In campagna elettorale ogni “sparata” vale? Parrebbe proprio di sì, a giudicare dai profili social di tanti candidati alle prossime Elezioni Regionali.
In questi giorni di folle corsa elettorale, i candidati si affannano a creare profili social su ogni piattaforma (avete notato quanti nuovi followers avete su Instagram e quante nuove richieste di amicizia su Facebook?) e fioccano promesse, proposte e opinioni su qualsiasi tema venga percepito come “trending topic” (ossia “argomenti di tendenza”) senza avere magari le piene competenze e rischiando il più classico degli scivoloni.
Così è accaduto per la questione “Latte, formaggio, mercato e concorrenza” di cui abbiamo parlato recentemente su queste pagine, ma la lista degli argomenti sarebbe interminabile, partendo dalle ricette magiche per l’occupazione fino al nuovo assetto delle Istituzioni Sarde.
Restando sul tema istituzionale, parlando di “proposte eclatanti”, fa discutere la proposta di Alberto Urpi, sindaco di Sanluri – candidato anche alle elezioni regionali per un posto da consigliere – di spostare la sede della Provincia del Sud Sardegna
da Carbonia (capoluogo provvisorio scelto in base al numero di abitanti, essendo la città mineraria la più popolosa della nuova provincia) a Sanluri, in nome di una “centralità” del capoluogo.Il sindaco di Sanluri dovrebbe specificare però se parla da Sindaco oppure da futuro consigliere: nel primo caso il discorso “di campanile” sarebbe accettabile, nel secondo caso un po’ meno, dato che è chiamato a rappresentare i 28 comuni del collegio del Medio Campidano
e non solo quelli sanluresi. Quindi quelli di Arbus, di Guspini, di Pabillonis, di Villacidro, di Gonnosfanadiga, ad esempio.Ma dato che anche noi siamo “di parte”, ma esclusivamente dalla parte di San Gavino Monreale, ci opponiamo con fermezza a questa proposta e anzi, se proprio la sede della Provincia del Sud Sardegna deve essere spostata, che sia San Gavino Monreale.
I motivi per questa scelta sarebbero molteplici:
– La centralità è un concetto molto relativo, inscrivendo il territorio del Sud Sardegna in un cerchio per trovare il “centro geometrico”, la scelta ricadrebbe su Serramanna.
– Le distanze chilometriche su gomma sono pressoché identiche scegliendo una tra San Gavino e Sanluri, grazie allo svincolo sulla SS 131 a pochi chilometri dal centro abitato, con la differenza che San Gavino Monreale è raggiungibile anche tramite rotaie, in pochi minuti sulla dorsale Pabillonis-Villasor, ma anche da Carbonia e Iglesias con le coincidenze a Decimomannu, e da Cagliari per tutti quelli che arrivano dal Sarrabus e dal Gerrei.
– San Gavino Monreale è un importante polo culturale per la presenza dei Licei, per i progetti sui Monumenti, e per la presenza di un movimento di rinascita artistica che sta cambiando il modo di fare turismo rurale, che porta in ogni stagione turisti e curiosi per le vie del paese.
– San Gavino Monreale aspira a essere nuovamente un punto di riferimento per tutto il territorio, grazie alla costruzione del Nuovo Ospedale e al Carnevale che i paesi del circondario hanno preso come modello dal 35 anni a questa parte.
Inoltre, non dimentichiamo che San Gavino Monreale è già stata scippata una volta dal giusto riconoscimento dello status di capoluogo, con l’assurdità del doppio capoluogo Villacidro-Sanluri (con la città San Gavino Monreale “in mezzo” a fare da spettatrice attonita ai consiglieri di passaggio per spostarsi da una sede all’altra), dovuto non a scelte razionali ma semplicemente per il “peso” di alcuni politici dei due paesi che hanno spinto per una scelta scellerata e antieconomica .
La sede di una Provincia ovviamente fa gola a tutti, per il ritorno economico dovuto agli affitti e ai consumi dei lavoratori che portano soldi nel territorio: per questo noi sangavinesi dobbiamo assolutamente fare quadrato attorno al nostro paese, tutelando i nostri interessi e quelli delle attività produttive locali. Ed è per questo motivo che qualche mese fa, in vista delle Elezioni Regionali, abbiamo lanciato il nostro invito a votare per i candidati sangavinesi, proprio per evitare di continuare ad avere un peso politico nullo nelle sedi in cui si prendono decisioni vitali per il nostro territorio.