Mettete da parte le vecchie guide cartacee, le mappe e gli appunti perché il viaggiatore del futuro sarà virtuale.
Non si tratta semplicemente di una questione di contenuti, ma di un modo nuovo di intendere la relazione tra turista e siti culturali. Le innovazioni in campo tecnologico si sono diffuse in numerosi settori e non da ultimo quello turistico sta beneficiando di nuove ed eccezionali opportunità in questo campo. Il turismo 4.0 con i suoi nuovi canali digitali e la sinergia tra le diverse competenze in ambito archeologico, informatico e umanistico renderà la fruizione dei siti archeologici e culturali più immersiva e coinvolgente.
Una simile rivoluzione si rivela fondamentale per la valorizzazione del patrimonio culturale della Sardegna. Non solo in chiave turistica, con ricadute importanti in termini economici e di marketing territoriale, ma anche per la tutela e la conservazione di aree soggette a degrado ed erosione.
In Sardegna il CRS4 (Centro di sviluppo, ricerca e studi superiori in Sardegna) sta portando avanti un progetto per la valorizzazione del patrimonio archeologico dell’isola. È da questa fucina di idee che è stata ricostruito in 3D il gruppo scultoreo dei giganti di Mont’e Prama. Il visitatore ha la possibilità di ammirare presso il Museo Archeologico di Cagliari e il Museo Archeologico Giovanni Morongiu di Cabras attraverso schermi in alta definizione lo splendido gruppo scultoreo scoperto nel 1974. Nel corso del Convegno Internazionale Digital Heritage tenutosi nel 2013 il progetto ha ottenuto il primo premio come miglior lavoro scientifico tra oltre seicento partecipanti.
Ci sono poi le applicazioni per smartphone e tablet che da anni rappresentano uno degli strumenti più usati dai turisti per la ricerca di informazioni e indicazioni utili per i luoghi da visitare. In questo ambito la Sardegna mette in campo il meglio della tecnologia, grazie alla partecipazione dell’Università di Bologna e dell’archeologo Michele Silani che si è occupato delle ricostruzioni 3D. Il sito archeologico di Tharros rinasce, agli occhi del visitatore, attraverso un sofisticato sistema di occhiali 3D che permettono di vedere l’antica Tharros in tutto il suo perduto splendore. Doppia valenza in questo caso: valorizzazione turistica del sito archeologico e strumento di tutela e conservazione digitale del patrimonio artistico. L’area interessata dalla ricostruzione virtuale è infatti quella che più subisce l’azione erosiva del terreno.
Le app si dimostrano uno strumento efficace per intercettare nuove fasce di utenti, non solo nel settore turistico. Nel campo del gioco online ad esempio piattaforme di gaming nate per giochi da desktop hanno negli anni ampliato la loro offerta con specifiche applicazioni di gaming per i giocatori in mobilità. È il caso di Poker Stars che ha sviluppato giochi specifici per i suoi utenti mobili con una strategia che vede il mobile come uno dei canali di accesso privilegiato alla rete.
Ma della diffusione di smartphone e tablet hanno beneficiato anche realtà imprenditoriali legate all’entertainment come Netflix o Amazon Prime Video che hanno realizzato specifiche app per intercettare i propri utenti mobili.
L’esempio di occhiali 3D per la visita di Tharros è solo uno dei tanti possibili sviluppi delle nuove tecnologie in campo turistico.
Il geoportale Nurnet ha sviluppato un’app, frutto dell’ingegno dell’oristanese Andrea Corda, che permette di esplorare il patrimonio nuragico e prenuragico dell’isola direttamente dal proprio smartphone. Uno strumento essenziale per tutti gli escursionisti e gli appassionati del territorio. E da ultimo un videogioco come progetto di game learning portato avanti dall’Associazione Fabbricastorie. Ichnos: Bronze and Steel è un videogame Made in Sardinia che mette in scena una sfida stile Warcraft tra fenici e nuragici e in questo caso la location dove i partecipanti si sfideranno sarà un museo. Perché chi l’ha detto che i siti archeologici sono noiosi?