Vi proponiamo sulle pagine di San Gavino Monreale . Net l’intervista ai candidati sindaci che si sfideranno nelle prossime Elezioni Comunali il 16 giugno 2019.
Le cinque domande formulate dalla nostra redazione sono identiche per entrambi i candidati, non concordate, senza vincoli di lunghezza nelle risposte.
Di seguito troverete le parole di Carlo Tomasi, candidato nella lista “Nuovi Obiettivi – San Gavino Monreale”.
Qual è il motivo che anima la volontà di candidarsi a Sindaco di un paese come San Gavino Monreale?
Per comprendere meglio la mia posizione nei confronti del ruolo dell’amministratore pubblico è necessario volgere uno sguardo al passato e allargare la prospettiva sui miei trascorsi umani e professionali.
I primi passi lavorativi li ho mossi nel settore privato della medicina convenzionata, nella casa di cura “Villa Elena” a Cagliari e, in seguito all’esercizio come guardia medica e medico di famiglia, ho scelto con la massima convinzione di prestare servizio permanente nell’Amministrazione Pubblica, nel mondo della medicina e della sanità pubblica, fino a concludervi la mia carriera in qualità di primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia. Avrò pure concluso la mia carriera professionale da medico, ma la vocazione da civil servant che ha guidato la mia condotta durante tutta la vita è più ferma che mai.
Dopo una prima esperienza di 5 anni come Sindaco di San Gavino Monreale, impegnativa ma ricca di soddisfazioni, mi ripresento con una nuova lista civica alle elezioni amministrative del 16 giugno 2019, guidato dagli stessi solidi principi e con rinvigorito entusiasmo. In questo senso si spiega la scelta del nome della lista di cui sono il primo esponente, “Nuovi Obiettivi – San Gavino Monreale”: si traccia una chiara linea di continuità con il precedente operato e allo stesso tempo ci si prefigge nuovi e maggiori traguardi, si abbracciano aspirazioni ancora più grandi, volte a continuare a trasformare il volto del paese.
Entrando poi nel merito della domanda, dal momento che il nostro paese costituisce uno dei centri più importanti del Medio Campidano, ritengo che fare il Sindaco di San Gavino Monreale rappresenti una sfida affascinante, un’impresa ardua che richiede il massimo sforzo ed esige l’abnegazione di chiunque vi si cimenti. Per questo, durante il mio mandato 2014-2019 ho sempre adoperato come un mantra il concetto del “coraggio di cambiare”. Un coraggio responsabile che, con intraprendenza virtuosa, cittadinanza attiva e sensibilità nei confronti dei cittadini, si adoperi per il recupero della centralità, dell’attrattività e del prestigio che il nostro paese giustamente reclama.
In attesa del programma, anticipate tre argomenti fondamentali che toccherete nella vostra campagna elettorale.
Il primo asse programmatico è quello dei lavori pubblici, in quanto trainante rispetto alla dimensione dell’occupazione e dell’implementazione dei servizi. A tal proposito ci preme sottolineare che, allo stato attuale, la progettazione di tutte le opere e degli interventi che ci eravamo proposti risulta essere molto avanzata. Ci pregiamo di non essere artefici di progetti incompiuti, in quanto ogni singolo piano di lavoro è in itinere. Attualmente abbiamo in prospettiva la notevole cifra di 9,5 milioni di euro, provenienti da fondi nazionali, regionali e comunali, da investire sul territorio e con cui creare lavoro mediante appalti, subappalti e indotto da questi generato.
È notizia recentissima l’annuncio della ASSL di Sanluri dell’apertura in autunno del cantiere per il nuovo ospedale, realtà su cui la Giunta ha profuso tutte le proprie energie, sollecitando e vigilando sull’iter amministrativo e burocratico, spingendo per la redazione di un cronoprogramma preciso e rapportandosi direttamente con la INSO, società aggiudicataria della realizzazione, per verificarne solvenza e regolare stato d’attività.
La strategia che abbiamo affinato è la combinazione della nostra azione con i benefici derivanti dall’appartenenza all’Unione dei Comuni Terre del Campidano, al Gal Medio Campidano e all’Unione delle tre Unioni dell’ex Provincia del Medio Campidano, con quelli derivanti dalla stretta sinergia con la ASSL di Sanluri, con RFI e Abbanoa, così come con quelli derivanti dall’intesa con le imprese locali quali la Portovesme Srl, la 3A e la Shift. Solo in questo modo possiamo continuare a elevare le nostre ambizioni, sulla strada di quanto già ottenuto in diversi comparti:
• scuola: raddoppio dell’offerta formativa inerente al tempo pieno, rinnovo della palestra di via Paganini, nuovo campo da basket di via Fermi, aree di sicurezza all’ingresso e all’uscita dai, donazione di strumentazione musicale, nuovo CPIA);
• prevenzione del rischio idrogeologico: pulizia e disostruzione dei canali, pianificazione della deviazione del Rio Pardu e ottenimento di ulteriori fondi, redazione del Piano di Protezione Civile, acquisto mezzi per la Protezione Civile;
• viabilità: rotatoria con torre-faro in sostituzione del cosiddetto “incrocio della morte” e relativo stradello, € 110.000 per il riattamento della viabilità rurale;
• sicurezza: videosorveglianza capillare nel centro urbano per un importo iniziale di € 10.000, negoziazione con Syndial per la bonifica del loro sito in paese e per la nascita di un parco all’avanguardia, programma di campionamento da parte di ARPAS per monitorare il PM10 nell’aria;
• infrastrutture: nuovo progetto di centro intermodale in linea con criteri d’efficienza europei presso la stazione ferroviaria, circa € 360.000 di finanziamento per servizi nell’area della circonvallazione intorno a essa, ammodernamento rete idrica ed efficientamento degli interventi manutentivi di Abbanoa, rifacimento del centro di neuropsichiatria infantile a carico della ASSL e concessione all’ente dei locali per il poliambulatorio, riassegnazione in concessione del mattatoio.
Un secondo punto presente tra le priorità della nostra agenda è senz’altro il decoro e l’arredo urbano, coniugati con l’imperativo della sostenibilità ambientale. Abbiamo in programma di insistere sulla riqualificazione degli spazi e sul rilancio anche psicologico della comunità, che può così incrementare la propria resilienza. Vogliamo continuare a contraddistinguerci per l’impulso deciso fornito all’innovazione, come testimoniato dal varo dei progetti pilota Canopaes e S’Ortu de Tziviriu e del CEAS (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità), che vanno ben oltre la mera pulizia o creazione di aree verdi: esplorano cammini inediti nell’imprenditorialità, puntando sull’esaltazione del patrimonio naturalistico nostrano e sposandolo con la prospettiva del ritorno economico. All’innovazione, poi, desideriamo abbinare la contestuale riscoperta dei simboli che ravvivano l’immaginario collettivo e simbolico sangavinese, come ad esempio la vecchia stazione di piazza Cesare Battisti. Così si spiega la nostra battaglia per riaprire un margine di dialogo con RFI, che ci ha permesso di sbloccare un’annosa paralisi e di eliminare difficili vischiosità per giungere a un comodato d’uso, prima di cinque, e in seguito di quindici anni rinnovabili dell’intero tracciato, della piazza Cesare Battisti, della linea ferroviaria, delle palazzine di via San Marco e del piccolo campo sportivo. Per cui adesso non ci resta che dare avvio alla riappropriazione fisica e socioculturale di questi ambienti storici per i sangavinesi, da destinarsi ad attività istituzionali e sociali.
Terza e ultima urgenza programmatica, legata alla seconda e che intendiamo approfondire ulteriormente, è il recupero della centralità e dell’attrattività di San Gavino Monreale in relazione al territorio di riferimento. Lo scopo è quello di trattenere il flusso cospicuo di viaggiatori, visitatori, studenti e pendolari che transita quotidianamente nel nostro paese, ma troppo spesso si limita a un breve passaggio nelle zone più periferiche. Tale grande traffico deve essere intercettato e dirottato verso il centro storico grazie alla creazione di servizi, di attrattive economiche e culturali. Abbiamo la ferma intenzione di insistere su questo elemento e, nell’immediato, progettiamo di modificare la circolazione degli autoveicoli nelle grosse arterie del paese, di ampliare il numero di parcheggi disponibili, di deviare sempre più fondi verso l’ottimizzazione del cuore urbano.
L’aspetto culturale è lungi dall’essere un fattore marginale in questo processo già in atto, perciò negli ultimi cinque anni ne abbiamo incoraggiato la rinascita attraverso la promozione dell’attivismo locale, della cittadinanza attiva e del principio di sussidiarietà espresso dall’articolo 118. Come accennavo poco sopra, si tratta di un mantra per questa Amministrazione, che vede in esso un antidoto alla desertificazione sociale e democratica, un’occasione di autoemancipazione e protagonismo civico da cui non si può prescindere, se si vuole davvero puntare in alto.
Ecco perché abbiamo lavorato con grande impegno per riportare ai fasti di un tempo il carnevale sangavinese, ora annoverato tra i carnevali storici italiani e tra i più importanti in Sardegna; ecco perché abbiamo trasformato la sagra regionale dello zafferano ne “Le strade dello Zafferano DOP di Sardegna”, vetrina prestigiosa a livello regionale, in rete con Turri e Villanovafranca; ecco perché abbiamo favorito in ogni modo la conversione di San Gavino Monreale in uno dei paesi sardi dei murales, oramai celebre in tutta l’Isola; ed ecco perché andiamo fieri della certificazione strutturale che ha consentito al Teatro Comunale un utilizzo continuo sia nell’ambito del circuito CEDAC che a beneficio di hobbisti e appassionati; così come, d’altra parte, abbiamo lottato strenuamente per la Certificazione Prevenzioni Incendi che a breve permetterà all’Anfiteatro Comunale di essere inaugurato e aperto permanentemente.
Si sfideranno due liste civiche allargate alle varie “anime politiche” del paese, in cui persone di destra, centro e sinistra si troveranno a collaborare. Alcune hanno lavorato fianco a fianco o da avversari (in maggioranza e opposizione) fino a fine legislature. Come rispondete alle polemiche e alle critiche di chi non apprezza la vostra scelta?
Premettendo che le polemiche e le critiche nei confronti di chiunque si esponga pubblicamente rientrano nell’ordine naturale delle cose, appare in tutta sincerità poco lucida la diatriba sulle diverse anime politiche che vengono a comporre le due liste elettorali che si confronteranno alle urne. La nostra lista “Nuovo Obiettivo – San Gavino Monreale” conta su un organico che riparte da importanti conferme così come presenta volti nuovi e freschi, mantenendo inalterato il disegno di una lista civica che lascia da parte veti e preclusioni. Il concetto di lista civica deve proprio fondarsi su questo spirito di trasversalità e apertura nei confronti di tutte le personalità che spiccano nello scenario di riferimento per competenze, conoscenze, esperienze, titolo di studio, impegno e attitudine. Quando poi il quadro in cui ci si trova a operare è quello di un paese di neanche 9.000 abitanti, com’è appunto San Gavino Monreale, l’abbandono di una visione d’insieme in favore di un attaccamento intransigente verso orientamenti ideologici netti e circoscritti diventa così divisivo da spaccare la comunità in modo pregiudizievole. Viene da sé, d’altra parte, che è altrettanto indispensabile mantenere delle solide linee guida programmatiche, con dei capisaldi evidenti e definiti, così da impedire che la trasversalità si converta in una svilente diluizione dell’indirizzo politico. Chi si è avvicinato a me per proporsi come alleato nella lista civica, ha dimostrato di possedere i requisiti a cui accennavo poco sopra e di essere persona rispettabile, con un genuino desiderio di mettersi a servizio del paese. In secondo luogo, ha preso coscienza della necessità di condividere un piano di azione comune, focalizzato sul pragmatismo e sul conseguimento di risultati. D’altro canto, chi all’interno della lista esibisce un colore politico maggiormente connotato non ha avuto alcuna difficoltà ad accettare di concorrere assieme a candidati di diversa estrazione, in virtù dei suddetti requisiti e della reciproca stima.
Per fornire un esempio concreto di quanto asserito, posso menzionare l’apertura dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) a San Gavino Monreale, una struttura d’accoglienza a lungo termine dei rifugiati che non grava sulle finanze locali e pianifica un percorso di formazione e integrazione. Il fatto che sia l’unico nel Medio Campidano è indice di una certa sensibilità a tali tematiche, così come l’esercizio pacifico delle sue attività all’interno del paese è riprova della correttezza, idoneità e validità del percorso intrapreso. Ora, i nostri 16 candidati sono del tutto consapevoli della convinzione che ci ha animato come Giunta e pertanto nel momento in cui hanno aderito alla lista, pur mantenendo ciascuno le proprie specificità, hanno accettato di entrare a far parte di un disegno politico contraddistinto da determinate caratteristiche.
Nel 2009 e nel 2014 si sfidarono ben cinque liste, forse troppe. Nel 2019 le liste saranno solo due, forse troppo poche. A quanto apprendiamo, è stato complesso trovare anche solo 32 persone disposte a partecipare alla vita amministrativa del paese. Quali sono i motivi di questo crollo delle candidature, secondo voi?
In tutta sincerità, la nostra lista non è andata incontro a difficoltà nel rinvenimento di un numero sufficiente di persone da candidare, registrando invece una richiesta abbastanza cospicua di partecipazione. Il problema sorge in un secondo momento, quando, oltre ai requisiti specifici di idoneità espressi dalla lista, vengono a sommarsi i vincoli di genere e di disponibilità effettiva. In questo caso non è un mistero che le donne siano svantaggiate, in quanto nella nostra società esse sono tradizionalmente chiamate a svolgere spesso un oneroso doppio ruolo, all’interno e all’esterno della famiglia. Non per niente il problema di rappresentatività che ne deriva ha determinato l’esistenza normativa delle quote rosa.
Entrando invece nel merito di un ridotto numero di liste concorrenti, le variabili non sono di facile individuazione e certamente la loro natura è eterogenea. Da una parte potremmo ricollegare il minor numero di liste presenti a un generale e diffuso fenomeno di disaffezione politica, che porta i cittadini non solo ad allontanarsi dall’esercizio dell’elettorato attivo, ma anche alla partecipazione all’agone politico per essere eletti dai propri concittadini. A ciò si aggiunga che la frammentazione e la polverizzazione dei partiti degli ultimi anni, aumentata esponenzialmente, ha reso più arduo il compito di assumere una posizione netta nello scenario politico e di individuare la condotta da seguire, anche in un contesto di più facile decifrabilità come quello delle liste civiche a livello comunale.
Dall’altra, è risaputo che lo sviluppo della socialità virtuale attraverso le piattaforme digitali, per quanto si integri e non sostituisca le tradizionali vie d’interazione personale, sovente conduce una certa fascia di individui a limitarsi alla prima. Questo perché viene percepita come meno impegnativa in termini di tempo, spazio e sforzo intellettuale, anche in virtù dell’anonimato o della diminuita esposizione fisica all’interno dell’interazione stessa. Tale forma di socialità indiretta, surrogato di quella presenziale, per molti risulta soddisfacente, facendo sì che non si senta la necessità di affiancarvi quella tradizionale.
Un messaggio rivolto al diretto contendente, il candidato sindaco avversario.
Dovendo sottopormi al gioco della comunicazione politica in ambito elettorale, se proprio mi si invita a spendere qualche parola sul candidato sindaco della lista concorrente, più che un messaggio rivolto direttamente a Daniela Inconis, mi sento di esprimere delle considerazioni sui rapporti che questa ha intrattenuto con il sottoscritto in ambito amministrativo.
Posso dichiarare che la Giunta da me presieduta ha intessuto una collaborazione professionale e umana eccellente con Daniela Inconis in veste di presidentessa dell’associazione di promozione sociale Qedora, portando avanti degli innovativi e rilevanti progetti all’insegna della massima cordialità e sintonia.
Il primo è quello denominato “Il Parco Multifunzionale per la Felicità de S’Ortu de Tziviriu”, che ho già citato in precedenza. Si tratta di un progetto pilota nazionale di Contratto di Gestione Territoriale volto alla gestione e alla promozione sostenibile del territorio, alla salvaguardia del capitale naturale e alla sperimentazione di nuove forme per limitare l’inquinamento e gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici. Il tutto con un coinvolgimento della comunità locale al fine di conservare i caratteri identitari del territorio e con l’apporto tecnico-scientifico del Professor Adriano Ciani, luminare della materia a livello internazionale, oltre che dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Oristano.
Il secondo è quello dell’istituzione del CEAS, Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità, anch’esso già menzionato e orientato a una relazione equilibrata con l’ambiente, ma specificamente mirato alla creazione di uno sportello che si configuri come punto di riferimento nel territorio, utile a fornire informazione e formazione, a sensibilizzare e a favorire lo scambio di buone pratiche tra scuola, membri della comunità, liberi professionisti, imprese, associazioni di categoria, amministratori, università, enti pubblici e privati. Il Comune ha stipulato una convenzione con l’associazione Qedora, riconoscendola come soggetto gestore del CEAS, garantendole supporto, contatto costante e individuando come sede la splendida cornice del Museo Due Fonderie.
Si potrebbero citare anche altre iniziative in cui abbiamo cooperato proficuamente come Giunta con l’associazione Qedora, come, ad esempio, l’evento “La cultura per le donne – Il culto della donna”, finalizzato a riflettere sulla violenza di genere e sul femminicidio. In ogni caso, il dato sostanziale che emerge è l’ottima relazione dell’Amministrazione con Daniela Inconis e la sua associazione, a cui è stata assicurata la partnership, il sostegno finanziario e operativo, incarnando ancora una volta il principio della cittadinanza attiva.