La grandissima novità dell’edizione di quest’anno del rinomato evento enogastronomico e socioculturale dedicato allo zafferano è stata la sua riconfigurazione generale in un contesto più ampio e strutturato, segnando il passaggio da una prospettiva prettamente localistica ad una maggiormente inclusiva nei confronti del territorio circostante.
La stessa denominazione dell’evento è passata da “Mostra Regionale dello Zafferano di San Gavino Monreale” a “Le Strade dello Zafferano di Sardegna DOP”, indicando proprio l’estensione del raggio d’azione e delle ricadute dell’iniziativa. Le strade a cui si allude sono in effetti quelle che attraversano il Medio Campidano per congiungere il nostro Comune con quelli di Villanovafranca e Turri, dando origine al triangolo produttivo dello zafferano più importante a livello nazionale. Non dimentichiamo, infatti, che se San Gavino Monreale si fregia del titolo di “capitale italiana dello zafferano”, essendone il maggior produttore, gli altri due vertici del triangolo di cui sopra sono appunto Villanovafranca e Turri, entrambi ugualmente rappresentativi di una tradizione millenaria che pulsa nel cuore della pianura del Campidano. Le nostre mire, quindi, sono state rivolte alla costituzione di una rete di Comuni e di comunità in cui far confluire infrastrutture e competenze provenienti da distinte realtà: senza Villanovafranca e Turri, nostri stimati partner, non sarebbe stato possibile operare questo salto di qualità.
L’obiettivo del macroevento così delineato era avviare un progetto sperimentale che apportasse un valore aggiunto considerevole allo sforzo di valorizzazione e divulgazione del crocus sativus, contando sulla collaborazione dei tre Comuni al fine di esaltarne al massimo la portata regionale e nazionale, la spinta commerciale, la caratteristica di vetrina e momento di aggregazione per la collettività.
La parola d’ordine della nostra Amministrazione è stata sinergia: tra le macchine organizzativo-gestionali dei diversi Comuni, da una parte, e tra i produttori di zafferano D.O.P. dei diversi paesi, dall’altra. L’ambiziosa meta di lungo termine, in particolare, dev’essere il consolidamento e l’espansione di quel prestigioso brand immateriale legato al territorio che è il marchio D.O.P, da promuovere sullo scenario nazionale e internazionale. Le vie preferenziali per conseguire ciò sono essenzialmente due: l’aumento del numero dei produttori di zafferano aderenti al D.O.P. e la nascita di un Consorzio di Tutela dello zafferano D.O.P. di Sardegna.
Si auspica che sempre più produttori si uniscano sotto la bandiera del marchio D.O.P., in quanto soltanto esso può certificare l’eccellenza del prodotto e l’osservanza del relativo disciplinare d’elaborazione, il quale permette di ottenere uno zafferano con peculiarità organolettiche e gustative uniche e inconfondibili. Il D.O.P. magnifica le caratteristiche morfologiche e pedoclimatiche della nostra zona, le tecniche agronomiche, di lavorazione e trasformazione impiegate, assicurando allo stesso tempo la trasmissione scrupolosa delle tradizioni plurisecolari tramandate di padre in figlio. Esclusivamente uno zafferano protetto da tale brand, che esige venga rigorosamente essiccato in stimmi e ne scongiura la sofisticazione, può convertirsi in un decisivo elemento attrattivo dell’economia locale, dell’agricoltura, del commercio, del settore produttivo in generale, di quello culturale, turistico e culinario. Non dimentichiamo che il marchio D.O.P., a fronte di un onere economico e lavorativo ridotto per i produttori che decidono di aderirvi, consente a San Gavino Monreale l’elevazione al rango di unico Presidio Slow Food relativo allo zafferano di tutt’Italia: in questo modo la celebre associazione internazionale associa lo zafferano sangavinese all’alta cultura gastronomica, alla ricchezza della biodiversità, al rispetto dell’ambiente, alle tradizioni locali e al buon convivio.
La seconda via maestra, parallela alla prima, per trasformare il brand zafferano D.O.P. in un autentico baluardo del nostro territorio è l’istituzione di un Consorzio di Tutela che raggruppi i produttori D.O.P.: in questo modo verrebbe conferita loro protezione giuridica, consulenza, supporto, salvaguardia, opportunità di accedere a specifici bandi regionali dedicati, maggiori mezzi di promozione e commercializzazione. A tale scopo gli attuali produttori di zafferano D.O.P. esistenti devono necessariamente consociarsi, giacché la normativa vigente stabilisce che per ottenere il riconoscimento ministeriale di Consorzio di Tutela è indispensabile la partecipazione dei soggetti che rappresentino almeno i due terzi della produzione certificata. Allo stato attuale nessuno dei tre Comuni preso singolarmente è capace di soddisfare questa condizione, neppure San Gavino Monreale, Comune capofila che è sede di 4 produttori D.O.P., rispetto a Villanovafranca e Turri che ne ospitano 1 ciascuno.
Tenendo bene a mente questi intenti prioritari di primo piano, pertanto, abbiamo mosso con decisione il primo passo in questa direzione, dando lustro al lavoro agro-sociale orbitante intorno all’oro rosso in tre ricche giornate che hanno scommesso su cucina, commercio e cultura. Il 10, 11 e 12 novembre, in un contesto meteorologico tutto sommato clemente, si è assistito a una miriade di attività eterogenee, le quali, dislocate in tutto il centro urbano, hanno intrattenuto un numero cospicuo di visitatori provenienti dall’intera regione. Dai convegni ai workshop e ai laboratori artigianali, dai pranzi preparati dagli chef ai concorsi a premi, dai concerti alle visite guidate delle aziende di produzione dello zafferano D.O.P., dai murales alle antiche dimore, dai musei agli show cooking, dalle mostre alle degustazioni dei piatti della tradizione a base di zafferano e dei vini, dallo street food alla partecipazione alla raccolta e pulizia dei fiori di zafferano. Vale la pena di sottolineare come, oltre alla sfera enogastronomica e culturale, rispetto al passato sia stata curata in maniera più attenta la componente turistica della manifestazione, grazie alla mobilità garantita dal bus navetta gestito dal consorzio “Sa Corona Arrubia”, che ha consentito di raggiungere gratuitamente musei, chiese e luoghi d’interesse dei tre Comuni.
Per di più la manifestazione è venuta a integrarsi, nella giornata del venerdì 10, con la presentazione del progetto definitivo del Nuovo Ospedale di San Gavino Monreale, eccezionale traguardo ottenuto in virtù della professionalità e impegno dei medici, di un bacino di utenza di notevoli proporzioni e di una straordinaria mobilitazione di tutto il territorio. Oltre al potenziamento e miglioramento dei servizi sanitari erogati, all’aprirsi di un nuovo orizzonte di opportunità economiche, il nuovo ospedale contribuirà ad accrescere l’attrattività della zona, con un conseguente rilancio morale e psicologico, con un aumento dell’autostima della popolazione che si pone in piena consonanza con lo spirito della mostra dello zafferano.
In definitiva l’apprezzamento dei presenti è stato palpabile, così come assolutamente positiva l’opinione di visitatori e addetti ai lavori, registrandosi inoltre un’intensa attività lavorativa degli esercizi pubblici. Il merito di tale successo va riconosciuto innanzitutto ai Comuni co-organizzatori di Villanovafranca e Turri , ai produttori di zafferano D.O.P. e non, al cuciniere Davide Bonu, agli chef Andrea Pani e Alberto Sanna, all’associazionismo sangavinese, ancora una volta, alla Pro Loco, a Skizzo, a Chine Vaganti, a Kenemeri, a Sa Moba Sarda, a Sergio Putzu e a Su Bixinau de Oristanis, a studenti e docenti dell’Istituto Alberghiero Volta di Arbus, ai ragazzi del Servizio Civile Nazionale, alla Slow Food Cagliari, alle agenzie regionali LAORE e AGRIS, a Confagricoltura Sardegna, a Coldiretti Sardegna, a CIA Sardegna, a Sa Corona Arrubia, al Comando Legione Carabinieri Sardegna, ai Sommelier Fisar – Delegazione Medio Campidano, a Chiara Atzori, ai produttori di riso e miele, agli espositori di artigianato locale, ai food truck RistoLucitta e Sardovan, alla Monreal Bike, alla Paolo Nonnis Orchestra e a Francesca Corrias, agli operai e ai dipendenti comunali, ai volontari.
Il nostro più sincero ringraziamento va a tutte queste essenziali figure che hanno profuso i loro sforzi senza risparmiarsi in vista di un obiettivo comune condiviso, quello di far crescere un evento veicolo dell’identità comunitaria e trampolino di lancio per il nostro paese e territorio. Faremo tesoro delle difficoltà organizzative riscontrate e cercheremo di portare luce nelle zone d’ombra di questa edizione. Le potenzialità che si intravedono sono davvero tante e promettenti, così come i margini di miglioramento, per cui invitiamo già tutti fin da ora all’edizione 2018 della grande festa appena conclusasi.