L’arrivo dell’autunno sancisce l’esordio della stagione dei funghi, una sorta di appuntamento ricorrente per molti sardi che amano il contatto con la natura, dilettandosi nella raccolta di questo saporito alimento.
Il terreno umido e una temperatura mite sono le condizioni ottimali per la nascita dei funghi nei boschi, le specie sono tante e non tutte commestibili, spesso si differenziano tra loro per caratteristiche che soltanto un esperto micologo sa riconoscere, alcune specie vanno consumate previa spellatura o bollitura, altre presentano parti commestibili e parti non commestibili.
La crescita del fungo non è immediata, bisogna infatti attendere diversi giorni prima che i miceti (funghi) compaiano dal terreno. In genere questa attesa è variabile in un tempo compreso tra una e due settimane.
I funghi vivono e crescono in stretta simbiosi con gli alberi e arbusti privilegiando i boschi puliti. Occorre quindi osservare bene in prossimità del fusto degli alberi e sotto le fronde, un accorgimento che potrebbe fare la differenza soprattutto se si ambisce al pregiato ed amatissimo porcino.
Andar per funghi è divertente e rilassante, l’importante però è che la raccolta venga effettuata in sicurezza, per sé e l’ambiente che ci circonda.
Siamo alle porte del 2020 e in Sardegna non esista ancora una concreta regolamentazione che tuteli i funghi (più volte auspicata dalla nostra associazione) è doveroso quindi seguire queste importanti regole:
• Non usare rastrelli o altri strumenti che potrebbero danneggiare gravemente tutto l’apparato produttivo fungino.
• Non raccogliere esemplari troppo giovani o in cattivo stato di conservazione.
• Consumare quantità moderate, i funghi sono sempre un alimento difficile da digerire.
• Non consumare funghi raccolti lungo le strade, vicino a centri industriali e nei terreni coltivati con pesticidi.
• Girare sempre con un cestino e mai con un sacchetto di plastica, in modo da diffondere le spore del fungo.
• Non raccogliere mai i funghi in maniera indiscriminata, tenendo conte che anche il fungo velenoso deve poter continuare la sua opera a favore dell’ambiente.
Anche il metodo di raccolta è una operazione da non sottovalutare, il fungo va afferrato alla base ed estirpato con una leggera rotazione, senza scavare intorno, perché potremmo distruggere il micelio, che possiamo paragonare ad un albero, di cui il fungo costituisce il suo frutto.
Una volta pulito accuratamente con un coltello adatto (coltellini specifici dotati da una parte dalla lama e dall’altra estremità di un utile pennellino per togliere delicatamente la terra dal cappello) si ripone ne cestino.
Al di là dello specifico interesse manifestato dai micologi, il semplice appassionato od il raccoglitore occasionale vorrebbero sapere come sia facilmente possibile distinguere – in modo certo – un fungo commestibile da uno tossico o velenoso.
C’è una sola risposta: occorre studiarlo in tutti i suoi caratteri distintivi (morfologici, organolettici, anatomici, ecologici etc.) e quindi identificare in modo certo ed accurato tutti gli elementi:
Solo così si potrà inquadrare senza ombra di dubbio genere e specie di appartenenza.
È bene quindi non fidarsi delle credenze popolari per la determinazione di un fungo:
• Non è vero che tutti i fungi mangiati dagli animali sono commestibili.
• Non è assolutamente vero che qualsiasi fungo dopo prolungata cottura diventa commestibile.
• Non è vero che i funghi che cambiano colore al taglio (viraggio) sono tutti velenosi.
• Non è vero che i funghi nati sui prati sono sicuramente commestibili.
• Non è vero che i funghi commestibili a contatto con quelli velenosi diventano a loro volta velenosi.
È quindi doveroso rivolgersi a un esperto prima di consumare i funghi se non si è assolutamente sicuri della loro commestibilità.
L’associazione micologica “Monte Linas” di Guspini organizza un corso teorico/pratico per riconoscere i principali funghi commestibili e tossici,le modalità di raccolta e le norme che la disciplinano.
Il corso avrà inizio il 7 ottobre 2019 in via Togliatti 1 a Guspini.
Claudio Seda