Il Governo non deve avere pace per quello che riguarda il mondo del gioco d’azzardo e per la possibilità di giocare al casino: in questi anni ha fatto poco ed anche se ora sembra “correre” (ed è un termine oltremodo eufemistico) per arrivare all’accordo sul riordino del gioco in Conferenza Unificata non è abbastanza e stando ad alcune parti politiche non si è sufficientemente impegnato per prevenire le forme di gioco patologico che derivano dal fenomeno dell’abuso del gioco. Non si è schierato chiaramente in quest’ottica e dovrebbe, invece, prendere una posizione ben delineata.
Sinceramente il gioco problematico sta diventando “una spina nel fianco” del Governo ed alla ripresa dei lavori parlamentari sembrerebbe alquanto utile sapere come stanno esattamente le cose relativamente a questa problematica che tocca l’opinione pubblica e che fa parlare così tanto i media (che a volte “speculano” sulla situazione senza avere ancora oggi dati certi in mano). Alcune parti politiche vogliono riprendere energicamente la discussione sul disegno di legge sulla prevenzione e la cura della dipendenza da gioco, come era stato fatto a suo tempo per l’alcool e per la droga, disegno di legge “datato” ed approvato il 26 giugno 2014 e ben parcheggiato in qualche cassetto in attesa delle decisioni del Governo.
Non vi è dubbio che dal 2014 ad oggi le notizie che si sono susseguite sul gioco d’azzardo sono state tantissime, confuse e persino contraddittorie, a prescindere dalla determinazione messa in questo argomento dal sottosegretario Pier Paolo Baretta che si è dato parecchio da fare nel campo dei giochi. Ma ancora oggi resta misterioso il “balletto delle cifre” relativo al numero delle macchinette che rimarranno presenti nei bar ed ancora più misterioro è il numero delle sale scommesse che si potrebbero aprire nel giro di pochi mesi se, ipoteticamente la Conferenza Unificata dovesse approvare il bando per aprire altre diecimila sale, posto che è ormai arcinoto che le Vlt vengono considerate assai più pericolose della “famigerate Awp”.
Alcune parti politiche sono assolutamente certe che ridurre queste Awp, seppur del 30%, non servirà a ridurre i rischi che creano le derive della dipendenza, ma potrebbero forse rendere ancora più gravi le forme di ludopatia che vanno a toccare sempre più giocatori. Tutta la sistemazione del gioco, come è stata prospettata nell’ultima proposta di accordo presentata dal sottosegretario Baretta agli Enti Locali che “indica” la dislocazione sul territorio, gli orari di funzionamento, il numero delle sale e la tipologia dei locali in cui si potrà giocare esporrà probabilmente ancora di più i giocatori al gioco problematico e la dipendenza dal gioco d’azzardo avrà effetti ancora più significativi dato che l’entità delle giocate andrà ad aumentare seppur nel modo “limitato” ed indicato per le Vlt.
Non vi è dubbio che l’intervento del Governo per la cosiddetta riforma del settore ludico è stato guidato dalla chiave economico-finanziaria invece di intercettare i bisogni socio-sanitari dei cittadini-giocatori che dovrebbero investire due obbiettivi fondamentali: la formazione di chi propone gioco e lo gestisce e lo stop assoluto alla pubblicità perché ancora oggi è troppo presente ed indirizzata particolarmente al pubblico dei giovani con immagini ammiccanti e coinvolgenti e messaggi che “spingono al gioco”: il fatto poi che questo “faccia male alla salute” viene trattato in modo alquanto superficiale e non riesce ad ottenere l’effetto “desiderato”… o forse sì?