territorio”.
Norme urbanistiche certe, pianificazione regionale omogenea, riqualificazione dell’esistente e premialità volumetriche per lo sviluppo delle zone turistiche e dei centri urbani.
Sono queste le quattro linee guida sulle quali gli imprenditori edili di Confartigianato Imprese Sardegna chiedono di confrontarsi con Giunta e Consiglio Regionale per lo sviluppo delle costruzioni in Sardegna.
Sono queste le quattro linee guida sulle quali gli imprenditori edili di Confartigianato Imprese Sardegna chiedono di confrontarsi con Giunta e Consiglio Regionale per lo sviluppo delle costruzioni in Sardegna.
Gli ultimi dati del settore parlano di 22.378 imprese attive, di cui il 58,1% artigiane (13.011 realtà), che impiegano oltre 40mila addetti. Tra il 2008 e il 2017, il comparto ha perso il 34,4% della sua forza, con oltre 22mila imprese che hanno cessato definitivamente l’attività, lasciando per strada più di 45mila addetti. Il comparto ha anche subito un crollo verticale anche del valore aggiunto: tra il 2007 e il 2016 è calato del 27,7%, corrispondente a un mancato giro d’affari di 652 milioni di euro. Infatti, se nel 2007 era di 2 miliardi e 351milioni nel 2015 è passato a 1 miliardo e 657 milioni. Nel 2017 l’incidenza sul valore aggiunto delle Costruzioni sull’economia regionale della Sardegna è stata del 5,6%.
“Dobbiamo ridare valore alla Sardegna e alle sue imprese partendo dal valore del territorio. Per questo abbiamo necessità di norme urbanistiche chiare, certe, stabili e immediatamente applicabili – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – lo abbiamo detto alle Giunte passate e lo ripetiamo anche a questa”. “Norme che, ovviamente – sottolinea Meloni – dovranno essere concordate con le imprese, perché è indispensabile che la Regione si muova insieme al tessuto produttivo in un’ottica di collaborazione e non di sterile contrapposizione. Ciò sarebbe un forte segnale di sensibilità e di comprensione dei problemi per il comparto”.
Per ciò che riguarda il cosiddetto ex Piano Casa, sul quale si sta dibattendo in questi giorni, Confartigianato Edilizia chiede un’accelerazione e concretezza. “Crediamo che questo sia uno strumento che possa, nel breve periodo, continuare a far sopravvivere il settore – continua il Presidente degli edili artigiani – e riteniamo che le proposte fatte in Commissione in Consiglio Regionale siano di buon senso, anche alla luce del fatto di come, in tutti gli anni della sua vigenza, la norma non abbia creato scempi edilizi o tanto meno forme di speculazione che abbiano compromesso il territorio”. “L’importante è non demonizzarlo – rimarca – perché è stato capace di dare risposte alle famiglie garantendo contemporaneamente la sussistenza di tante piccole imprese e di conseguenza posti di lavoro”.
Dai costruttori di Confartigianato Edilizia, anche la richiesta di incentivare l’attività di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. “Abbiamo delle strutture ricettive e civili che hanno bisogno di questi interventi di riqualificazione ma bisogna anche invogliare i proprietari – dice Meloni – per questo sarebbe utile creare delle condizioni di vantaggio con delle premialità, anche volumetriche, sia nei centri storici che nelle zone F ed E per consentire di avviare interventi con una ricaduta economica per gli investitori e per le imprese, senza consumare nuovo suolo”.
Per l’Associazione, inoltre, è necessaria una pianificazione su tutto il territorio regionale isolano, per offrire certezze normative e omogeneità di comportamenti.
“E’ fondamentale che ogni Comune approvi finalmente il proprio piano urbanistico comunale – sottolinea il Presidente – affinché si diano certezze a chi vuole investire. Sappiamo che ci sono su questo tema molte resistenze anche da parte delle Amministrazioni Locali, ma se solo pochi a oggi hanno adottato il PUC la responsabilità va condivisa sui vari livelli, compreso quello regionale. Chiediamo che la Regione abbia il coraggio di imporre tempi certi e improrogabili ai comuni affinché adottino il proprio PUC”.
Poi la proposta finale che, secondo i costruttori sardi di Confartigianato, potrebbe contribuire a rivitalizzare i centri urbani, utile alle imprese esistenti e a quelle che potrebbero nascere nei prossimi anni. “Il recupero di edifici, non solo in centro storico, ma anche in zone di completamento – conclude Meloni – potrebbe passare anche attraverso degli incentivi quali sgravi per i locali da restaurare e destinare a bottega artigiana di prossimità”.
In ogni caso, l’auspicio del Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna è che per tutto ciò che riguarderà le costruzioni e, in generale, l’edilizia, “venga messo da parte un approccio ideologico che descrive in maniera negativa il settore edile, identificato come principale “distruttore” del patrimonio ambientale sardo o come categoria di speculatori, nel senso più negativo del termine, che non tengono conto degli interessi generali della collettività”.