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martedì, 26 Novembre 2024
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Qual è la differenza tra imballaggio e packaging?

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Negli ultimi tempi, la differenza tra gli imballaggi e il packaging è andata accentuandosi sempre di più, benché – da un punto di vista linguistico – un termine non è altro che la traduzione in italiano dell’altro. Dalla teoria alla pratica, però, si sono evidenziate delle differenze consistenti, con sfumature diverse che caratterizzano i due concetti. Secondo la normativa italiana, lo scopo di un imballaggio è quello di proteggere la merce anche grazie all’uso di scatole resistenti di cartone, sia che si tratti di prodotti finali, sia che si tratti di materie prime. La legge non specifica la composizione che deve essere rispettata per gli imballaggi: impone, però, che venga garantita una manipolazione semplice e appropriata del prodotto dal momento in cui è realizzato fino al momento in cui viene consegnato al cliente.

Qual è la differenza tra imballaggio e packaging?
Qual è la differenza tra imballaggio e packaging?

Gli imballaggi in Italia

Nel nostro Paese è prevista una distinzione tra tre tipologie di imballaggiol’imballaggio primario, quello secondario e quello terziario. Il primo non è altro che il rivestimento del prodotto in sé, disponibile e pronto per essere utilizzato: esso rappresenta l’unità di vendita per il consumatore. L’esempio più classico è quello di una bottiglia che contiene acqua minerale. L’imballaggio secondario, invece, riunisce un certo numero di unità di vendita, e proprio per questo motivo è noto come imballaggio multiplo: la sua peculiarità è che anche nel caso in cui il prodotto venga estratto le sue caratteristiche non risultano alterate. Un esempio è quello del rivestimento in plastica che raggruppa tre scatole di mais al vapore. L’imballaggio terziario, infine, non interessa il consumatore finale, dal momento che è pensato per agevolare il trasporto e la logistica facendo in modo che il prodotto non venga danneggiato dalla manipolazione.

E il packaging?

Il concetto di packaging ormai è molto diverso da quello di imballaggio: esso, infatti, ha a che fare anche con gli aspetti immateriali dei prodotti, e cioè – per esempio – con la loro estetica. Proprio per questo motivo il packaging viene curato in tutti i suoi dettagli per indurre i consumatori all’acquisto e per risultare ben riconoscibile. Uno dei suoi obiettivi è quello di consolidare il brand del prodotto che contiene. Nel settore della vendita il packaging è fondamentale, perché non ha più unicamente un ruolo funzionale ma anche comunicativo: non si limita a mantenere integro il prodotto e a proteggerlo, ma lo pubblicizza, lo promuove e lo spiega.

Si pensi, per esempio, a un cosmetico: è ovvio che la confezione che lo racchiude ha il compito di proteggerlo, ma essa deve anche essere studiata in modo tale da risultare accattivante. La scelta delle immagini, il logo del brand, le informazioni e gli slogan riportati: tutto deve concorrere a far capire quali sono le caratteristiche del prodotto e a quali categorie di consumatori è principalmente rivolto.

Il packaging low cost

Non è un caso che spesso la differenza tra un prodotto low cost e un prodotto della stessa categoria leggermente più costoso riguardi più il packaging che non le caratteristiche intrinseche della merce. Insomma, per gli articoli low cost nella maggior parte dei casi vengono scelte confezioni low cost, o che comunque vogliono rendere quell’idea, quasi rudimentali. Lo scopo a livello di marketing è quello di far capire che si tratta di prodotti diversi rispetto a quelli che vengono venduti a prezzo pieno, rispetto ai quali non dovrebbero entrare in competizione.

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