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San Gavino Monreale: l’ex stazione ferroviaria verrà gestita dal Comune per cinque anni

Da oltre dieci anni si parla della possibilità di acquisire l’area della vecchia stazione ferroviaria di San Gavino Monreale, che ha rappresentato uno dei principali centri di commercio locale e ora si trova invece in stato di degrado e abbandono.

Vecchia Stazione FS

La sua riqualificazione è stata ancora una volta oggetto di discussione in Consiglio comunale.

La maggioranza consiliare ha deciso di acquisire per cinque anni, in comodato d’uso, gli immobili della ex stazione e il vecchio tracciato ferroviario di quattro chilometri, da Sanluri a Pabillonis. E di destinare la zona ad uso istituzionale, culturale e sportivo.

Illustrando la proposta, il sindaco Carlo Tomasi ha ipotizzato di adibire i locali del fabbricato soprattutto a sede di enti pubblici, come l’Unione dei Comuni o il Gal, che potrebbero investire per lo sviluppo della zona. “Abbiamo molte idee che vorremmo condividere con la popolazione – ha spiegato il sindaco – anche se per un tempo limitato, necessario a capire se vi è, o meno, la possibilità di investire e che tipologia d’investimento fare”. Tra le idee già in programma amministrativo, “l’eliminazione del dosso scorri-binari, in corrispondenza dei passaggi a livello che funge da diga durante il convogliamento delle acque di superficie” e il recupero dello stabile ferroviario, delle casermette e della fonderia.

Un partecipato dibattito ha preso piede in aula sulla questione del “tempo limitato”.

L’opposizione, pur condividendo l’iniziativa, ha contestato i termini previsti nel contratto. E ha accusato uno sbilanciamento di pesi a favore della Rfi (Rete ferroviaria italiana), proprietaria dell’area. “Si doveva ragionare su almeno 30anni per la mole di investimenti necessaria, è intervenuto il consigliere Nicola Garau. Sulla stessa lunghezza d’onda anche i consiglieri Silvia Mamusa, Giuseppina Angela Chessa e Simone Angei che paventano che cinque anni siano un tempo troppo breve e incerto, alla fine del quale o durante il quale il proprietario può riprendersi tutto, o imporre un canone d’affitto al Comune. “Il contratto – ha dichiarato la consigliera Mamusa – scarica sull’amministrazione una serie di inadempienze, mai risolte dalla stessa Rfi, con oneri eccessivi per la nostra comunità”. E ha poi chiesto di modificare le condizioni del contratto prima di firmarlo.

Di veduta diversa, gli assessori che ritengono la sottoscrizione del comodato “un’azione concreta – ha detto l’assessore Alberto Casuche porterà, a piccoli passi, verso interventi di rivitalizzazione della zona. L’idea che le due parti del paese riprendano a dialogare è in questo contesto un’occasione troppo importante per farsela sfuggire”.

Dopo una breve pausa, il sindaco Tomasi ha accolto in parte la richiesta dell’opposizione, proponendo di allegare al contratto la delibera di Consiglio, nella quale emerge la volontà di avere il comodato per un periodo più ampio.

La proposta però non ha fatto cambiare idea ai consiglieri di minoranza che si sono astenuti dal votare.

Comitato spontaneo di cittadini “StAzione”
Durante il dibattito, è intervenuto anche il consigliere Simone Angei per ribadire che la maggioranza sia arrivata a questa scelta dopo tre anni di mandato elettorale e che la decisione sia frutto di “un intento politico” non supportato né da pareri tecnici, né da quelli della comunità.

“Sarebbe stato opportuno coinvolgere gli abitanti, anziché agire in solitudine – ha detto Angei – anche per far capire a Rfi che quella parte del paese è dei sangavinesi”.

A ritenere quella parte del paese “di proprietà sangavinese”, gli stessi cittadini che, mossi da un legame affettivo, da circa un anno hanno costituito il comitato spontaneo “StAzione”, per sollecitare le istituzioni a fare di tutto per riprendersi la stazione ferroviaria e recuperarla con idee e progetti.

Fonte: (m.p.), Il Sardington Post

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