Tutto è pronto a Gonnosfanadiga per rivendicare il diritto delle comunità locali della Sardegna a decidere autonomamente il loro modello di sviluppo. Il paese del Medio Campidano si appresta a dire no all’impianto solare termodinamico della potenza lorda di 55 MW che, di recente, ha avuto il nulla osta dal Governo nonostante l’amministrazione comunale e i residenti avessero espresso tutta la loro contrarietà al progetto.
Per contrastare il progetto del mega impianto termodinamico solare da realizzare nelle campagne di Gonnosfanadiga e Guspini, sabato 25 marzo, con incontro alle 9:00 alla Fiera mercato di Gonnosfanadiga, si svolgerà una manifestazione di protesta.
Ed ora che anche la Regione si è schierata, seppure tardivamente, contro l’inziativa della Gonnosfanadiga Limited LTD
, il sindaco Fausto Orrù è pronto a capeggiare la mobilitazione. Oltre diecimila le persone attese sabato mattina per quella che si preannuncia come una delle più imponenti manifestazione di protesta degli ultimi anni. Orrù non ha dubbi: non si tratta solo della sorte della sua comunità e del suo territorio ma di quella dell’intera Sardegna. «La storia – sottolinea il primo cittadino- sta dando una nuova opportunità a noi sardi. Dimostriamo di non essere poco, locos e malos unidos. Sabato possiamo dire nel rispetto della legalità che la Sardegna non vuole altre speculazioni. Ecco perchè non è la lotta di Gonnosfanadiga ma è la lotta di un intero popolo che può dimostrare di contare qualcosa».E in questa battaglia non ci sono colori o estrazione politica che tengano. Nel piccolo paese a vocazione agricola, poco più di 6000 anime ai piedi del Monte Linas, quella distesa di pannelli destinata ad estendersi per 300 chilometri tra i territori di Gonnos e Guspini proprio non piace. E al corteo non ci saranno soltanto i residenti, che non hanno nessuna intenzione di svendere il loro territoro rinunciando alle attività produttive per un’iniziativa che, tra l’altro lascerebbe sul posto solo le briciole ma manifestanti provenienti da ogni parte dell’Isola: sindaci, amministratori, ambientalisti e cittadini. Tra loro anche l’ogliastrino Andrea Piroddi, sindaco di Ilbono. «Sarò a Gonnos – spiega Piroddi- a manifestare contro l’ennesimo tentativo di prevaricazione dei nostri diritti. Secondo me è fondamentale il coinvolgimento dei territori in un settore come quello energetico. È un nostro diritto rivendicare la nostra politica di sviluppo. Non possiamo accettare queste decisioni calate dall’alto».
Estrazioni diverse, unico obiettivo – si diceva – quello di imepdire la realizzazione dell’impianto. In prima linea, sul fronte incandescente della protesta c’è anche il movimento Libe.r.u. ed ancora il deputato di Unidos, Mauro Pili. «Abbiamo aderito con convinzione alla manifestazione indetta da sindaci, comitati e associazioni – sottolinea l’indipendentista Pier Franco Devias – per protestare contro la speculazione energetica e contro il progetto di costruzione di un enorme impianto termodinamico, che si estenderebbe per 300 ettari in territorio di Gonnosfanadiga. Rifiutiamo il concetto di una Sardegna a disposizione degli interessi altrui e rivendichiamo il diritto di decidere noi le forme e i modi del nostro sviluppo, in armonia col territorio e con le nostre esigenze economiche e sociali».
L’inizio della manifestazione, organizzata dalla neo consulta ambiente, costituita dai comuni di Gonnosfanadiga, Guspini, Sardara, Villanovaforru e Palmas Arborea, e dai comitati “Terra che ci appartiene” (Gonnosfanadiga), “No Megacentrale” (Guspini), “No TrivelPaby” (Pabillonis), “Fuori dalle Pale” (Villanovaforru), “Progetto Comune” (Villacidro), “Pro Nosu a Tutela del Territorio” (San Gavino Monreale), “Terrasana” (Decimoputzu), “Per la Salute e la qualità della Vita” (Oristano) e “No Trivelle” (Sardegna), è fissato per sabato 25 marzo alle 9:00 alla fiera mercato di Gonnosfanadiga. Il corteo proseguirà poi verso piazza XVII Febbraio e in località “Pauli Cungiau”, dove sarà piantata una tenda come simbolo di occupazione della terra. E che non verrà smantellata sino a quando il progetto non verrà ritirato.
Fonte: Vistanet