Riqualificazione del percorso dello screening del tumore del colon retto
A Oristano tre eventi di formazione regionale per il personale del centri screening
Il tumore del colon retto è una delle cause di morbilità e mortalità più frequenti (la terza per incidenza) nei due sessi: rappresenta circa l’11 per cento dei nuovi casi di tumore e di tutti i decessi tumorali. Secondo le stime più recenti, i nuovi casi diagnosticati in Italia ogni anno sono poco meno di 40mila. Analizzando l’andamento temporale, il tumore del colon-retto mostra una tendenza all’aumento dell’incidenza a fronte di una riduzione della mortalità.
In relazione al dato epidemiologico sono cresciute le raccomandazioni per l’attuazione di programmi di screening per il cancro del colon-retto rivolte a persone in età compresa tra 50 e 69 anni. L’identificazione precoce della malattia condiziona la qualità di vita e la prognosi e favorisce l’uso di tecniche chirurgiche minimali e poco demolitive.
La Regione Sardegna ha previsto e finanziato nel Programma regionale di Prevenzione 2014-2018 una specifica formazione rivolta a tutti operatori dell’Isola coinvolti nello screening del colon retto. Si tratta di un corso articolato in tre edizioni di sedici ore ciascuna, tra lezioni frontali e lavori di gruppo, che si terranno il 17 e 18 aprile, il 29 e 30 maggio e il 19 e 20 giugno 2018 a Oristano all’Hotel Mistral 2. L’iniziativa è stata organizzata grazie alla collaborazione e col patrocinio del Gruppo italiano screening colorettale, Giscor, e dell’Osservatorio nazionale screening; il responsabile scientifico è Stefano Sanna, direttore della Unità Operativa di Diagnostica e terapia endoscopica Ospedale di San Gavino Monreale.
Tre giornate intense che vedranno alternarsi i maggiori esponenti di screening d’Italia: rappresentanti del Registro tumori Veneto, dell’Ispo di Firenze, dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, dell’ospedale Regina Margherita di Roma, del Valduce di Como, della Atss – Asl Sanluri e dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino.
“Un percorso sinergico che coinvolge tutti gli operatori centri screening della Sardegna e che permetterà ai cittadini dell’intera Isola di usufruire di un servizio uniforme e di qualità”, afferma Antonio Onnis, direttore di Ats – Assl Sanluri.
“Lo screening oncologico del colon retto, nell’esperienza regionale della Sardegna, è stato lo screening più difficile da avviare”, spiega Anna Maria Vecchi, referente del programma e responsabile del centro Screening della Ats – Assl di Sanluri. “L’attivazione dei programmi organizzati è avvenuta in modo disomogeneo nelle diverse Assl, con una tempistica differente (2008 e il 2014) e per questo screening sono emerse maggiori criticità organizzative. Questo percorso di formazione permetterà di gettare le basi per un cammino omogeneo e per l’utilizzo condiviso delle buone pratiche in tutti i centri di screening della Sardegna”.
“Sono orgoglioso del fatto che l’Italia sia uno dei primi Paesi europei ad aver attivato un Piano di Screening delle neoplasie colo rettali e di fare parte di questo progetto”, commenta Stefano Sanna, responsabile scientifico del progetto. “Si tratta di un importante atto di sanità pubblica dal quale ci attendiamo una significativa riduzione della mortalità e anche della incidenza di questi tumori. Siamo consapevoli che questi risultati potranno essere conseguiti solo garantendo una rigorosa e verificata qualità delle attività connesse ai vari livelli di questo Piano. Lo scopo del percorso è proprio quello di acquisire efficaci strumenti di analisi e valutazione delle attività in essere, per poter correggere tempestivamente le inadeguatezze e favorire l’uniformità in tutto il territorio regionale. E’ un nostro dovere etico garantire questa possibilità a tutti i cittadini, utilizzando in maniera proficua le risorse necessarie”.
Il ciclo di incontri di formazione punta a migliorare i percorsi locali dello screening del colon retto attraverso una fase di analisi delle specifiche criticità. “Durante i vari incontri formativi verranno prodotti degli elaborati che daranno origine a un documento regionale di revisione e riprogrammazione di un percorso unico dello screening del colon retto, secondo le migliori pratiche di qualità. Inoltre, con questo percorso formativo prevediamo l’arricchimento di ciascuna figura professionale impegnata nelle attività e un conseguente miglioramento della qualità delle prestazioni erogate”, afferma Vecchi.
La formazione è rivolta a dirigenti medici (tutte le discipline mediche), biologi, farmacisti, ostetrici, assistenti sanitari, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici sanitari di radiologia medica, tecnici informatici, personale amministrativo.