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venerdì, 22 Novembre 2024
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La leggenda americana: Jack Daniel’s Tennessee Whiskey

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Quando Mr. Jack Daniel lasciò questa vita terrena nel 1911 il suo whiskey aveva già ottenuto importanti riconoscimenti. Ci riferiamo specialmente alla medaglia d’oro ottenuta all’esposizione mondiale di St. Louis nel Missouri nel 1904 dove il distillatore era giunto quasi in incognito per presentare il proprio whiskey. In quel contesto egli superò brillantemente l’agguerrita concorrenza ed ottenne il massimo trofeo. La storia di quest’uomo, piccolo di statura (non superava il metro e sessanta centimetri) ma di grande capacità umana ed imprenditoriale, è legata al suo stile di vita ed al suo motto: “produrre ogni giorno whiskey al meglio delle proprie possibilità”.

La leggenda americana: Jack Daniel's Tennessee Whiskey
La leggenda americana: Jack Daniel’s Tennessee Whiskey

Nato nel 1850 a Lynchburg, un paesino del profondo Tennessee, ultimo di tredici figli fu cresciuto dal vicino pastore luterano e distillatore Dan Call che, oltre impartire al giovane Jack un’istruzione religiosa, gli fu maestro anche nell’arte della distillazione, evidentemente con grande profitto. Nel 1866 Jack decise di fondare la propria distilleria scegliendo la località fuori paese definita Hollow, a fondo valle, presso una caverna dalla quale sgorga una sorgente di acqua povera di minerali e soprattutto non ferruginosa, alla costante temperatura di 13°. Utilizzando i migliori cereali disponibili, il ricco mais, l’eccellente segale ed una buona percentuale di orzo maltato uniti a lieviti selezionati e all’acqua sopraccitata, creò una giusta “birra” pronta per la distillazione.

Come altri distillatori trattenne nel fondo del tino di fermentazione una parte della birra ancora ricca di lieviti vivi per aggiungervi il nuovo mosto di cereali e riprendere così la fermentazione. Il sistema è definito “sour mash”. Non ancora soddisfatto il giovane Jack mise in pratica un sistema che è tuttora una differenza essenziale tra il Tennessee whiskey ed i bourbon prodotti nel vicino stato del Kentucky o altrove. Il distillato appena uscito dal distillatore è filtrato attraverso carbone di duro acero raccolto nelle colline sovrastanti. Questa operazione rende l’alcol particolarmente morbido e già privo di spigolature prima ancora dell’invecchiamento in barili nuovi di rovere americana.

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Inizialmente commercializzato in recipienti di ceramica con tappo in sughero, Mr. Jack Daniel introdusse alcune bottiglie speciali in vetro con diciture smaltate in rilievo. Nel 1895 passò alla produzione della bottiglia squadrata giunta ai nostri giorni. La distilleria fu ereditata dal nipote del fondatore Lem Motlow che con i figli la mantenne fino al secondo dopoguerra. Nel 1950 fu ceduta al Gruppo Brown-Forman. Dai pochi ettolitri iniziali oggi si producono annualmente 72.000.000 litri di Jack Daniel’s con naturali cambiamenti per poter produrre tali quantità. Il mais che conta per circa l’80% della miscela di cereali giunge dall’Indiana, Illinois e Kentucky, l’8% di segale è coltivata in Minnesota e nel Dakota ed il 12% di orzo (maltato) arriva dal Wisconsin. L’acqua di una sola sorgente non è più sufficiente e viene prelevata da altre fonti provenienti dalla medesima falda, con le stesse caratteristiche. I lieviti sono anch’essi selezionati e prodotti dalla proprietà stessa. L’alambicco originale è stato sostituito da una serie di distillatori a colonna che producono il distillato alla gradazione alcolica non superiore ai 70°, mantenendo così molte caratteristiche ed aromi primari.

Perfette azioni di marketing hanno certamente permesso tale sviluppo del prodotto che è da considerarsi una vera e propria leggenda. Da generazioni è legato ai consumi dei giovani amanti della musica in generale e del rock in particolare, dello stile di vita americano. Molti giovani rimangono fedeli a Jack Daniel’s anche negli anni di maturità considerandolo un mito. Le azioni di marketing sono importanti ma non vi è dubbio che il grande successo di Jack Daniel’s è soprattutto dovuto alle qualità intrinseche del prodotto, all’aroma ricco e fresco, al gusto morbido e dolce ed alla persistenza finale ricca, armoniosa, giustamente tannica.

Fonte: Angelo Matteucci, TigullioVino.it

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