PERCHE’ DONARE SANGUE
Il Servizio Trasfusionale negli ultimi anni ha dovuto notevolmente aumentare la raccolta di unità di sangue per far fronte ai bisogni sempre crescenti dei pazienti ricoverati nel nostro Ospedale e negli altri Ospedali della Regione: le necessità trasfusionali infatti crescono del 4-5 % ogni anno. I portatori di anemie o di malattie congenite del sangue (talassemia, emofilia), gli anziani con ridotta produzione di globuli rossi, le persone sottoposte a chemioterapie oppure ad interventi chirurgici importanti e demolitivi, i traumatizzati della strada, coloro che vengono sottoposti a trapianto d’organo o di midollo sono solo alcuni dei pazienti per i quali quotidianamente c’è bisogno di sangue (un bambino leucemico o un paziente sottoposto a trapianto d’organo possono aver bisogno di oltre cento unità di emocomponenti).
Il sangue non può essere prodotto in laboratorio, ma proviene esclusivamente da donatori volontari, non pagati.
Per questo, nonostante la generosità di chi già dona, nella nostra provincia come nell’intera Regione, la quantità di sangue raccolta attualmente non sempre è in grado di soddisfare le necessità di chi ne ha bisogno.
Cos’è una unità di sangue?
Una unità di sangue è costituita da 450 +- 10% ml di sangue che viene raccolto durante una sola donazione.
I soggetti sani hanno circa 5 – 6 litri di sangue e possono tranquillamente donare una quantità pari a 8 – 9% del volume totale, equivalente ad una unità di sangue.
Cos’è un emocomponente?
Tutto il sangue intero raccolto dal Sevizio Trasfusionale e dalle Associazioni di Donatori viene diviso nei singoli componenti, in modo che una sola donazione possa aiutare tre pazienti.
I principali emocomponenti sono rappresentati:
– dai globuli rossi che servono a trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutti gli altri organi e tessuti;
– dalle piastrine che servono a favorire l’arresto delle emorragie;
– dal plasma che contiene soprattutto albumina, fattori della coagulazione e anticorpi.
Cos’è un emoderivato o plasmaderivato?
E’ un farmaco prodotto dal plasma che contiene, in forma concentrata, un singolo costituente del plasma stesso: sono emoderivati l’albumina, le immunoglobuline, i concentrati di fattore VIII e IX per gli emofilici.
Si può prendere l’AIDS o altre infezioni virali donando sangue?
NO, non si può prendere l’AIDS né altre infezioni virali donando sangue. Tutto il materiale usato per i salassi è sterile e monouso, viene usato una sola volta e poi eliminato.
Quale è il rischio per chi riceve una trasfusione?
Il rischio di contrarre l’AIDS e le epatiti B e C attraverso la trasfusione di sangue ed emocomponenti è molto ridotto da quando sono stati introdotti i test per la ricerca dei markers virali specifici, che diventano sempre più sensibili.
Nonostante questo però ancora oggi esiste un rischio residuo di trasmettere l’epatite B, C, l’AIDS o altre malattie infettive. E’ per questo che la selezione del donatore deve essere accurata e richiede la collaborazione del donatore stesso.
Quanti donatori sono stati trovati positivi per HIV, HBV, HCV ?
In media si riscontra la presenza di anticorpi anti HIV in un soggetto su 20000, un marcatore per l’epatite B in un soggetto su 100 e l’anticorpo per l’epatite C in uno su 200.
Nel nostro Servizio si riscontrano ogni anno mediamente 3 donatori positivi per epatite B e 2-3 per epatite C. Negli ultimi 15 anni un solo donatore è stato trovato positivo per HIV.
Cosa si fa per cercare di eliminare il rischio di trasmissione di virus?
Per evitare o ridurre la trasmissione di virus ed altre infezioni è necessaria una stretta collaborazione tra il donatore ed il medico trasfusioni sta.
Il donatore dovrà riferire al medico ogni comportamento o situazione che sia a rischio di trasmissione; il medico aiuterà con domande appropriate la ricerca degli eventi a rischio. Per questo è stato elaborato un apposito questionario che faciliterà il compito di entrambi. Oltre a ciò su ogni donatore, all’atto della donazione, vengono ricercati obbligatoriamente i marcatori per i virus HIV, HCV, HBV e per la sifilide.
Completa l’indagine una accurata raccolta della storia sanitaria del donatore, una visita clinica ed esami diagnostici; tutti questi atti hanno lo scopo di rendere la donazione sicura e senza rischi anche per il donatore.
Allo scopo di tutelare la salute dei pazienti, è inoltre opportuno che il donatore comunichi tempestivamente al Servizio Trasfusionale eventuali malattie insorte subito dopo la donazione, in particolare epatiti e altre malattie infettive.
Cosa succede se il sangue del donatore risulta positivo per qualche test?
Se un test risulta positivo o dimostra una patologia, esso verrà ripetuto per conferma. Qualora la positività venisse confermata in tutti i controlli, la unità raccolta verrà eliminata ed il Servizio informerà il donatore in modo riservato e personalizzato. Tutti i risultati dei test sono trattati con riservatezza.
Cos’è il consenso informato?
Il consenso informato è l’atto con cui il donatore dichiara la sua libera volontà di effettuare la donazione. Il consenso si chiama” informato” perché è conseguente ad informazioni che il medico trasfusionista deve fornire al donatore sugli scopi della raccolta, sulle modalità e sui rischi della donazione, sul comportamento post-donazione, etc.
In modo sintetico queste informazioni sono contenute in questo opuscolo, ma saranno ulteriormente sviluppate nel colloquio che si svolgerà durante la visita pre-donazione.
Non aver timore di fare domande e pretendi chiarezza; non puoi dare un vero consenso, se non hai ben compreso.
Cosa vuol dire autoesclusione?
In ogni fase della procedura di donazione puoi decidere di ritirarti. Non sei obbligato a specificare il motivo. Se hai già iniziato a donare, puoi chiedere di interrompere la donazione; se hai completato la donazione puoi chiedere l’eliminazione della sacca con una procedura che tuteli la tua riservatezza.
Cosa vuol dire esclusione temporanea?
Vi sono varie condizioni di salute o comportamenti che presentano un rischio temporaneo di danno per il donatore e /o ricevente. In questi casi il donatore viene prudenzialmente sospeso dalla donazione per un periodo di tempo determinato.
Cosa vuol dire esclusione permanente?
Qualora le condizioni di salute del donatore siano immodificabili e il rischio di trasmissione di malattie infettive o, comunque, di provocare danno con il salasso sia certo o molto probabile, allora il donatore viene dichiarato permanentemente non idoneo e sospeso definitivamente dalla donazione
Quanti sono i tipi di donazione?
I tipi di donazione sono fondamentalmente due: la donazione di sangue intero e la donazione mediante aferesi. Con l’aferesi si può raccogliere plasma (plasmaferesi), piastrine (piastrinoaferesi), globuli bianchi (leucaferesi), oppure 2 diversi emocomponenti contemporaneamente (aferesi multicomponente): per es. globuli rossi e plasma, globuli rossi e piastrine, plasma e piastrine ecc…
Come avviene la donazione di sangue intero?
Vi è una fase predonazione durante la quale il donatore riceve le informazioni necessarie per il consenso informato, riempie insieme al medico il questionario, si sottopone a visita medica ed alla determinazione dell’emoglobina.
Se è idoneo, entra in una sala attrezzata per il prelievo, dove viene identificato e fatto sdraiare su una comoda poltrona-relax. Dopo accurata disinfezione della vena alla piega del gomito, un sanitario introduce in vena l’ago di una sacca da prelievo, numerata ed etichettata in modo da evitare scambi.
La sacca è posta su una bilancia elettronica che interrompe automaticamente il prelievo non appena è stata raccolta la quantità di sangue prestabilita.
Il prelievo dura circa 10 minuti e per tutta la sua durata è utile aprire e chiudere alternativamente il pugno per aiutare il flusso del sangue. Al termine della donazione è necessario tener premuto un tampone sul punto di prelievo a braccio esteso per 2-3 minuti per permettere una buona chiusura della ferita.
Non bisogna alzarsi immediatamente alla fine del prelievo, ma è opportuno attendere 6-8 minuti e poi alzarsi per gradi. Prima di abbandonare la sala, bisogna attendere l’ O.K. da parte del personale sanitario. Finita la donazione il donatore riceverà un adeguato ristoro.
Ricorda: puoi fare domande, segnalare eventuali malesseri e chiedere di interrompere la procedura in ogni momento della donazione.
Con quale frequenza si può donare sangue intero?
In media sono necessari uno – due mesi per riformare i globuli rossi donati. Di conseguenza l’intervallo tra due donazioni di sangue non può essere inferiore a 90 giorni. Gli uomini possono donare 4 volte in un anno, le donne in età fertile due.
Quali sono i rischi della donazione di sangue intero?
Normalmente la donazione di sangue è ben tollerata. Possono verificarsi inconvenienti nella sede della puntura, quali piccoli ematomi e, molto raramente, flebiti. Di rado il donatore può accusare vertigini, nausea e sensazione di svenimento, quasi sempre su base psicologica. Alcuni di questi donatori possono avere anche convulsioni di breve durata.
COSA E’ L’AFERESI?
L’aferesi è un tipo particolare di donazione che consente la separazione e la raccolta di un singolo specifico emocomponente, di solito plasma (plasmaferesi) o piastrine (piastrinoaferesi), o di 2 emocomponenti contemporaneamente (aferesi multicomponente).
Quali pazienti hanno bisogno dei prodotti della aferesi?
Il plasma è prevalentemente destinato al trattamento dei difetti della coagulazione che colpiscono circa l’uno per mille della popolazione e possono essere dovuti sia a difetti congeniti che a malattie acquisite.
Quasi tutto il plasma raccolto viene lavorato industrialmente per la produzione dei farmaci emoderivati (fattori della coagulazione, immunoglobuline, albumina) che hanno la caratteristica di essere sterili, puri ed in alta concentrazione.
Le piastrine (e i leucociti) sono necessarie per i pazienti con tumori maligni, leucemie, gravi malattie del sangue, sottoposti a trapianto di midollo o altri trapianti.
Come avviene la donazione?
Le varie fasi sono identiche a quelle della donazione di sangue. Nella aferesi però il prelievo viene effettuato da una macchina separatrice che automaticamente estrae dal sangue intero l’emocomponente selezionato, plasma o piastrine, e restituisce al donatore, attraverso lo stesso ago del prelievo, i componenti non utilizzati (i globuli rossi più una quantità più o meno grande di plasma).
La raccolta avviene in modo automatico e la macchina è provvista di svariati sensori e sistemi di allarme che garantiscono la sicurezza della procedura.
La procedura è sicura?
SI! Tutti gli aghi e i tubi in cui scorre il sangue sono monouso, sterili e vengono gettati dopo l’uso.
Non vi è possibilità di contatto tra la macchina ed il sangue del donatore; pertanto non c’è alcun rischio di contrarre alcuna malattia infettiva con la donazione.
Quanto tempo richiede?
I tempi di donazione sono variabili: una plasmaferesi richiede circa 30-45 minuti; una piastrinoaferesi 60-90 minuti.
Possono i donatori di aferesi donare anche sangue intero?
SI! Anche se alcuni criteri di selezione sono diversi, non vi sono sostanziali differenze tra le due modalità di donazione; bisogna solo aspettare 14 giorni tra una donazione di aferesi ed una di sangue intero.
Tuttavia è necessario che passino 30 giorni tra una donazione di sangue intero ed una aferesi.
Quali sono i requisiti per questo tipo di donazione?
I requisiti generali per l’aferesi sono simili a quelli per la donazione di sangue intero.
I requisiti specifici fondamentali sono: – una età compresa tra 18 e 60 anni; – una proteinemia non inferiore a 6 g/dl; – una conta piastrinica non inferiore a 150.000; – non aver preso aspirina o farmaci simili nei sette giorni precedenti la donazione di piastrine.
La plasmaferesi è particolarmente consigliata per donatori con valori ridotti di emoglobina o con gruppi sanguigni particolari quali AB (donatori universali di plasma).
Con quale frequenza si può donare?
Il plasma e le piastrine normalmente vengono rigenerati rapidamente;pertanto l’intervallo minimo tra due aferesi è quattordici giorni.
In un anno non possono essere effettuate più di 6 piastrinoaferesi o raccolti più di 10 litri di plasma (15 plasmaferesi)
Quali sono i rischi delle aferesi?
I rischi generici di una procedura di aferesi sono identici a quelli di una donazione di sangue; lievemente più frequenti sono i problemi nella sede del prelievo.
Rischi specifici più frequenti sono:
– l’insorgenza di una ipocalcemia, che si manifesta con sensazioni di prurito o intorpidimento alle labbra e impastamento della lingua;
– la comparsa di una lieve emolisi per danneggiamento dei globuli rossi da parte della attrezzatura di prelievo;
– la rottura del circuito con perdita delle emazie presenti all’interno dello stesso
– la formazione di piccoli coaguli all’interno del kit
Questi fenomeni sono rari, senza gravi conseguenze e di facile controllo anche senza terapia farmacologica, specialmente se rilevati e trattati subito: per questo ti invitiamo a riferire senza alcun timore o vergogna qualunque tipo di sensazione o fastidio dovessi avvertire durante la donazione.
Le moderne attrezzature da più di 10 anni sono provviste di sensori e blocchi in grado di rilevare anomalie di funzionamento e danni al circuito, limitare la possibilità che queste anomalie danneggino il sangue contenuto nel circuito, bloccare automaticamente la procedura.
Sia la donazione di sangue intero che le aferesi avvengono comunque sotto sorveglianza da parte del personale sanitario.
ISTRUZIONI POST- DONAZIONE
- Dopo la donazione, sei pregato di restare sdraiato per circa 10 minuti e sarai assistito dal personale sanitario di sala nel momento in cui ti alzi dalla poltrona.
- Mangia e bevi qualcosa subito dopo la donazione.
- Bevi più liquidi del solito durante le 4 ore successive alla donazione.
- Informa immediatamente il personale di sala se hai qualche reazione inaspettata, ad esempio: nausea, agitazione, nervosismo, sudorazione, brividi di freddo, sonnolenza, sensazione di svenimento. Il personale ti farà delle domande sul tuo stato di salute e prenderà le misure necessarie. Non lasciare il Centro se hai ancora malessere e senza il permesso del sanitario.
- Non fumare per almeno 1 ora e mezzo dopo la donazione.
- Se sanguina il punto dove è stato effettuato il prelievo, solleva il braccio teso al di sopra del capo e fai pressione sul cerotto fino alla cessazione del sanguinamento.
- Se hai sensazione di vertigini o svenimento, sdraiati o siediti, ovunque ti trovi, avendo l’accortezza di non battere il capo. Chiama qualcuno per farti assistere. Se la sensazione di svenimento persiste, ritorna al Centro se possibile, o chiama immediatamente il tuo medico o un medico del Centro.
- Se svolgi lavori o hobby pesanti o pericolosi (ad es: muratore o altri lavori su impalcature, subacqueo, rugby, etc), astieniti per 24 ore dopo la donazione Non è prudente usare la bici o il motorino nelle 2-3 ore successive alla donazione.
- Contatta i medici del Centro se hai qualche problema relativo alla donazione. Ricorda: puoi sempre ricorrere alla autoesclusione
- Se ti ammali nei primi giorni dopo la donazione, contatta il Centro informandolo sulla tua malattia cosicché la donazione possa essere bloccata, se si ritiene che la sua trasfusione possa danneggiare il paziente.
INFORMATIVA SULL’AIDS E LE MALATTIE VIRALI TRASMISSIBILI COL SANGUE
Caro donatore,
in questa nota sono riportate delle informazioni sulle malattie trasmissibili col sangue (epatite B, epatite C, AIDS, altre epatiti, etc.) che possono aiutarti a capire se puoi donare il tuo sangue. Sei pregato di leggere attentamente questo foglio e di rispondere con sincerità alle domande in esso contenute.Se in coscienza ritieni di essere in una delle condizioni a rischio sotto riportate, rispondendo “SI” ad una qualsiasi delle domande, NON DONARE IL TUO SANGUE.
Se invece hai qualche dubbio, puoi parlarne in privato col medico del Servizio durante la visita. Il colloquio sarà strettamente riservato.
Se i rapporti sessuali tuoi e del tuo partner ti espongono a rischio di AIDS o epatite e malattie veneree, NON DONARE IL TUO SANGUE
CONDIZIONI A RISCHIO
E’ considerato soggetto a rischio, cioè potenzialmente capace di trasmettere AIDS, epatiti e malattie veneree al paziente trasfuso con il sangue donato, chiunque risponda “SI” ad una qualsiasi delle seguenti domande:
- Hai l’AIDS o ai mai avuto un test positivo per HIV/AIDS?
- Hai o hai avuto epatite o ittero, sifilide, blenorragia?
- Hai o hai avuto un test positivo per epatite B, epatite C, altre epatiti, sifilide?
- Hai mai avuto rapporti sessuali con persone affette da AIDS, epatite, sifilide o positive al test per AIDS, epatite B, epatite C, sifilide?
- Per i donatori maschi, hai mai avuto rapporti sessuali con altri uomini?
- Hai mai fatto uso di droghe per via endovenosa?
- Hai mai usato siringhe in comune con altri soggetti?
- Hai mai preso soldi o droghe in cambio di attività sessuali?
- Hai mai dato soldi o droghe a qualcuno per fare sesso con te ?
- Hai cambiato partner negli ultimi quattro mesi?
- Hai avuto rapporti non protetti con partners sconosciuti?
- Hai mai avuto rapporti sessuali con persone che hanno fatto uso di droga?
- Hai mai contratto sifilide o gonorrea, o sei stato curato per sifilide o gonorrea?
Sintomi a rischio AIDS
Alcuni sintomi sono associati ad AIDS.
Poiché questi sintomi non sono specifici per AIDS, ma comuni a varie malattie anche banali, prima di donare sangue, parlane col medico:
– Febbre di natura non definita da oltre dieci giorni
– Perdita di peso di oltre cinque chili, non dovuta a riduzione dell’apporto calorico (dieta dimagrante)
– Protuberanze o noduli sulla pelle o in bocca, specie se di color rosso-porpora
– Linfonodi ingrossati da più di un mese
– Lesioni cutanee arrossate persistentemente o ulcerate
– Macchie bianche o ulcerazioni in bocca
– Diarrea persistente
– Disturbi respiratori persistenti o respiro corto
– Tosse persistente
– Sudorazione notturnaE’ possibile fare il test per l’AIDS in modo anonimo e gratuito, ricordalo!
Sintomi e segni di epatite
Spesso una epatite virale non si manifesta con alcun segno di malattia e viene occasionalmente scoperta durante test eseguiti per altro motivo.
Quando presenti, i segni e sintomi iniziali sono spesso aspecifici:
– Disappetenza
– Nausea
– Affaticamento
– Debolezza
– Cefalea
– Sensazione di malessere addominaleSegno specifico di malattia epatica è l’ittero che si manifesta con una colorazione giallastra delle sclere e della cute, ed è spesso accompagnato da urine color marsala.
In questa fase le transaminasi sono elevate. Sia l’AIDS che le epatiti hanno un lungo periodo di incubazione tra il contagio e la comparsa dei sintomi. Durante questo periodo i test di laboratorio possono non essere in grado di dimostrare l’infezione (così detta” fase finestra”). E’ per questo motivo che, in caso di dubbio, il donatore viene sospeso temporaneamente dalle donazioni.
Se non sei sicuro, evita di donare; può essere pericoloso.
Proteggi il paziente che deve essere trasfuso.