Il volontariato è una esperienza che cambia la vita e il modo in cui viverla. Sicuramente lo hanno capito in questo anno e mezzo i membri dell’associazione “Monreale Soccorso ONLUS”, ad oggi una delle realtà più impegnate nel territorio nel campo del sociale. Una bella realtà che conta una trentina di soci e che ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più ampio, devolvendo il proprio operato non solo alla comunità sangavinese, ma la zona del Campidano.
La Monreal Soccorso è stata e continua ad essere vicina alle esigenze delle famiglie in difficoltà economica e sociale, ma al momento inizia a sentire il peso della propria crescita: il numero dei volontari è aumentato in modo significativo ma la stanza messa a disposizione dal Comune in via Pascoli non risulta più idonea a contenere l’importanza del loro servizio. Così Claudio Seda ha voluto spiegare la genesi, il lavoro e le esigenze dell’associazione.
Quando nasce l’attività della Monreal Soccorso?
Ufficialmente siamo nati il 24 settembre del 2016, eravamo un gruppo di 7 persone che si sono uniti per costituire questa associazione di volontariato. Un mese dopo abbiamo cominciato ad uscire nelle piazze, abbiamo fatto una raccolta fondi e diverse iniziative pubbliche in modo che la popolazione prendesse confidenza con noi e con questa nuova fase, nonostante fossimo già conosciuti per esperienze precedenti – alcuni di noi hanno esperienze anche decennali nel settore.
Qual è stato il vostro percorso nel 2017?
A gennaio 2017 siamo sbocciati: la popolazione ci ha sostenuto in vari modi, sia economicamente che come forza volontaria. Un mese dopo siamo diventati Onlus, una grossa gratificazione che ha significato essere iscritti all’albo regionale del volontariato. Abbiamo iniziato a svolgere una attività di volontariato senza scopo di lucro, e grazie alla associazione A.V.A.S.V. di Vallermosa siamo riusciti ad avere una ambulanza, acquistata con un finanziamento interno. In poco meno di quattro mesi siamo riusciti a concretizzare il progetto, arrivando ad obiettivi che solitamente richiedono anni di sacrifici. Siamo usciti allo scoperto nel febbraio 2017 gestendo il Carnevale di San Gavino, di mattina abbiamo inaugurato l’ambulanza mentre alla sera abbiamo offerto il nostro servizio. Siamo partiti con 7 soci fondatori (Claudio Seda, Savina Maria Zedda, Stefano Zedda – che al momento non fa più parte dell’associazione, Cristina Montis, Pasqualina Bandino, Mara Bandino, Gianluca Dessì ), piano piano, con il passaparola, siamo riusciti poi a raggiungere una trentina di iscritti attivi, cosa importante che ci permette di svolgere circa sessanta servizi al mese. Non sono pochi, li svolgiamo sia nel territorio di San Gavino e sia in tutta la provincia ex Medio Campidano, nel cagliaritano e nell’oristanese.
Quali problemi avete riscontrato col tempo?
L’amministrazione comunale a marzo 2017 ci ha messo in condizione di avere una piccola sede in via Pascoli da cui poter svolgere il nostro servizio. Nel giro di un anno quel piccolo spazio che ci sembrava veramente tanto, è poi diventato davvero angusto. Non vogliamo chiedere qualcosa in più, ma a livello logistico proprio non ci stiamo. Per questo, ci siamo affidati alla solidarietà della Pro Loco e della Delfino per le nostre riunioni, ma la cosa non può andare avanti all’infinito. Ho già parlato con l’amministrazione, c’è disponibilità, ma ci scontriamo purtroppo con quelli che sono gli spazi reali. Credo però che chi amministra deve capire quali sono le associazioni che risultano una priorità nel tessuto sangavinese: noi compiamo sessanta servizi di ambulanza al mese, trasportiamo infermi, malati oncologici, dializzati. Se vogliamo avere dei volontari sempre più formati ed efficienti, serve una sede in cui queste attività possano esser portate avanti senza intoppi.
Siete sempre a disposizione della comunità?
Non abbiamo una convenzione con il Comune, ma qualsiasi manifestazione proposta nel paese ci vede a disposizione. È una questione di onestà intellettuale, lavoriamo in tutt’altro modo rispetto ad altre associazioni e stiamo lavorando bene, seguendo tre campionati di calcio (in paese e a Samassi) e la rassegna teatrale “Teatro al Cubo”. Inoltre, anche se per un problema logistico non abbiamo un vero e proprio centralino, siamo sempre reperibili al nostro numero di cellulare (392.3219445) che viene acceso al mattino presto e rimane fruibile fino alle 22 nel periodo invernale, e fino alla mezzanotte nel periodo estivo. Questo significa che in quelle ore siamo impegnati e reperibili e attivi sul territorio. Siamo sollecitati da tantissime persone, grazie a medici e infermieri che ci consigliano, alla pagina facebook, e al passaparola tra le persone.
Ponendo che siate impegnati in un servizio e venga richiesta la vostra disponibilità, come vi organizzate?
Quando siamo però impegnati e non possiamo fare altri interventi, sfruttiamo la nostra ottica di collaborazione: contattiamo le associazioni di volontariato del territorio che possono darci una mano. Partiamo dall’associazione di paese, anche per una questione di kilometraggio, poi quelle di Sardara, Guspini, Pabillonis, Sanluri e così via. Noi mettiamo in condizione il parente del paziente che ci contatta di avere comunque la cortesia per cui ci chiama. Dunque, come si vede, siamo piccoli ma molto molto essenziali. Diamo una mano a persone indigenti, inferme, sole, che hanno difficoltà a trovare un mezzo di trasporto nelle loro condizioni. Non è facile e noi siamo felici di aiutarle.
Che realtà trova chi decide di entrare nell’associazione? Qual è l’iter per diventare un volontario?
Noi proponiamo tre mesi di prova per qualsiasi iscritto, dove può lavorare sul campo e fare tanto tanto esercizio. Abbiamo due membri dell’associazione, Sandra e Mara, che si occupano della formazione e tutti i soci esperti aiutano gli allievi a formarsi, e ad imparare vita morte e miracoli dell’ambulanza. Dopo di che seguono i corsi che possono permettere a ciascun socio di essere formato in diverse pratiche, come l’utilizzo del defibrillatore o servizi di traumatologia. Appena abbiamo avuto le disponibilità economiche, abbiamo attivato subito corsi di formazione su respirazione cardiopolmonare e quella col defibrillatore. Ogni volontario è quotidianamente disponibile alla formazione, in modo che sappia dare un servizio completo a 360 gradi.
Obiettivi futuri?
Vogliamo implementare il numero dei volontari, non bastano mai: avere più volontari significa dare ossigeno a quelli che ci sono e suddividere meglio il lavoro. Poi vorremmo avere uno spazio più grande, senza di ciò sarà difficile proseguire il lavoro con la linearità avuta fino ad oggi. Spero che l’amministrazione prenda carico della nostra richiesta e ci permetta di dare un maggiore apporto alle esigenze della comunità.
Simone Spada